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SENAREGA, CASA-CASTELLO DEI FIESCHI

a cura di Antonella Pasquale

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La casa-torre o castello di Senarega.

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 Senarega  Senarega

 

Sezione trasversale: si nota in basso a destra una cisterna per l'acqua  La torre a pianta quadrata, forse la parte più antica dell'edificio  Il piccolo ponte d'accesso  Particolare della facciata: forse asportato lo stemma che la decorava, restano visibili tracce delle anteridi

 

La fontana interna e l'entrata al cortile  Particolare della fontana  Le "ciappe" di calcare marnoso che formano la copertura del palazzo


 


Epoca: tra XII e XV secolo.

Conservazione: non ottimale.

Come arrivarci

     

Cenni storici.

Il castello di Senarega trova origine nella signoria di Senarega e Chiappa, le cui prime notizie disponibili risalgono agli inizi del Duecento. Certamente possedimento dei Fieschi già nel 1418, nel 1838 passò alla chiesa di Senarega, che ne rimane l'attuale proprietaria.

La costruzione del castello Senarega-Fieschi può essere fatta risalire a due periodi ben distinti tra loro: il XII secolo, per quanto riguarda la torre a pianta quadrata; il XV secolo, per la sezione residenziale.
Torre e palazzo formano una struttura d'insieme molto semplice, con una copertura fatta con "ciappe" di calcare marnoso. Un piccolo ponte in pietra consente l'ingresso. Poche stanze, piuttosto grandi, occupano l'interno.

I sotterranei del castello rappresentano, se non la parte più interessante, certamente quella più inquietante e legata ad antichi racconti e leggende. La tradizione vuole che qui fossero le segrete, in seguito trasformate in cisterne per l'acqua. Una breve scala in pietra conduce in quella che viene chiamata la "stanza della tortura": grossi anelli di ferro sono affissi al soffitto e alle pareti parrebbero confermare la triste funzione di questa stanza.

Coperta da due tavole su uno zoccolo di pavimento, una botola piuttosto stretta, a forma di scivolo, sbocca in un ambiente in parte allagato. Sulle pareti dello scivolo, ora ribattute e ripiegate, sono fissate alcune lame di ferro disposte orizzontalmente. Si racconta che i condannati venissero gettati nella botola e fatti a pezzi dalle lame e che un successivo condotto scaricasse nel fiume quanto rimaneva dei malcapitati.

      

 

  
©200
2-2012 Antonella Pasquale. Il video non è stato realizzato dall'autore della scheda.

   


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