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MONTEODORISIO, CASTELLO
a cura di Grazia Valentini; immagini di Sergio Ialacci
Immagini del castello.
Conservazione: struttura in buone condizioni; il castello è visitabile.
Come arrivarci: dall'autostrada A14, uscita Vasto Nord.
Al termine della strada che attraversa tutto il paese, scorgiamo la fortezza di Monteodorisio con le sue torri rivolte verso l'ampia vallata del fiume Sinello.
Chi decidesse di visitare questo interessante luogo che ha preso il nome, intorno al secolo X, da
Odorisio conte dei Marsi, non dovrà assolutamente perdere lo spettacolo dei colori che, durante il tramonto, si riflettono sulle antiche pietre del castello.
Nel periodo delle invasioni longobarde la contea teatina poteva vantare almeno tredici tra castelli e ville dislocate a difesa del proprio territorio, la costruzione di Monteodorisio era strategicamente una tra le più importanti e continuò ad essere tale anche in epoca normanno-sveva, quando la fortezza fu conquistata da Roberto di Loritello e successivamente dato in feudo nel 1256 a Corrado d'Antiochia, nipote di Federico II.
Nel 1269 la signoria del paese passa a Sordello da Goito, ricordato persino da Dante nel VI canto del
Purgatorio, poi appartenne, dopo Bonifacio di Galibert, a Pietro Lalle Camporeschi nel 1349.
Alla fine dello stesso secolo Monteodorisio passa ai marchesi di Pescara con i del Gozzo prima e i del Borgo dopo, almeno fino al 1423, quando Giacomo ed Antonio Caldora si insediarono nella fortezza apportando ampliamenti considerevoli, come ugualmente fecero per quello di Vasto dove risiedevano; tra la fine del Quattrocento e l'inizio del Cinquecento il feudo passerà definitivamente ai d'Avalos.
Da un punto di vista architettonico quello di Monteodorisio era originariamente, con tutta probabilità, un castello a pianta rettangolare costituito da quattro torrioni a sezione circolare, con muratura in ciottoli a mattoni, tuttavia la sciagurata trasformazione di una sua parte in palazzo ha irrimediabilmente pregiudicato l'armonia dell'intera costruzione (come analogamente è avvenuto per il bellissimo castello caldoresco di Vasto) facendo inoltre perdere i due lati di sud-est ed il torrione orientale.
Le torri rimanenti, anche se simili tra loro presentano nei particolari costruttivi differenze decorative, come in quella posta a settentrione che ha un motivo ottenuto con mattoni disposti a spina di pesce e quella occidentale che ha un coronamento a beccatelli.
Anche il castello di Monteodorisio ha una sua leggenda, che non riguarda però fantasmi o voci erranti, ma un racconto relativo a numerosi tesori accumulati nel tempo dai vari feudatari nei sotterranei della fortezza.
Noi possiamo testimoniare, dai dati e dalle fonti storiche in nostro possesso, che in effetti esiste una lunga galleria che collega, ancora oggi, in parte il castello ad una torre posta sul fiume Sinello, ma il compito di rinvenire i preziosi, lo lasciamo a voi lettori...
©2003
Grazia Valentini e
Sergio Ialacci.
Il video non è stato realizzato dagli autori della scheda.