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PELTUINUM, TORRE
redazionale
Peltuinum (frazione di Prata d'Ansidonia): la torre e i ruderi.
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Come arrivarci: con l'autostrada A24, uscita L'Aquila; proseguire lungo la SS. 17 in direzione Navelli; da Napoli: con l'autostrada A1, uscita Caianello, seguire le indicazioni per Roccaraso/Sulmona, L'Aquila.
Dal sito: www.regione.abruzzo.it
«La torre di Prata d'Ansidonia, fatta erigere nel XIII secolo con funzione di avvistamento nel pianoro, costituisce un unicum in quanto fu edificata per intero sulle mura romane del teatro posto lungo il margine sud del territorio occupato dalla città vestina di Peltuinum. Aveva, si suppone, la sola funzione di avvistamento considerato che è l'unico organismo architettonico fortificato ricavato sull'altopiano di Peltuinum. Era collegata a vista con Castel Camponeschi, Leporanica, Castelnuovo e Tussio.
Oggi misura in altezza circa m. 7, sebbene risulti depauperata dei materiali costruttivi sia in altezza che in pianta. Dell'altezza globale ne resta solo una metà. Di pianta quadrangolare, misura circa 6 metri x 6. Nella fase di edificazione è stato utilizzato del calcare legato con malta aerea che facilmente si distingue dalla muratura sottostante e laterale su cui si innesta. Di non facile lettura è l'attacco alle membrature preesistenti».
Dal sito: http://spazioinwind.libero.it/giorale/sito%20p.html
«Nel territorio del Comune di Prata D'Ansidonia si trova l'area archeologica di Peltuinum.
Già insediamento vestino, Peltuinum nasce come città romana intorno al III sec. a.C. La città rivestì un ruolo fondamentale essendo posizionata sulla Claudia Nova, strada obbligata per raggiungere il mare adriatico. Ebbe un periodo di grande floridità dovuta al commercio di bestiame ed alla produzione di vino e zafferano. In età augustea fu prefettura romana con una popolazione di più 11.000 abitanti. La sua importanza è testimoniata anche dall’imponente area pubblica di cui oggi rimangono i ruderi del tempio corinzio dedicato al culto di Apollo e quelli del teatro che poteva contenere 2600 persone. La città completamente recintata si sviluppava per più di 800 ml lungo l`asse principale. La sua decadenza è legata probabilmente al terremoto del 346 d.C., ed alle numerose distruzioni della guerra gotico-bizantina prima e, longobarda poi. L’ultima devastazione fatale fu ad opera dei Franchi che nel 775 la assediarono e distrussero. La città divenne cava di materiali lapidei e la Claudia Nova divenne percorso di transumanza.
Agli inizi del XII secolo il toponimo Peltuinum viene sostituito da “Civita Antedonia” o “Anzedonia” così come dalla descrizione delle chiese di Santa Maria di Sidonia e di San Paolo. Ettore Capecelatro nel 1650 descrive i ruderi di casilini collocati a ridosso di una torre detta Morriene esterna alle mura antiche, i resti delle chiese di San Nicola e della chiesa e convento di Santa Maria Sidonia nonché della porta ovest detta porta Sambuco ed i resti di un borgo medievale con torre di avvistamento all`interno dell`antico teatro».
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