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RAVISCANINA E SANT'ANGELO DI ALIFE, CASTELLO DI RUPECANINA
a cura di Linda Romano
I resti del castello; in evidenza la torre.
clicca sulle immagini in basso per ingrandirle
Epoca: XI-XII secolo, su preesistente fortificazione sannitica.
Conservazione: rimangono resti.
Come arrivarci: prendere l’autostrada per Roma e raggiungere la A1/E45 seguendo il cartello per Caianiello, uscire e svoltare a destra per la SS 372 (strada statale Casilina), entrare a Pietra Vairano e seguire S. Angelo d’Alife.
Fino
alla fine dell’Impero Romano, e per tutto l’alto Medioevo, del castello
di Rupecanina o Sant’Angelo d’Alife non si ha notizia in nessun
documento scritto, nonostante i reperti archeologici ritrovati sul
territorio testimonino come già dall’epoca antica esso fosse un centro
abitato della zona alifana, facente parte del Sannio.
Le
prime vere fonti storiche del castrum de Rupecanina comparvero in
epoca normanna1.
Riccardo
di Rupecanina è il primo conte di cui abbiamo notizia. Discendente della famiglia normanna dei De Quarellis Drengot,
era fratello di Rainulfo III, conte di
Aversa, Caiazzo
e Alife. Dalla giovane Maria, figlia de conte Gregorio, ebbe tre figli:
Roberto, conte di Boiano, Andrea, conte di
Rupecanina, e Giovanni, conte di Rupecanina e Alife2.
Nel
Catalogus Baronum,
redatto per ordine del re normanno Guglielmo II nella seconda metà del XII secolo
compare il nome di un certo Malgerio, che viene
indicato come il nuovo conte d’Alife «…militum,
et de Presentiano feudum
jiij…militum et de
Patra feudum ij
militum, et de Mignano
feudum militum»,
che ottenne la contea dopo la morte del conte Rainulfo,
al quale probabilmente fu imparentato, e rimanendone titolare fino al 1155,
quando fu scacciato da Andrea, figlio di Riccardo di Rupecanina, fratello
del defunto Rainulfo d’Alife3.
Giovanni
di Rupecanina, figlio di Riccardo, è l’ultimo conte normanno di cui
abbiamo notizia. Egli detenne il potere dal 1190 al
1197, il suo nome compare in alcuni atti monastici, precisamente
sette pergamene compilate fra il 1194 e il 1197 a santa Maria di Monte Drago4.
Dall’ultimo
documento il cognomen toponomasticum
Rupecanina compare solo dopo 30 anni, ma senza alcun
dubbio in quest’arco di tempo la terra fu dominata direttamente
dal governo regio5.
Durante
l’epoca federiciana, nel riassetto catastale
della Terra di Lavoro, il ruolo affidato all’Ordine Teutonico nel 1230-31
contempla, secondo gli accordi con papa Gregorio IX del novembre 1229, la
custodia di alcuni castelli tra cui compare anche
la «Roccam Sancti Angeli de Rupe Canina»6.
Nel
1308 Sant’Angelo di Rupecanina è feudo di Tommaso di Marzano7,
che alla sua morte (1335) lo lasciò in eredità al primogenito Goffredo Marzano8.
Questi ne detennero il potere per tutto il ‘400.
Proprio
in questi anni si assiste alla discesa della popolazione a valle anche se le
istituzioni rimangono ancora per poco sul vecchio borgo, come mostra
un’ordinanza vescovile del 1416 della diocesi d’Alife, non da tutti
accettata, nella quale è riportato: «Clerus
santi Angeli et Rupiscaninae cum
eorum presbyteris et
parochis sancti Vicoli, sanctae Mariae
vallis, sanctae Crucis et sancti Bartholomaei,
sub eorum matrici ecclesia
sanctae Luciae, juxta
ordinem antianitatis
conscendent…»9.
La
fortezza di Rupecanina dovrebbe essere stata costruita dunque in epoca
normanna, molto probabilmente sulla base di un
insediamento antico preesistente, probabilmente di epoca longobarda.
