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BENECETO, TORRIONE

   a cura di Federico Trombi

scheda    cenni storici


Il torrione di Beneceto nella campagna. In basso, a sinistra: il torrione visto da est; a destra: il torrione visto da sud.

 

In basso: ancora un'immagine del torrione nella campagna.

     Stemma della famiglia Valeri (disegno di Ilaria Trombi)


Epoca: inizio XV secolo

Ubicazione: in Comune di Parma, località Beneceto, a circa 70 metri da via Beneceto, dietro la chiesa ed un gruppo di vecchie case coloniche con annessi.

Coordinate: 44,81299 N 10,38242 E

Stato di conservazione: il torrione, che nel 1978 appariva al Capacchi (Guglielmo Capacchi, Castelli della pianura parmigiana, Artegrafica Silva, 1978) come «miserandi avanzi…ormai in procinto di scomparire», ha subito un profondo restauro e si presenta oggi in buone condizioni.

Come arrivarci: provenendo dalla A1, si esce a Parma per seguirne la direzione. Arrivati alla Tangenziale, seguire le indicazioni per Reggio Emilia. Allo svincolo di Via Mantova, tenere le indicazioni per Sorbolo. Dopo 1,3 km, appena prima della frazione Vicopò svoltare a destra per Strada principale di Beneceto. Dopo 1,5 km, sulla destra si vede il Torrione seminascosto da alberi e fabbricati rurali. Svoltare a destra per via Beneceto, da dove si ha una vista migliore e si può parcheggiare presso la chiesa.

Come visitarla: la torre è proprietà privata annessa a una tenuta agricola, ma è facilmente visibile dall’esterno sia dalla strada che, più da vicino, dalla stretta lingua di prato sulla sinistra della chiesa. Davanti alla chiesa esiste una piazzola dove è possibile parcheggiare l’auto.

    

Cenni storici

La torre, interamente in cotto, ha base di circa 10 metri di lato con un altezza intorno ai 12-13. Prima del restauro il torrione terminava con una corona di beccatelli, senza merlatura e senza copertura.

Ora è coperta da un tetto a quattro falde e, in posizione arretrata, fra la fascia sopra i beccatelli e la copertura vi è una serie di basse vetrate che gira tutto intorno.

Il feudo di Beneceto viene concesso a Cristoforo Valeri fra il 1410 ed il 1414. Secondo alcuni autori, nella seconda metà del ‘400 il torrione sarebbe passato a Pier Maria Rossi ma documenti citati dal Capacchi (Guglielmo Capacchi, op. cit., pp. 18-19) dimostrano che nel 1481 era ancora nella disponibilità’ dei Valeri. Oltre quella data non si hanno più notizie del torrione nè dei suoi possessori.

I Valeri entrano nella storia di Parma tra la fine del ‘300 e gli inizi del ‘400. Cristoforo Valeri, famoso uomo d’arme all’epoca, ricevette per servigi resi al Papa il feudo di Beneceto. Cristoforo è ricordato nelle cronache per avere in Parma una splendida dimora, dove riceve ospiti illustri e potenti come Uguccione dei Contrari, Conte di Vignola e condottiero di Nicolò III d’Este e Pandolfo Malatesta. Nel 1418 Cristoforo Valeri e i suoi figli vengono imprigionati dagli Estensi (Pezzana, Storia della Città di Parma continuata da Angelo Pezzana, t. II, Ducale Tipografia di Parma, 1842, p. 176) per una congiura e in seguito Cristoforo è bandito e i beni parmensi confiscati.

Che i beni fossero ingenti lo testimonia il fatto che nel trattato di pace del 1420 fra Filippo Maria Visconti e Nicolò III d’Este fra le varie clausole relative al passaggio ai Visconti di terre e beni, si parla esplicitamente delle case e dei possessi in Parma e nel parmense del Marchese (d’Este) già appartenuti a Cristoforo Valeri (Bandini - Gamberini, Medioevo Reggiano, Franco Angeli Storia, 2007, p. 309).

Dopo il ritorno a Parma nel 1422, la famiglia Valeri inizia la decorazione della cappella di famiglia nel Duomo di Parma, affidandone l’esecuzione al più noto pittore parmense dell’epoca: Bartolino de’Grossi. Nel 1435 Andrea Valeri, figlio di Cristoforo, riceve da Filippo Maria Visconti il feudo di Baganzola col titolo di Conte (Pezzana, op. cit., p. 347).

   

    

 

©2011 Federico Trombi

    


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