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SERRANOVA, CASTELLO SERRA
a cura di Domenico Basile, direttore de La lanterna del popolo
Il castello: oggi e ieri.
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Epoca: primo impianto del secolo XIV.
Conservazione: buona.
Come arrivarci: con la strada statale 379 Bari-Brindisi, uscita Serranova al km 35.
Ubicato a circa 9 Km da Carovigno, Serranova è un piccolo borgo facente parte del medesimo territorio di Carovigno. Esso è composto da poche case, abitate sia d'estate che d'inverno, da una piccola scuola elementare, da pochi altri servizi, da una bella chiesa e da un castello di modeste dimensioni, che fungeva da residenza estiva dei principi Dentice di Frasso di San Vito dei Normanni.
Questo è costituito da una torre quadrata, che fu costruita su un altro antico edificio risalente, probabilmente, al 1350, contornata da tipiche case medievali di piccole dimensioni tutte unite tra loro.
L'accesso era possibile tramite l'abbassamento di un ponte elevatoio che metteva in comunicazione la torre con una scala ricavata su di un fabbricato indipendente dalla cinta muraria.
Il salone risulta molto caratteristico per le sue velature affrescate rappresentanti personaggi del XVII secolo.
Sembra che questa stanza, delle dimensioni 7 per 9 mt, sia stata in un primo tempo tutta affrescata, come
dimostrano alcune parti di essa e che in un secondo momento sia stata imbiancata a calce.
L'edera e la vite americana, usuale nell'addobbo esterno dei castelli di Carovigno e San Vito posseduti dalla casa Dentice, ha qui abbondantemente amalgamato e fuso in un
unicum il vecchio ed il nuovo e solo un esame particolareggiato può far distinguere le strutture dell'antico nucleo della fortificazione.
Quest'ultimo risulta rinforzato ai quattro lati da costoloni di carparo prelevato, con molta probabilità dalla cava vicina di Monte Stazzo.
Un particolare interessante di questa torre è costituito da un sistema di caditoie che perimetralmente si estende per tutta la cima della torre e che dava la possibilità di buttar giù olio e pece bollente per tutto il perimetro della stessa in caso di attacco di barbareschi.
Un parapetto a mezzo busto, sporgente, e montato sullo spigolo dei beccatelli, servito da un sistema di feritoie strombate, permette l'osservazione delle zone che, dalla marina, si estendono sino alla masseria senza che tale operazione possa essere vista dall'esterno.
Dei 116 beccatelli che lo sostengono, i quattro degli angoli si vedono decorati e fungono da doccioni.
Una tesi molto accreditata sostiene che il nome del borgo, conseguentemente acquisito dal castello, derivi dal cognome dell’antico feudatario proprietario, nel XVI secolo, del complesso in oggetto, il nobile genovese Ottavio Serra.
A rafforzare tale tesi concorrono alcune testimonianze di persone del XVII secolo che ricordano come la
masseria che oggi si chiama Serranova era conosciuta come la Difesa del Palombaro.
Il toponimo di Serranova, quindi, voluto dal barone Serra, stava ad indicare una precisa sua volontà nel lasciare un segno tramandabile ai posteri della sua presenza nel feudo di Carovigno.
In effetti, tale tesi è ulteriormente suffragata dal fatto che, guardando bene la torre da uno qualsiasi dei suoi lati, immediatamente sotto la linea dei beccatelli, ci si accorge dell'esistenza di due file di alloggi quadrati per i colombi la cui alternanza, vuoto-pieno, altro non è che la versione ingrandita dell'arma del casato Serra.
Ma facciamo un passo indietro.
Nel 1382 ne diviene proprietario il principe di Taranto Raimondo del Balzo Orsini.
Già nell’inventario di Raimondo del Balzo Orsini del 1396, abbiamo una testimonianza scritta dell'esistenza di una masseria, tale fabbricato, però, era conosciuto come masseria del Palombaro, ancora non si fa menzione, in quel tempo, del
castello di Serranova. è da allora che l’attuale Serranova diventa territorio annesso al feudo di Carovigno e come tale seguì tutte le sue vicissitudini.
