BERTINORO, ROCCA
a cura di Renzo Bassetti
La rocca di Bertinoro. In basso, a sinistra: mura esterne; a destra: porta del soccorso.
In basso, due immagini della rocca.
Conservazione: la struttura è stata restaurata.
Posizione: N 44° 08' 52" E 12° 07' 58".
Come arrivarci: la cittadella con la sua rocca è posta sulla sommità di un colle, a 247 metri di altezza sul livello del mare, a 7 Km da Forlimpopoli, cittadina sulla via Emilia posta fra Forlì e Cesena.
La Rocca di Bertinoro, pur se più volte rimaneggiata, mantiene ben conservata la sua originaria struttura medioevale.
La costruzione, situata in cima al colle Cesubium, rappresenta un chiaro ed efficace esempio di struttura difensiva. L'impianto originario si componeva di una robusta cerchia muraria, ancora in parte visibile nel giardino dei popoli, che racchiudeva le abitazioni e il sovrastante corpo centrale rinforzato da quattro torrioni.
Dalla Descriptio Romandiole del cardinale Anglic Grimod de Grisac (1371) sappiamo che gli ingressi alla cittadella, in numero di tre, erano chiamati Porta Cardinalis, Porta Francha e Porta Sancte Marie. All'interno della rocca si trovavano la residenza signorile e il borgo, dotato di abitazioni e botteghe provviste di acqua, depositi alimentari. Nella fortezza originariamente dotata di quattro torri, esisteva anche una caserma, dove risiedevano e venivano addestrati i soldati, oltre ad alcuni locali ad uso prigione.
La sua costruzione risale presumibilmente ai primi anni dell'XI secolo. La trasformazione più consistente si ebbe nel 1584 quando fu trasformata in sede vescovile, mantenendo però intatto il perimetro murario, su cui è ancora visibile parte della merlatura. Costruita in sasso e mattoni risulta attualmente dotata di torrioni angolari, tra i quali, quello di sud-est funge da ingresso, dotato di ampio scalone sovrastato da un arco a tutto sesto, rivestito con bugnato e affiancato da due colonne ioniche.
All’interno si trovano: gli uffici e gli appartamenti dell'antica residenza vescovile, un ampio terrazzo rivolto verso il borgo abitato, e la grande sala seicentesca decorata con affreschi barocchi.
Sede dal 1994 del Centro Residenziale Universitario, ospita fra l’altro il Museo Interreligioso, incentrato sui luoghi, i gesti e gli oggetti che legano la storia dell'uomo ai culti delle tre religioni monoteiste: Cristianesimo, Ebraismo, Islam.
Non si hanno notizie certe sulla sua fondazione, certo è che agli inizi dell’XI secolo il castello è infeudato al conte Ugo della famiglia degli Onesti di Ravenna, che concede Bertinoro all’Arcivescovo di Ravenna dietro pagamento di un censo di 12 aurei annui con impegno a distruggere entro 8 giorni il vicino castello di Monte Maggio perché sovrastava la sua rocca. Gli Onesti governano il paese fino al 1177 quando Cavalconte II muore a Venezia senza lasciare eredi diretti, lasciando per testamento la rocca alla chiesa. La città rimane per qualche tempo sotto il dominio delle due potenti famiglie rivali, Bulgari e Mainardi, alle quali si aggiunge quella di Guido Del Duca giunto da Ravenna nel 1202.
Arrigo Mainardi e Guido Del Duca sono ricordati da Dante nel canto XIV del Purgatorio dove Guido ricorda i tempi felici in cui Bertinoro era divenuta asilo degli uomini più nobili e famosi della Romagna: «0 Brettinoro, che non fuggi via poi che sita se n'è la tua famiglia E molta gente per non essere ria?».
Segue un periodo di alterne dominazioni da parte di famiglie guelfe (Calboli) e ghibelline (Ordelaffi e Montefeltro). Riconquistata dal cardinale Egidio Albornoz, legato papale, che nel 1360 vi stabilisce il comando militare per la riconquista della Romagna. Negli anni successivi Bertinoro viene concessa dai pontefici alla famiglia dei Malatesta di Cesena che provvedono con Domenico detto Novello, ritiratosi in rocca nel 1442, a ristrutturare il fabbricato. Alla morte di Novello (1465) Bertinoro torna sotto il diretto controllo della Chiesa fino al 1499 quando papa Alessandro VI assegna la rocca in feudo al figlio Cesare Borgia.
Con la successiva caduta dei Borgia, anche la rocca di Bertinoro perde progressivamente la sua potenza militare. Dal 1584 diviene sede vescovile per iniziativa del vescovo Caligari che provvede a far eseguire lavori di ristrutturazione e risanamento conservativo. Risale a questo periodo il rifacimento delle scuderie, la sopraelevazione degli appartamenti e la posa della cella campanaria sulla torre d’ingresso, i lavori di riadattamento durarono fino al 1599. Ulteriori modifiche vengono apportate anche dai vescovi successivi, fino al 1800 quando la sempre minore disponibilità finanziaria non riesce più a coprire le spese di manutenzione, tanto che nel 1927 crolla la torre campanaria travolgendo anche parte dell’ingresso: torre ricostruita nel 1931 con il contributo del Comune e della popolazione, più bassa e senza campana.
Ingenti i danni riportati durante l’ultimo conflitto mondiale, colpita dai bombardamenti anglo-americani nell’ottobre del 1944, l’interno della rocca viene quasi totalmente distrutto. I restauri post-bellici durano fino al 1949 con apporto di notevoli modifiche. A seguito dell’unificazione delle diocesi di Forlì e di Bertinoro conclusasi nel 1986, la rocca viene abbandonata e negli anni dal 1998 al 2002 vengono effettuati importanti lavori di restauro per il riutilizzo del fabbricato ad uso museale, culturale ed universitario.
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