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SAN VITTORE DEL LAZIO, CASTELLO
a cura di Livio Muzzone
San Vittore del Lazio: in alto, una torre a base quadra. In basso: a sinistra, tna torre a base tonda; a destra, il portone-arco in entrata al castello.
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Epoca:
prima metà del secolo
XI.
Ubicazione: San Vittore è posto su un colle di circa 220 metri sul livello del mare, nei pressi del monte Aquilone. Più che da un palazzo o da un edificio vero e proprio, il castello è costituito da torri (originariamente circa ventitré, quasi tutte quadrangolari) e da mura lunghe un chilometro e mezzo che racchiudono il borgo medievale. Si tratta insomma di una piccola cittadina fortificata (per farsi un’idea, cfr. anche www.prolocosanvittore.it). In pratica il borgo comprende la Corte dei Santi e via Castello, e ci si può accedere facilmente da piazza Municipio.
Stato di conservazione:
il borgo è ben conservato all'interno, come anche le mura. Oggi delle 23 torri ne rimangono poche. Come in molti altri casi, anche qui alcuni tratti di mura sono stati impiegati come lati delle abitazioni e degli edifici civili, compresa la vecchia sede del
municipio.
Come arrivarci: San Vittore del Lazio può essere raggiunto in auto uscendo al casello di San Vittore dell’A1 Roma-Napoli, per immettersi poi sulla Casilina in direzione Roma. Chi volesse giungervi in treno dovrà scendere alla stazione di Cassino (10 km da S. Vittore), e raggiungere il castello con l'autobus Co.Tra.L.
Il castello è stato costruito nella prima metà dell’XI secolo, da una comunità benedettina proveniente dall’abbazia di Montecassino, a protezione della chiesa originaria. Il nome San Vittore compare in un documento datato 1057, dove viene citato assieme ai vicini castelli di Trocchio, di Cervaro e di S. Pietro in Flia (oggi “in Fine”), con la qualifica appunto di castrum.
Come testimonia la presenza di torri rotonde con torri quadrate, il castello si è evidentemente modificato in epoche successive, mentre il borgo si è allargato anche fuori delle mura.
Con la seconda guerra mondiale molte torri e archi sono andati persi.
©2008 Livio Muzzone