Sei in: Mondi medievali ® Castelli italiani ® Emilia Romagna ® Provincia di Modena |
VIGNOLA, TORRI E MURA DEL BORGO
a cura di Federico Trombi
Vignola: vista del tratto di mura parallelo a via Tavoni, con la torre Moreni in primo piano. In basso: a sinistra, la torre Galvani vista frontalmente; a destra, la stessa torre vista da via Tavoni.
In basso: a sinistra, la torre alla fine di via Garibaldi, rifacimento moderno dell’antico accesso alla piazza della rocca; a destra, la stessa torre vista dalla piazza.
Epoca: le mura furono erette fra il 1472 e il 1475.
Ubicazione:
Vignola si trova sul tratto finale della valle del Panaro, affluente destro
del Po, in Provincia di Modena (coordinate 44,47779 N 11,00802 E, rif. Torre
Galvani).
Conservazione:
discreto in ciò che è rimasto.
Come arrivarci:
dal casello di Modena Sud sulla A1 si svolta a sinistra in direzione Vignola
attraversando Spilamberto, cioè risalendo il Panaro. Entrati in Vignola si
prosegue sempre dritto attraversando la città, fino a trovarsi di fronte
alle mura. Nella piazza c’è un parcheggio a pagamento, comodissimo per
visitare Vignola.
Come visitarla:
le torri Galvani e Moreni sono private, e la visita interna non è perciò
possibile. Dall’esterno però, mura e torri sono perfettamente visibili da
via Tavoni e via del Portello. È anche possibile anche scendere nel fossato,
trasformato in parco, e passeggiare alla base delle mura nel tratto fra la
torre Galvani e la torre Moreni.
Nel 1401, dopo anni turbolenti per Vignola, il marchese Nicolò III d’Este concede il feudo di Vignola all’amico fidato nonché abile uomo d’armi ferrarese, Uguccione Contrari. Le buone condizioni economiche del lungo periodo di pace assicurato da Uguccione con saggio governo, produssero in pochi anni ad un notevole incremento della popolazione, la quale non poteva più essere contenuta nella vecchia cinta muraria. Per l’introduzione delle armi da fuoco, che imponevano un adattamento delle strutture difensive a nuove esigenze, i figli di Uguccione, Ambrogio e Nicolò, nominati conti da Borso d’Este nel 1453, intrapresero l’innalzamento di una nuova cinta muraria, tre volte più ampia di quella allora esistente, adeguata alle nuove tecniche militari.
Le nuove mura erano di concezione più avanzata adatte ovviamente a resistere alle artiglierie, ormai giunte anche a Vignola in quegli anni. Non più una cortina in pietra di modesto spessore, ma un ampio terrapieno largo circa 10 metri, contenuto verso l’esterno da un muro a scarpa in laterizio e circondato da un ampio fossato. Alle mura vennero poi appoggiate quattro torri, edificate a spese e cura di quattro nobili famiglie ferraresi venute a Vignola al seguito dei figli di Uguccione dei Contrari, i Moreni, i Galvani, i Fontana e gli Emiliani. Ciascuno ebbe a difesa e responsabilità la propria torre, che ne assunse il nome rispettivo. Una quinta torre, quella in cui s’apriva la porta principale del borgo, sorgeva a cavallo dell’attuale Via Garibaldi, tra l’asse costituito da Via Soli, Via Fontana e Corso Italia. Sul terrapieno a lato della torre Galvani, sul finire del XVI secolo, venne realizzato un hortus conclusus, che un secolo più tardi sarà trasformato in un giardino pensile, ma in stile neoclassico.
A est la cinta muraria si innestava sulle scuderie del castello, poste sul bordo della scarpata che scendeva ripida verso il Panaro; correva per un breve tratto lungo l’attuale via Bernardoni per poi puntare verso nordest lungo l’attuale via Selmi. Da qui il perimetro correva lungo il lato nord delle odierne vie Fontana e Soli, fino a raggiungere la torre dei Moreni. Da questa torre le mura piegavano a sud parallelamente a via Portello, verso le alte rive del Panaro. Della cinta muraria resta oggi un tratto di circa 100 metri, a congiungere le torri Galvani e Moreni, un altro a est della torre Galvani, di circa 60 metri e un ultimo tratto, di una trentina di metri circa, che dalla torre Moreni corre parallelo a via del Portello.
Delle torri ancor oggi visibili, la Galvani svetta ancora snella in tutta la sua altezza pur con evidenti segni del tempo, mentre la Moreni ne conserva solo il basamento a scarpa, con la sua porzione di corpo fino all’altezza delle mura sopra la quale è ora ricavata una costruzione civile abitativa a forma circolare.
Il giardino pensile sulle mura, pur non più così splendido di come era descritto nell’Ottocento, esiste ancora ed è parzialmente visibile da via Tavoni. Entrando poi nel borgo e percorrendo via Soli, si può vedere il ponte che collega la torre con l’abitazione dei Galvani. Alla fine di via Garibaldi, l’arco sotto la torre dell’orologio introduce alla piazza antistante la rocca. La torre consiste in un rifacimento della antica porta castellare in stile inizio Novecento.
©2011 Federico Trombi. Il video non è stato realizzato dall'autore della scheda.