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MONTE SANT'ANGELO, CASTELLO

a cura di Luigi Bressan; testo di approfondimento di Alberto Gentile

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La Torre dei Giganti. In basso, interno del castello: resti delle mura e della scala d'accesso agli spalti, e il castello visto dall'alto.

 

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La Torre dei Giganti e un tratto delle mura castellari  La Torre dei Giganti  La Torre dei Giganti  La Torre dei Giganti  Il castello in un'immagine d'epoca  Immagine d'epoca

 

Ingresso del castello  Il fossato  Interno: resti delle mura  Cortina muraria lato sud  Fossato, lato sud  Tratto di mura  Uno dei torrioni aragonesi

 

Resti della torre quadrata  Torre quadrata: porta al primo piano con stipiti scolpiti  Torre quadrata: particolare della porta al primo piano  Torre quadrata: particolare della porta al primo piano  Vano interno del castello  Vano interno  Vano interno

 

Il castello visto dall'alto  Il castello visto dall'alto  Un'immagine del borgo medievale, oggi quartiere Junno  Il quartiere Junno, che si vuole derivi il nome da quello del mitico re Pilunno  Il campanile ottagonale (voluto da re Carlo I d'Angiò, seconda metà del secolo XIII) della basilica di S. Michele Arcangelo  Il campanile ottagonale visto dall'alto

 

Veduta prospettica della città, dall'Atlante di G. B. Pacichelli, 1703  Il castello visto da sud-est, foto d'epoca


 

 


Testo di approfondimento. 

Nel 493 il vescovo di Siponto fece costruire una chiesa nei pressi della grotta in cui, secondo la tradizione, era apparso l’Arcangelo Michele per difendere la città dai barbari. La chiesa fu un santuario longobardo, poi avamposto della chiesa latina e quindi meta di pellegrini e crociati. Sotto Federico II questo santuario acquistò ulteriore fama, divenendo sempre più luogo frequentato da fedeli, religiosi e sovrani.

Il castello di Monte Sant'Angelo, collocato nella parete nord-ovest della città a pochi metri dalla basilica di San Michele Arcangelo, domina dall'alto del monte Gargano tutto il golfo di Manfredonia.

Le più antiche testimonianze storiche sull'edificazione della fortezza, risalgono ai tempi di Orso I, vescovo di Benevento e Siponto, il quale, se si deve far fede a quanto riportato in un documento del principe longobardo Pandolfo (datato 979), avrebbe fatto edificare ex novo, negli anni 837-838, il «castellum de Monte Gargano», il cui nucleo primitivo subì, nel corso dei secoli continui ampliamenti e rifacimenti. Con l'avvento dei Normanni, il castello divenne dimora dei principi della signoria dell'«Honor Montis Sancti Angeli»; fu di Rainulfo I Drengot, conte di Aversa, e poi di Roberto Guiscardo, il quale, nella seconda metà del XI secolo, dopo aver cinto di mura la città, fece riedificare la sua parte più antica: la cosiddetta Torre dei Giganti, poderosa costruzione di forma poligonale, alta 18 metri e con mura spesse 3,70 metri.

Con la dominazione sveva, assurse a grande importanza nel sistema di difesa del Gargano, tanto da essere uno dei tre castra exempta, ovvero castelli privilegiati. Nello stesso periodo il castello subì sostanziali restauri ed ampliamenti, per renderlo degno di ospitare la sua amante Bianca Lancia, alla quale Federico II concedeva la «signoria dell'Onore di Monte S. Angelo». è ancora ben conservata di quella epoca una elegante sala duecentesca con grande pilastro centrale e volte ogivali, comunemente detta Sala del Tesoro.

Gli Angioini ebbero grande cura per la fortezza, ma purtroppo, di essa si servirono prevalentemente come prigione di Stato. I principi Durazzeschi ne fecero il loro quartiere generale nella guerra contro i cugini Angioini, e la loro dimora abituale; qui, infatti, nel 1351 vide la luce Carlo III di Durazzo, che divenne poi re di Napoli e d'Ungheria. Toccò tuttavia agli Aragonesi portare il castello all'antico splendore. Nel XV secolo, tra il 1491 e il 1497, il castello assunse l'aspetto che conserva tuttora. Il pericolo incombente delle invasioni turche, e l'invenzione delle armi da fuoco, resero indispensabili interventi radicali di costruzione (dovuti con tutta probabilità a Francesco di Giorgio Martini, il più o ingegnere militare del XV), quali: 

- altissime cortine con doppio ordine di finestre; 

- due robuste torri circolari, agli estremi dei lati Sud e Ovest;

- un torrione a pianta ogivale (a mandorla), come difesa antemurale ad Est, lungo 21 metri ed alto 11;

- il fossato e l'ampio portale d'ingresso munito di ponte levatoio, un tempo sorretto dal primo dei due archi, su cui poggia l'attuale ponte in pietra.

Per poco più di un ventennio, dal 1464 al 1485, la fortezza appartenne prima all'eroe albanese Giorgio Castriota Scanderbeg (muore nel 1468), quindi al figlio Giovanni. Poi Federico, ultimo re aragonese, nel 1497 lo concesse a Consalvo da Cordova, detto il «Gran Capitano».

Nel 1552 il castello passò nelle mani dei Grimaldi che assunsero anche il titolo di baroni di Monte Sant'Angelo, fino al 1802, allorché per volere di Ferdinando IV di Borbone venne ceduto al cardinale Ruffo di Calabria che lo trovò barbaramente smantellato dai liberali del tempo per una malintesa manifestazione di odio contro il feudalesimo. Gli eredi del cardinale Ruffo infine vendettero il castello al Comune di Monte Sant'Angelo nel 1907.

Recenti studi hanno evidenziato che il castello di Monte Sant'Angelo è stato costruito su di una necropoli dell'età del ferro.

   

 

   

©2002 Alberto Gentile (il testo è stato pubblicato nel sito Stupor mundi). I video non sono stati realizzati dall'autore della scheda.

    


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