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CAMOGLI, CASTELLO DELLA DRAGONARA
a cura di Antonella Pasquale
Il castello e la mareggiata del 1989 (foto di Massimo Bigli).
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Conservazione: buona.
Come arrivarci: con l'autostrada A12, uscita Recco.
Del castello di Camogli, tradizionalmente conosciuto come "castello della Dragonara", esistono numerose notizie, tutte però frammentarie e imprecise. Considerando anche le citazioni riguardanti il porto, possiamo far risalire la sua origine alla prima metà del 1200. è ipotizzabile che una prima edificazione considerasse la fortificazione di tutto il promontorio roccioso, protetto da mura cui si sarebbero appoggiate le case costruite in seguito.
Centro di difesa e controllo amministrativo, nella seconda metà del 1300 il castello venne ripetutamente rinforzato e ricevette più volte armi e verrettoni allo scopo di mantenere elevato lo stato di costante efficienza difensiva.
I rapporti tra Camogli e la Genova dominata dai potenti Duchi di Milano furono sempre molto tesi e, dal 1428 al 1430, sono numerosi i documenti che riportano le diverse fasi di costruzione e rinforzo della torre. Questo lascia intendere che all'epoca, con ogni probabilità, il castello fosse costituito principalmente dal solo perimetro esterno di mura che poggiava direttamente sulla scogliera. Nel 1438, i partigiani del Duca di Milano smantellarono il perimetro del castello, ma in breve tempo gli abitanti di Camogli elevarono nuove difese, spendendo la somma di £ 450.
Nel 1448, in seguito ai continui contrasti da parte di Recco e Camogli con Genova, giunse l'ordine di consegnare il castello perché fosse distrutto. Solo sei anni dopo, venne ricostruito e, successivamente, consegnato al diretto controllo del Doge. Il castello di Camogli, però, continuò ad essere considerato un problema di sicurezza e, nel 1461, ne venne nuovamente decretata la distruzione. Questa volta, grazie a continue manovre politiche e, soprattutto, a repentini cambi di bandiera, il castello fu risparmiato.
Nel XVI secolo, nonostante alcuni adeguamenti relativi all'avvento delle armi da fuoco, il castello perse la sua importanza come fortezza e fu adibito a prigione.
I documenti storici e la cartografia superstite, confermata da Matteo Vinzoni ancora nel 1773, fanno ritenere che la forma del castello si sia mantenuta nel corso dei secoli relativamente inalterata: una parte bassa, a perimetro mistlineo, dominata da un torrione quadrato piuttosto tozzo. La sua struttura ci riporta alla mente il periodo delle incursioni dei pirati saraceni. In apparenza, il castello sembra proteggere più il porto che il borgo, anche se, visti gli affioramenti di scogli e le forti correnti durante il libeccio, questo fosse naturalmente ben difeso da eventuali tentativi di sbarco. Un sistema di segnalazioni visive, inoltre, doveva collegare la fortezza ad altre torri e fortificazioni lungo la costa. Il castello, anche in tempi recenti, ha subito modifiche sostanzialmente lievi, rivolte soprattutto ad un costante rinforzo delle strutture e delle fondazioni, sottoposte al continuo martellare delle onde. La leggibilità della piattaforma che fa da base al grande torrione quadrato munito di guardiole rotonde voltate a cupoletta, è stata quindi perfettamente mantenuta.
Le due foto riquadrate di questa pagina sono di Massimo Bisso. Le altre immagini sono tratte dai siti Agenzia Bozzo e Camogli, frammenti di ricordi. Qui è possibile trovare altre immagini di Camogli e indicazioni sugli autori.
©2002 Antonella Pasquale