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Policoro, TORRE MOZZA (GIà TORRE DE ANGRI)
a cura di Vincenzo Zito
Due immagini dei resti della torre (2017).
In basso: la parte IX del foglio 25 dell'Atlante del Rizzi Zannoni (1811)
In basso, la torre segnalata nel 1595 (Stigliola) e, nell'ultima immagine, nel 1952 (IGM 25000).
Conservazione: è giunta sino a noi solo la base della torre.
Come arrivarci: facilmente raggiungibile in auto da Policoro.
Attestata già nelle carte del Regno di Napoli del Cartaro e Stigliola (fine XVI – inizio XVII secolo) col toponimo di “Torre de Angri” perché ubicata nei pressi della foce del fiume omonimo, la torre faceva parte del sistema delle torri d’avvistamento costruite durante l’arco del XVI secolo per prevenire gli attacchi che sovente i saraceni usavano compiere lungo le coste.
Probabilmente la torre non fu portata a termine, o dovette essere parzialmente demolita, forse perché molto distante da centri abitati i quali, con malavoglia, avrebbero dovuto contribuire alle spese per la sua costruzione. Conseguentemente il suo nome fu mutato in “Torre mozza”, così come compare, a partire da una tavola dell'Atlante Geografico del Regno di Napoli di Giovanni Antonio Rizzi Zannoni (foglio 25, parte IX, anno 1811), su tutte le cartografie successive.
Attualmente della torre sopravvive solo la parte basamentale a pianta quadrata, con le murature leggermente a scarpa, inserita in un centro di produzione agricola.
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