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MONTESSORO, CASTELLO DEGLI SPINOLA

a cura di Antonella Pasquale

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I ruderi del castello: visione d'insieme.

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 Montessoro  Montessoro

 

I ruderi del castello  Dettaglio di una delle torri  Tratto di cortina muraria  Particolare di una delle torri  Dettaglio della volta all'interno del torrione

 

Una delle feritoie del castello  Dettaglio all'interno di una delle torri  Il trattato di Campoformio firmato da Napoleone Bonaparte

Epoca: secolo XI.

Conservazione: stato di rudere.

Come arrivarci

    

Cenni storici.

Costruito intorno al secolo XI, il primitivo castello di Montessoro fu inizialmente sotto la giurisdizione dei Vescovi di Tortona. In seguito, cambiò più volte proprietà fino al 1330, quando divenne possedimento della famiglia Spinola.

Nella prima metà del XIV secolo, furono proprio gli Spinola ad edificare, ad una quota più bassa, il castello di cui oggi possiamo ammirare i resti. A disposizione dei soldati del Duca di Orleans nel 1394, il castello seguì successivamente le vicende della famiglia Spinola, diventando il centro di controllo del feudo e la sede di un'importante prigione.

Il declino inesorabile iniziò nel 1797 con il Trattato di Campoformio e la fine dei Feudi Imperiali Liguri.

Originariamente molto semplice, il castello di Montessoro può essere immaginato come un grosso cubo merlato, con lati di circa 25 metri e due torri diagonalmente opposte a Nord-Est e a Sud-Ovest. La parte più curata è rappresentata senza dubbio dalle due torri. Particolari ancora evidenti della muratura sono le numerose buche pontaie e le feritoie, non particolarmente curate se confrontate con altre ancora osservabili nei castelli della zona.

Distribuito su più livelli e con una suddivisione che doveva essere alquanto complessa, allo stato attuale il castello è invaso dalle macerie e risulta pressoché impossibile una qualsiasi ricostruzione degli spazi interni. Di particolare interesse dovevano essere il piano interrato, adibito a prigione almeno fino al 1748, e l'oratorio privato dei signori del maniero.

   

  

   
©2002-2012 Antonella Pasquale. Il video non è stato realizzato dall'autore della scheda.

  

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