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BURONZO, CASTELLO CONSORTILE
redazionale
scheda cenni storici per saperne di più video
Sopra: vista del lato nord-ovest del castello di Buronzo. In basso, a sinistra: il portale d'ingresso; a destra: il castello visto da Piazza Cavour.
Sotto, a sinistra: il castello di Buronzo nella baraggia; a destra: la torre merlata.
Epoca:
Conservazione: tutto il castello consortile è di proprietà comunale e circa 1/3 è stato recuperato con un'imponente opera di restauro; presenta cucina attrezzata, ingresso disabili, sistema di condizionamento locali e sistema antincendio. Dopo gli interventi di restauro, dal cortile di accesso si può raggiungere il cuore più antico del castello, con le tracce della torre e delle basi murarie di edifici ascrivibili al secolo XI-XII. Attraverso un atrio, realizzato nei secoli XVII e XVIII, si accede alle cinque sale del corpo prospiciente Piazza Cavour, che si succedono senza soluzione di continuità e sono frutto di interventi dei secoli XVII e XVIII. In queste si possono ammirare i fascioni decorati con le “imprese”, commentate da “motti”, risalenti alla seconda metà del Seicento, nelle quali convivono moralismo controriformista e gusto barocco. Esse sono derivate dall’opera Imprese illustri di diversi (personaggi) del letterato Camillo Camilli, edita a Venezia nel 1586; e dalle Imprese sacre del vescovo Paolo Aresi, Venezia 1649. La visita del castello si conclude, accedendo attraverso due rampe di scale, al loggiato settecentesco, che consente una vista incomparabile sulla campagna, sulle prealpi biellesi e sul Monte Rosa.
Come arrivarci:
Buronzo deve il suo mirabile e imponente centro storico, esempio unico in Italia di tale portata e complessità urbanistica, al fiorire di una grande famiglia di antica origine feudale e, nonostante le ingiurie del tempo e l’insensatezza degli uomini, appare ancor oggi “una terra tutta di bei palazzi adorna”, com’ ebbe a scrivere nel 1848 Goffredo Casalis, e come si evince da un prezioso volume a stampa del primo Settecento conservato nell’Archivio della Mensa arcivescovile di Vercelli.
La storia della
famiglia dei signori di Buronzo ebbe origini a Casalvolone, un piccolo
centro a metà strada tra Vercelli e Novara, come si desume da due
investiture imperiali del 1039 e del 1152: con la prima Corrado II di
Franconia confermò a Guala di Casalvolone ben otto paesi e castelli, tra
questo anche il castrum Burontii; con la seconda, Federico I di Svevia
riconobbe ad un altro Guala di Casalvolone il diritto di amministrare e far
applicare la giustizia nel territorio di Buronzo, con il possesso dei
pascoli e degli altri beni di pertinenza imperiale. Alle investiture
imperiali s’aggiunsero quelle vescovili, di cui la più antica sinora
conosciuta e storicamente certa risale al 1202.
Tra la fine del secolo XII e l’inizio del successivo, dal ceppo dei
Casalvolone si costituì dai tre rami, Casalvolone, Ronsasco e Buronzo, il
ramo autonomo dei signori di Buronzo con Enrico II (notizie tra il 1197 e il
1225) e soprattutto Robaldo, non a caso considerato il vero capostipite
della dinastia dei Buronzo, del quale la prima notizia risale al 1226 e la
morte a prima del 1267.
La famiglia, ingranditasi a partire dall’inizio del XIV secolo, si divise in sette rami o colonnellati, che assunsero nomi diversi: Delle Donne, Agacia, Gottofredo, Plebano, Berzetti, Bucino, Presbitero (o Del Signore o Signoris). Si originò, così, quel vasto consortile nobiliare che giunse al pieno consolidamento nel secolo XIV e rifulse dal XV alla fine del XVIII secolo.
La potenza dei Buronzo si affermò particolarmente dopo la loro dedizione al conte Amedeo VI di Savoia (19 febbraio 1373): la protezione di Casa Savoia garantì ai Buronzo molti anni di sostanziale tranquillità e di prosperità economica, destinata a durare fino al sec. XVIII.
Il castello consortile
dei signori di Buronzo, al quale era addossato il ricetto (testimoniato
in atti pubblici del secolo XIV) oggi quasi del tutto scomparso, che
costituisce quasi per intero il complesso monumentale del centro storico, è
stato realizzato in quattro fasi storiche ragionevolmente definibili. La
prima, rispondente alle più antiche notizie sul castrum Burontii,
risale ai secoli XI-XII, di cui sono testimonianza i resti di una torre
e i basamenti murari, realizzati in ciottoli, resi visibili dai
recenti restauri. La seconda, riferibile al XIII, è rappresentata da un
edificio di strutture romaniche, realizzato verisimilmente quando iniziò la
linea autonoma dei Buronzo, con Enrico II e Robaldo. La terza, collocabile
fra il XIV e XV secolo, coincide con il momento in cui i Buronzo entrarono
nell’orbita dei Savoia .Allora il castello raggiunse la massima espansione,
caratterizzate dalle cortine murarie merlate ancora ben visibili. Nei secoli
successivi, dal XVI al XVIII, si ebbero ancora importanti interventi di
“ristrutturazione”, che riguardarono soprattutto, ma non solo, gli interni
degli edifici, e di “abbellimento” che mirarono a conferire un aspetto da
palazzo cittadino alle severe strutture originarie in mattoni a vista.
Siti: www.castellodiburonzo.it - info@castellodiburonzo.it - www.icastelli.it
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