PIANETTO, RUDERI DEL CASTELLO
a cura di Renzo Bassetti
In alto: porta sud lato interno del castello di Pianetto. In basso: a sinistra, il torrione; a destra, la torre.
clicca sulle immagini in basso per ingrandirle
Conservazione: stato di rudere.
Posizione: N 43°58'59.85" E 11°54'15.55".
Come arrivarci: percorrere la SS 67 (Passo Calla) fino all'abitato di Pianetto, frazione di Galeata (Km 36 da Forlì). Qui occorre lasciare l'auto e recarsi sulla piazzatta del paese posta di fronte alla chiesa di Santa Maria dei Miracoli, e imboccare il sentiero che transita fra due case (segnalazione indicante il percorso in loco). Superato il nucleo abitato si sfocia su una sterrata da seguire verso monte per pochi metri, poi deviazione sulla sinistra per sentiero (piccolo cartello blu indicante percorso 1 - Galeata). Il sentiero inizia subito in ripida salita in mezzo ad un boschetto, fino a raggiungere in poche centinaia di metri ad un complesso formato da due antiche abitazioni (abbandonate) che corrispondono all'antica entrata del castello dal lato verso Forlì. Si transita fra le due case e si prosegue sempre su sentiero che ora spiana. Pochi metri e si giunge alla porta sud del castello..
Dell'antico maniero restano una parte della cinta muraria, la porta di accesso rivolta verso sud, un torrione ed il maschio. Oltrepassata la volta il terreno degrada a scarpata sulla sottostante vallata del Bidente. Sulla sinistra si può ancora ammirare il potente torrione circolare.
Sul lato esterno della porta è ancora ben visibile uno stemma in arenaria
portante l'incisione "A.D. 1595".
All'interno della mura, su un poggetto svetta ancora imponente la torre a
pianta quadrata (metri 5X5) ed alta circa 10 mt. Alla base della torre, sul
lato rivolto a sud è presente un'apertura a forma di arco.
Dalla relazione del Card. Anglico (1371): «è
in una costa sopra un'altissima ripa sul fiume Acquedotto. La strada che va
in Toscana passa tra il castello e il fiume, sicchè il castello stesso
chiude così la strada che in nessun modo vi si può passare contro la volontà
dei padroni del castello, in cui vi è una rocca ed una torre fortissima che
si custodiscono a richiesta dell'abate di Galeata. Presso il castello v'è un
borgo in mezzo al quale passa la suddetta strada. Il castello è atto alla
guerra ed ha 23 focolari. In vicinanza c'è la villa di Valfrancia con
focolari 3».
Le origini del castello non sono note, probabilmente esisteva già in epoca
romana a protezione dell'antica città di Mevaniola. Notizie si hanno
dall'anno 1209 quando (secondo Leandro Alberti) sembra sia stato dato in
dote a Gualdrada, sposa di Guido il Vecchio, discendente da Guido (nipote
dell'imperatore Ottone) e capostipite della famiglia dei Guidi.
Nel 1277 passa sotto il dominio dei Fiorentini per opera di Guido Selvatico di Romena, e nel 1316 torna in possesso degli abati di S. Ellero.
Tornato sotto il dominio di Firenze nel 1424, ed occupato da Federico da
Montefeltro nel 1527, vide anche il passaggio del Borbone diretto al sacco
di Roma nel 1527.
Nei secoli successivi perse progressivamente di importanza e fu abbandonato.
Così lo descrive il Repetti nel Dizionario della Toscana, volume IV,
del 1841: «La semidiruta rocca di Pianetto esiste sul risalto di un poggio
situato alla sinistra della strada rotabile che da S. Sofia guida a Galeata».
(Liberamente tratto da Galeata nella storia e nell'arte, di mons. Domenico Mambrini).
© Copyright 2009 Renzo Bassetti; pagina pubblicata nel sito appenninoromagnolo.it, e qui ripresentata con il consenso dell'autore.