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CELLINO SAN MARCO, CASTELLO O PALAZZO BARONALE
a cura di Giovanni Membola
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Il Palazzo baronale o castello: facciata sulla piazza.
A sinistra: prospetto sulla piazza; a destra: ex portale di accesso (ora arco di comunicazione della piazza con via Mario Pagano).
A sinistra: “torre quadrata dagli speroni a sghembo”; al centro: particolare della torre; a destra: balaustra in pietra con colonne tornite.
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Come arrivarci: con la strada statale 613 Brindisi-Lecce, uscita per San Pietro Vernotico, quindi strada provinciale 75 per Cellino San Marco; con la superstrada E 90 (strada statale 7) Taranto-Brindisi, uscita per Mesagne, quindi strada provinciale 75.
Il Palazzo Baronale, detto anche Castello o Palazzo Comitale, è
posto nella piazza principale (largo Castello) di Cellino San Marco, il piccolo
centro agricolo a circa
Il palazzo, da oltre vent’anni disabitato,
oggi ha un aspetto di molto differente rispetto all’originale costruzione,
dovuto alle numerose e successive modifiche operate nel tempo. Dell’originaria
struttura si conserva la massiccia balaustra in pietra con colonne tornite sopra
il portale di accesso (ora arco di comunicazione della piazza con via Mario
Pagano) la stessa che percorre l'intero perimetro dell'edificio e che
caratterizza la costruzione.
Secondo alcuni documenti l’edificio è
stato iniziato nel 1578 quando il paese era un feudo governato, proprio da
quella data, da Giovanni Antonio Albrizzi I, che acquistò il feudo dalla Regia
Corte per la somma di 23.200 ducati. Questi governò il Casale di Cellino sino
al 1615, anno della sua morte.
Non avendo prole gli successe il nipote
Giovanni Antonio Albrizzi II, che si prodigò quasi certamente nella
continuazione ed al completamento dell’edificio, almeno nella parte
riguardante la “torre quadrata dagli speroni a sghembo” che si riferisce
alla parte destra guardando l’attuale palazzo.
Ma le date non sono mai state accertate in
quanto, nel Rilievo del feudo di Cellino del 1599, il castello non viene
riportato, forse perché ancora non completato nella sua costruzione.
Il primo conte di Cellino, Nicola Pasquale
Chyurlia, si adoperò per l’ampliamento della struttura, i cui lavori presero
avvio nel 1742. Venne aggiunta l’ala più a sinistra dell’edificio, qui fu
aggiunta anche l’araldica scolpita su pietra del casato, dove spiccano due
leoni ritti sulle zampe posteriori da una parte e tre gigli dall’altra.
La nobile famiglia, che nei suoi componenti
ha annoverato diversi cavalieri gerosolimitani oltre allo stesso conte eletto
cavaliere di Terra d’Otranto nel 1750, stabilì la propria residenza nel
palazzo cellinese quasi in concomitanza con la rivolta dei cittadini: questi
lamentavano le pessime condizioni di vita aggravate dai tributi governativi e
dagli obblighi verso i feudatari locali. Nell’archivio parrocchiale del 1742
è riportato che «la prigione del castello accolse ben presto sediziosi, e qui
le ire sbollirono e la fedele devozione al signore ritornò nel timore di più
tristi patimenti».
Nei beni immobili
del Catasto Onciario di Cellino, del 1756, risulta anche
il Palazzo Baronale tra le proprietà del conte (o barone) Chyurlia; nel
documento è riportato che l’edificio fu «edificato dai suoi antecessori, nel
luogo detto Il Castello con più e diversi membri superiori ed inferiori ed un
giardino pel proprio uso del suo Agente».
Nei decenni successivi il castello è stato
in parte venduto a diversi proprietari che ne hanno modificato notevolmente
l’aspetto, in particolare la parte alla sinistra dell’arco, guardando
proprio l’ex portale d’accesso, che nel suo aspetto non è più associabile
esteticamente alla restante parte dell’edificio.
In questo modo il castello ha perso nel tempo
il suo splendore originale.
Secondo Rosario Jurlaro «esso è forse
l’unica presenza barocca nell’architettura civile del paese».
Francesco Spina, Storia di Cellino San Marco dal Medioevo all’età moderna, 1985; Rosario Jurlaro, Storia e cultura dei monumenti brindisini, 1976.
Altre informazioni ed immagini nel sito: http://www.brindisiweb.com/
©2006 Giovanni Membola, testo e foto. Il video non è stato realizzato dall'autore della scheda.