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Fasano, masseria fortificata pettolecchia

redazionale

scheda    cenni storici


 

Immagini della masseria. Nell'ultima foto, il Casino ottocentesco.

 

 

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Cisternino


Epoca: tra XV e XVI secolo.

Conservazione: soddisfacente.

Come arrivarci: la masseria, posta a metà strada tra Bari e Brindisi, lungo la litoranea Savelletri-Torre Canne (territorio di Fasano), si raggiunge da una stradina a meno di due chilometri da Savelletri.

   

Cenni storici. 

Dal sito www.itriabarocco.net: «Il complesso si presenta circondato da un alto muro di cinta, interrotto solo dal portale d’ingresso. Il fabbricato principale è formato da una grande torre, a guisa di castello, con quattro torrioni ai vertici, e costituisce l’elemento più significativo di tutta la struttura. Per la sua posizione geografica non lontana dal mare e protetta dalla collina di Fasano, la “Pettolecchia” si aggiunge alla serie di torri interne e masserie fortificate, formanti una precisa linea di difesa dopo quella costituita dalle torri di avvistamento collocate lungo la costa.

L’origine della masseria, pertanto, si può far risalire alla fine del XVI secolo, in un periodo caratterizzato dalle invasioni piratesche che resero necessario un imponente impianto residenziale fortificato a scopo difensivo. Appartenuta alla famiglia Palmieri di Monopoli fino al 1962 la masseria presenta un piccolo fossato che lambiva la torre-castello, con un vecchio ponte levatoio a fare da unico accesso al piano dell’abitazione. All’interno del complesso la chiesa, sormontata da una cupola con sovrastante lucernaio e munito di rosone centrale, è stata completata nel XVIII secolo. Sulla porta d’ingresso dell’abitazione sono collocati, in successione verticale, un’epigrafe, lo stemma nobiliare della famiglia di appartenenza, una caditoia di dimensioni maggiori rispetto alle altre laterali e il campanile a vela. La scala, in evidenza rispetto al corpo principale della costruzione, si ricollega alla masseria attraverso un ponte in muratura con sottostante arco, costruito in sostituzione del precedente ponte levatoio. Scendendo in una cavità a destra della torre si trova una grotta rupestre, in seguito utilizzata come frantoio, di cui sono conservate, ancora oggi, le vecchie macine, e successivamente come penitenziario con celle ricavate lungo il perimetro della grotta.

La masseria, disabitata, che è appartenuta anche all’Ordine dei Gesuiti, è principalmente utilizzata per la coltivazione dell’ulivo e la produzione di olio. L’accesso al pubblico è consentito previo accordo con i tenutari del complesso». 

Dal sito www.masseriapettolecchia.it: «La masseria. Pettolecchia nasce alla storia nel XV secolo come azienda rurale, destinata specialmente alla produzione olearia. I cento ettari di uliveti della masseria producevano tonnellate di frutti, trasformati in loco nell’adiacente frantoio ipogeo. L’olio prodotto, l’oro liquido di Pettolecchia, veniva a rappresentare la fonte di ricchezza più grande per i proprietari, i nobili Palmieri, discendenti da una schiatta di grandi feudatari originari del Nord Europa. Nel cortile di masseria, disposti a raggiera intorno alla residenza padronale, sorgono l’agrumeto, la casa del fattore, la chiesetta, gli ovili, le vasche di raccolta dell’olio, le cisterne, il trappeto. La fortezza. L’edificio risulta costituito da una torre, massiccia e solidissima e da quattro imponenti bastioni angolari. La fortezza si presenta munita di una serie di elementi difensivi: un alto muro di cinta, caditoie e feritoie da cui sversare olio bollente sugli assalitori, camminatoio coperto e garitte per le sentinelle, sempre pronte sul terrazzo a dare l’allarme tramite campana o segnali di fumo. Il casino. Nella bellezza di una natura agreste incontaminata, sorge ”Il Casino”, splendida dependence ottocentesca di Pettolecchia. La linearità architettonica, la “rusticità”, la bucolicità vengono a rappresentare gli elementi più identificativi dello charme della masseria "Il Casino"». 

Dal sito www2.turismo.it: «Seminascostata tra gli ulivi campagnoli del comune di Fasano, si scopre alla vista questa maestosa masseria fortificata, risalente alla fine del 1500.  Appena la si vede, si ha la sensazione di ammirare un castello delle favole, tanto ricorda un antico maniero, con quel ponte in pietra, a sostituzione di quello levatoio, e le torri laterali al corpo centrale. Nel periodo della sua costruzione si era resa necessaria un’attenta difesa delle popolazioni e del territorio, per via delle scorrerie piratesche che giungevano dal mare, così le torri della masseria servivano d’aiuto a quelle costruite lungo la costa.  La Pettolecchia fu di proprietà della famiglia Palmieri fino al 1962, quando fu venduta, insieme al vasto terreno, all’Ordine dei Gesuiti: tutt’ora sono visibili gli stemmi della famiglia, sopra il cancello d’ingresso alla proprietà, sulla porta d’accesso all’edificio e sulla volta del salone centrale del primo piano. Questi stemmi, sono le uniche decorazioni presenti nel complesso: si nota, infatti, la severità dell’edificio, la seria compostezza solenne con cui sorge tra gli ulivi, a ricordare la dignità che aleggia intorno questa antica dimora, carica di storia.

Il complesso comprende, oltre alla masseria, anche delle stalle, il frantoio e una cappella sormontata da una cupola, con rosone centrale, completata ne 1700. Un’interessante caratteristica della masseria è l’insediamento rupestre, alla destra della torre. Si tratta di un classico esempio di architettura spontanea: scavati nella roccia si scoprono degli ambienti, antecedenti la costruzione dell’edificio principale, in cui , successivamente, è stato adibito il frantoio, poi trasformato in carcere. Sono, comunque tutt’ora visibili le vecchie macine. Purtroppo questa imponente opera rurale è in stato di abbandono. Quasi tutti gli edifici sono usati come deposito. Attualmente si coltiva solo l’ulivo e si produce l’olio, l’allevamento di bestiame è stato abbandonato da tempo. Il colono non vi riside, anche se esiste una costruzione del XX secolo, che viene usata come spogliatoio e rimessa. Ma il grado di conservazione è tutto sommato soddisfacente, se si considera che altre masserie della stessa zona sono completamente inagibili». 

   

  

©2017. Le foto sono tratte dal sito www.masseriapettolecchia.it.

      


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