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BRINDISI, CASTELLO DI MARE
a cura di Giovanni Membola
Il castello visto dal porto interno.
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Epoca. Le fortezze dell’Isola di Sant’Andrea, strategicamente posizionata all’ingresso del porto di Brindisi, simboleggiano la secolare difesa cristiana nei confronti dell’oriente islamico. Il pericolo dell’invasione turca è alla base della decisione di fortificare la città; pertanto nel 1481 Ferrante d’Aragona avvia la costruzione di una rocca a guardia del porto. Dopo soli 4 anni, Alfonso duca di Calabria trasforma il torrione a forma di castello. Ma solo nel 1492 può ritenersi completato, dopo l’isolamento della rocca e la definizione del salone al primo piano e le gallerie con volta a botte nel piano inferiore. Successivamente, nel 1558, iniziano i lavori di costruzioni del Forte, che hanno lo scopo di fortificare la parte restante dell’isola.
Conservazione: sono in fase di completamento i lavori di restauro che hanno riportato il monumento ai suoi valori storico-architettonici.
Come arrivarci. Il castello è antistante il porto di Brindisi. Suggestiva è la vista dell’antica struttura arrivando in barca o in nave mentre si attraversa il canale d’ingresso al porto. In auto lo si può raggiungere dalla SS 379 Bari-Brindisi, all’uscita “Casale” e proseguendo in direzione mare. Il castello è nei pressi della diga di Punta Riso: l’ingresso è ancora controllato dalla Marina Militare, quindi non è ancora aperto alle visite.
Il castello Aragonese, conosciuto anche come “Castello Rosso” per via del colore della pietra in carparo cavata nei pressi dell’isola stessa, inizialmente consisteva in una torre quadrata posizionata sulla punta esterna dell’isola. In quest’area inizialmente era inglobata l’antica chiesa di Sant’Andrea con annessa abbazia, successivamente distrutta.
L’opera di ampliamento operata da Ferdinando I vide la costruzione sul lato mare di un bastione triangolare, e verso il lato che guarda il porto di una torre circolare. La differenza di queste forme trova spiegazione nel diverso ruolo che le strutture svolgevano: funzionale quella del bastione triangolare che per la sua forma spigolosa poteva sostenere l’impeto del mare e soprattutto sfuggiva ai colpi di artiglieria; la torre circolare, detta di San Filippo, poteva alloggiare in copertura le batterie di pezzi in modo da colpire in ogni direzione. Inoltre alla sua base erano collocate due cannoniere per il tiro radente sullo specchio d’acqua antistante il castello.
L’intera costruzione assumeva così la forma di un triangolo isoscele. La realizzazione di altri due bastioni chiusero il canale originario, che generò una darsena (ancora esistente) che costituì l’unico accesso alla struttura fortificata. Questo ingresso veniva tenuto chiuso da una catena in ferro.
L’isola comunque presentava un ampio spazio libero ed indifeso, facilmente utilizzabile dai nemici per un assedio. L’episodio del 1528, quando si verificò lo sbarco di uomini ed artiglierie veneziane su questa parte dell’isola, sbarco efficacemente respinto dai cannoni del castello, consigliò la costruzione di un forte che servisse come antemurale al Castello, e che fosse ad esso collegato con un ponte in muratura. I lavori iniziarono sotto il regno di Filippo d’Austria, nel XVI secolo, ed ebbero la durata di ben 46 anni. Qui intervennero alcuni dei più famosi architetti militari dell’epoca: tra loro anche Giulio Cesare Falco del S.O.M.
Il forte non occupava l’intera superficie dell’isola, pertanto si pensò di isolarlo praticando un taglio nella roccia a nord, realizzando così il “canale vicereale”.
La costruzione assume forma triangolare con quattro bastioni: Tramontana e San Pietro che guardano la città, Intavolata e Santa Maria nel lato opposto. Gli alloggiamenti dei soldati erano ubicati nei tre lati della struttura, all’interno del quale vi era la piazza d’armi. L’ingresso al forte avveniva dalla darsena attraversando la Porta Reale, su cui vi è uno stemma di Filippo II. Alla destra della porta sorgeva una chiesetta, mentre sulla sinistra vi era la sede del comando militare.
Nel 1779 il castello venne attaccato dal vascello francese “Il Generoso”, che con le sue artiglierie smantellò una parte del forte e, nonostante la generosa resistenza, l’intera guarnigione cadde in mano ai francesi.
I locali del forte sono stati abitati sino ai primi anni ’80 da personale militare e dalle loro famiglie. Ma l’assoluta mancanza di manutenzioni, e le forti mareggiate che hanno distrutto in parte il muro di collegamento tra il forte e il castello, hanno causato gravi danni all’antica costruzione. Dopo anni di abbandono e di incuria, l’intera struttura è passata dalla Marina Militare al Ministero dei Beni Culturali e agli Enti locali, quindi, dopo i lavori di restauro quasi del tutto completati, oggi si assiste a numerosi dibattiti e innumerevoli proposte su come utilizzare questo antico baluardo.
©2002 Giovanni Membola. I video non sono stati realizzati dall'autore della scheda.