Il principe Raimondo del Balzo Orsini muore nel 1407, lasciando tutti i beni, compresa la masseria del Palombaro, alla moglie, la Regina Maria d'Enghien, Contessa di Lecce.
Nel 1464 la proprietà perviene nelle mani di Bartolomeo del Balzo Orsini. Nel 1492, il feudo di Carovigno viene concesso dal
re Ferdinando I d'Aragona al barone Giovan Gaspare De Loffreda, proveniente dall'illustre famiglia napoletana che vanta uomini famosi nelle armi e nel governo.
Ai Loffreda succede il marchese Padula, nel 1595, e quindi, nel 1597 la proprietà passa ad Agostino Caputo.
Come già accennato, per la precisione nel 1619, la proprietà passa in proprietà alla nobile famiglia genovese Serra,
quindi nel 1629 ad Ottavio Serra, il quale edificò il castello e fece costruire anche un piccolo villaggio intorno.
Fu da questo momento che la masseria prese il nome che attualmente connota il piccolo borgo: Serranova.
Il castello di Serranova fu oggetto di parecchie alienazioni di feudatario in feudatario: da Ottavio Serra a Scipione Costaguto nel 1653, da questi alla famiglia Castaldo, quindi a Giulio di Sangro nel 1684, infine nel 1702 giunse nelle mani del
barone Granafei, che diede lustro a quel territorio, rinomato per la sua estensione e per il rilevante numero di alberi di ulivi secolari che inglobava.
Nel 1742, il feudo ed il castello di Serranova pervennero a Michele Imperiali
principe di Francavilla Fontana e signore di Carovigno. Con la morte di Michele Imperiali, che non ebbe alcun successore, avvenne l'ultima devoluzione al Fisco nel 1782.
L’aspetto nobile della storia del piccolo castello si conclude con il possesso acquisito nel 1792 dal
principe Gerardo Dentice di Frasso, il quale acquista il Castello di Serranova dal fisco.
La famiglia Dentice di Frasso dedicò molta cura fino alla prima metà del XX secolo, affinché si riattivassero le attività che avevano caratterizzato il feudo nel corso della storia.
Nel 1904 il castello, adibito a residenza estiva, perviene al conte Alfredo Dentice di Frasso.
Nel 1976 viene venduto dal principale erede testamentario della nobile casata, il
conte Luigi Dentice di Frasso ad altri privati ed è tuttora inaccessibile al pubblico.
Particolare del complesso feudale è la cappella del XVII secolo che si trova nei pressi del castello.
è costituita da una navata con tre altari e fu elevata a parrocchia per volere di Ottavio Serra nella prima metà del ‘600.
In uno di questi altari è conservato il famoso "Crocifisso di Serranova", un crocifisso in legno del 1700 al quale vengono attribuiti poteri miracolosi, tanto che su di esso la tradizione popolare ha tramandato più di una leggenda.
Esso dovrebbe essere di provenienza marinara, precisamente da una imbarcazione il cui equipaggio, salvatosi per miracolo da un violento temporale sulla costa di Torre Guaceto, volle fare dono alla cappella di Serranova come ex voto per la grazia ricevuta.
Il 3 maggio di ogni anno il "Crocifisso di Serranova" viene portato in processione per scongiurare eventi calamitosi o siccitosi.
Ma ancora, accanto a questo altare, c’è una spada miracolosa che, sempre secondo la tradizione popolare, avrebbe salvato da sola alcuni cittadini del borgo antico dall’attacco dei turchi, tagliando la testa ad uno di essi e facendo di conseguenza fuggire gli altri.
Infine, a testimoniare l’intensa attività agricola di tipo oleario che caratterizzava la zona sin dal medioevo, vi è vicino alla cappella, scavato nella roccia, un antichissimo "trappeto" (antica denominazione di frantoio), dove le olive venivano lavorate e trasformate in olio.
Sito di riferimento: Il castello di Serranova
©2005 La lanterna del popolo; riproduzione su esplicita autorizzazione. Le prime due immagini sono tratte dal sito Agricole Vallone