Il
castrum di Rupecanina è
circondata da un due cinte murarie: la cinta
esterna, che chiameremo “cinta del borgo”, racchiude l’intera
fortezza, inglobando non solo il borgo rurale, ma anche un secondo recinto
murario all’interno del quale sono inglobati una serie d’edifici
signorili, oggi solo in parte visibili.
La
cinta del borgo segue un andamento quasi ellittico per una lunghezza di
circa 800 metri ed è rinforzata da torri poste a circa 100 metri l’una
dall’altra10.
Il
materiale utilizzato per la costruzione della cinta è la locale pietra
calcarea bianco/grigia legata insieme con una malta color crema, impiegata
per tutti gli edifici della fortezza11.
L’apparecchio
murario è realizzato con conci o pietre non sbozzate e disposte in modo
irregolare.
Secondo
l’ing. Martone il villaggio era dotato di
almeno di due accessi, dei quali oggi è visibile solo quello a nord-est12.
Lo
spessore delle mura del recinto varia da 80 a 90 cm circa e l’altezza
massima è di circa 7 metri, compresi i merli13.
L’andamento
planimetrico della cinta è condizionato dalla decisione di recuperare una
cinta muraria sannitica preesistente, i cui resti
furono infatti usate per sopraelevare la nuova muratura14.
Tra
le torri quella con maggiori dimensioni è
l’ unica a forma circolare, sita a nord-ovest, che sovrasta l’ampia strada d’accesso alla vetta del colle.
Questa torre presenta
una base piana, una breve scarpa e un solaio sorretto da travi di legno16.
Seguono le altre torri, per la maggior parte nascoste nella
vegetazione.
Un
secondo recinto murario, che chiameremo “cinta
del mastio”, circonda la rocca inglobando tutti gli edifici signorili.
Questo recinto murario segue un andamento perimetrale pressoché
pentagonale, mentre un muro verticale di controtorre,
alto circa 7 metri, senza scarpa e curvilineo agli angoli, corre
parallelo alle pareti sud, est ed ovest del mastio17.
Questa cinta muraria racchiude
all’interno gli edifici signorili, oggi in parte alterati, dominati dal
poderoso mastio, restaurato dall’ing. Martone
negli anni ’60 del secolo scorso.
L’attribuzione
della data di fondazione della cappella di S. Lucia resta pertanto molto
difficile, malgrado lo studio delle malte e i
resti rinvenuti durante la ricognizione in superficie.
I
materiali trovati durante la ricognizione riguardano
in maggior parte reperti di ceramica del XIII secolo.
Attraverso
il raffronto con altre pitture locali gli
affreschi della cappella sembrano risalire alla fine del XI-inizio XII
secolo, quindi al periodo in cui con molta probabilità venne
1 La presenza del sito negli scritti si ha con maggiore frequenza a partire dal periodo medievale. Il toponimo Rupecanina compare, infatti, nella cronaca di Alessandro di Telese, Falcone Beneventani, Guglielmo di Tiro, Romualdo di Salerno, Anonimo Cassinese, Hugo Falcando, Annales Ceccanensis.
-
BROCCOLI, 1888: A.
BROCCOLI, Marzano
e Marzanello studiati nella
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CAIAZZA, 1986, D. CAIAZZA, Archeologia
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Angelo di
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CUOZZO, 1980: E. CUOZZO,
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baronum, Roma;
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CUOZZO, 2002: E. CUOZZO, La
cavalleria nel regno normanno di
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MARAZZI, 2001: F. MARAZZI, Rupecanina,
in S.
Angelo di Ravecanina: un insediamento medievale del
Sannio Alitano,
a cura di L. Di
Cosimo, Quaderni Campano-Sannitici;
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MARAZZI, 2003: F. MARAZZI, Relazione
della campagna di rilievo,
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MAZZOLENI, 1966: J. MAZZOLENI,
Le
pergamene della Società
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UGHELLI, 1720: F. UGHELLI, Italia
Sacra sive de episcopis
Italiane, VI,
© 2004 Linda Romano. Le immagini riquadrate I e III (inserite nel 2015) sono tratte rispettivamente da http://it.wikipedia.org (foto di Luigi Bruno Di Cosmo), e da http://xoomer.virgilio.it/castcampania.