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GENOVA, CASA DI CRISTOFORO COLOMBO,
torri di Sant'Andrea, porta Soprana
redazionale
Conservazione: buona.
Casa di Cristoforo Colombo, dal sito http://guide.travelitalia.com/it/guide/genova/casa-di-colombo/: «Nella prima metà del 1400 il nonno ed il padre di Cristoforo Colombo decisero di trasferirsi da Fontanabuona a Genova, poiché la città offriva migliori prospettive per la loro attività. I Colombo erano tessitori e commercianti di lana e si pensa che anche Cristoforo, prima di diventare marinaio e navigatore, abbia esercitato il mestiere di lanaiolo. Quella che vediamo nei pressi di Porta Soprana risulta essere l'ultima dimora della famiglia Colombo, ricostruita forse nel Seicento. Più probabilmente, la casa secentesca fu costruita sopra i resti dell’abitazione originaria. L’edificio si sviluppa su tre piani, ognuno dei quali si compone di tre locali abbastanza ampi. Il Comune acquistò la casa nel 1887 e vi fece murare una lapide commemorativa: "Nessuna casa ha nome più degno di questa. Qui, nell'abitazione paterna Cristoforo Colombo trascorse l'infanzia e la prima giovinezza". Di Cristoforo Colombo sono conservate a Palazzo Tursi alcune lettere autografe, il codice dei privilegi che gli furono concessi dai sovrani di Spagna, una teca con parte delle sue ceneri, scoperte a Santo Domingo nel 1887».
Torri di Sant'Andrea, porta Soprana, dal sito http://www.coopculture.it/heritage.cfm?id=174: «Nel 1155 i Genovesi temevano un attacco da parte di Federico Barbarossa. Per questo si affrettarono a realizzare un circuito di mura che abbracciava gran parte della città. L'ingresso principale, a levante, era costituito da Porta Soprana - o Porta di Sant'Andrea, dal nome del convento lì vicino - mentre la porta che volgeva verso ponente era la gemella Porta dei Vacca. Le due alte torri che inquadrano l'accesso della Soprana recano tutt'oggi due lapidi in latino commemorative dell'impresa. In quella di destra, entrando, si leggono i nomi dei personaggi che sovrintesero alla costruzione, mentre a sinistra uno scritto magnifica la potenza della città. Fra l'altro vi si legge: "Se porti pace ti è consentito di toccare queste porte, ma se cerchi guerra, te ne tornerai triste e vinto"».
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