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LEVERANO, TORRE
a cura di Giuseppe Resta
Veduta della torre.
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Conservazione: la struttura è in condizioni discrete.
Come arrivarci: il centro urbano del Comune di Leverano (popolazione: 13.526; superficie: 48,77 kmq; distanza dal capoluogo: 20 Km) si può raggiungere dalla strada statale 101 (Salentina di Gallipoli) o da strade provinciali varie interne.
Le ricerche archeologiche compiute sul territorio di Leverano hanno contribuito a districare la questione sulla origine storica del territorio. All'interno di una grotta a sud ovest dell'abitato sono stati rinvenuti frammenti ceramici e strumenti litici risalenti al Neolitico. Inoltre un insediamento protostorico a capanne è venuto alla luce lungo la costa, in località Scalo di Furno, sulla penisoletta di Porto Cesareo che porta lo stesso nome. Recenti scavi, hanno infine rivelato la presenza di un luogo di culto messapico consacrato alla dea Thana risalente al VI secolo a. C.
Leverano,
prossimo al mare, subì spesso le scorrerie dei pirati che, tra Medioevo ed Età
Moderna, afflissero l'area meridionale. Furono pesantissimi gli effetti delle
incursioni dei Vandali di Genserico, nel 456, dei Goti, nel 538.
Nel
IX secolo fu conquistata dai Saraceni.
Il
casale godette di un ottimo periodo di tranquillità sotto la dominazione
normanna, nell'XI e XII secolo, e sotto quella sveva nel XIII. La città divenne uno
dei centri più importanti e si vuole che sia stato l'imperatore Federico II a
munirlo della imponente torre a difesa dell'abitato.
A
partire dal XIII secolo, Leverano entrò a far parte della contea di
Copertino, assieme ai territori di Galatone e Veglie.
In
seguito Leverano fu protetta da un circuito di mura provviste di relativo
fossato, costruito nella prima metà del XV secolo da Tristano Chiaromonte e
consolidato da Carlo V nella prima metà del secolo successivo.
In seguito Leverano con tutto il ducato di Galatone e Copertino passò ai Castriota e poi fu venduto agli Squarciafico. A questi subentrarono dinasticamente i marchesi Pinelli ed i Pignatelli, fino al 1806, anno in cui Giuseppe Bonaparte pose fine alla feudalità (vedi cronologia della feudalità).
Essa, insieme agli altri fortilizi pugliesi di Oria, Mesagne e Uggiano Montefusco, rappresentava la punta avanzata del sistema difensivo della Terra d'Otranto.
La torre è alta circa 28 metri. La principale difesa consisteva nel basamento quadrilatero scarpato e merlato e protetto da un largo fossato scavalcato, un tempo, da un ponte levatoio. Il fossato è oggi scomparso. Il basamento presenta quattro rinforzi sporgenti agli angoli. Sulla parte superiore del basamento resistono delle mensole lapidee scalettate che supportavano un corpo a sporgere ora perduto. La torre ha forma parallelepipeda a base quadrata, con le facce orientate secondo i punti cardinali ed anch'essa è provvista di merli. Oggi è inserita per tre lati nel nucleo edilizio del centro storico nei pressi della direttrice che porta a Copertino. Solo un lato è direttamente accessibile, quello opposto alla Piazza. Proprio sulla facciata a scarpa del basamento della torre, alcuni anni or sono, è stata affiancata una scala in muratura per agevolare l’accesso al piano primo.
La porta di
accesso al piano terreno è verosimilmente postuma. All'interno la torre era
divisa da impalcati lignei, tipici dell'architettura normanna, in quattro
piani. Oggi i solai lignei intermedi sono crollati. Si conserva invece la bella copertura ogivale, con costoloni bicromi, a
conci alternati bianchi e scuri ed un camino con una coppia di capitelli
decorati. Qualche secolo fa, il piano terra è stato ricoperto da una volta a
botte. Sempre a questo piano si trova un camino che utilizza la stessa canna
fumaria dei camini che si trovano al secondo e ultimo piano. Questi ultimi
sono finemente decorati con capitelli e fregi che presentano un motivo a
foglie di cardo intrecciate.
I diversi piani sono collegati da una scala lapidea elicoidale che si sviluppa all'interno della muratura fino all'ultimo piano. Sulla facciata il percorso della scala è messo in risalto dallo spostamento verso il centro delle facciate interessate del leggero avancorpo murario che per tutta l’altezza rinforza gli angoli della torre. Le aperture non sono perfettamente allineate, erano costituite da delle bifore nell'ultimo piano (attualmente sono chiuse, rimaneggiate o danneggiate) provviste di un davanzale sporgente e da delle monofore quadre negli altri piani. Queste ultime sono decorate esternamente da una seghettatura su pietra calcarea bianca del tipo “leccese” secondo un tipico primitivo stilema normanno-saraceno.
Identico decoro è riscontrabile
anche in una ghiera decorativa venuta alla luce nella parte che si ritiene
risalire all’età sveva del vicino castello di
Galatone. La
scala, invece è illuminata da delle piccole feritoie. La torre termina con
una serie di beccatelli ed archetti che sorreggono un avancorpo terminale alla
stessa sporgenza degli avancorpi che corrono per tutti gli angoli
dell’edificio. L’avancorpo e guarnito sul coronamento terminale da una
serie di mensole murarie scalettate abbastanza rovinate che oggi non reggono
più nessun corpo sporgente.
La
torre è attualmente inutilizzata, non ne è consentito l’accesso. Le
condizioni sono globalmente discrete.
Indirizzo Municipio: via Turati. CAP: 73045. Prefisso: 0832.
Siti Web: http://www.comune.leverano.le.it - www.prolocoleverano.it/index2.htm
E-mail: info@comune.leverano.le.it
©2004 Giuseppe Resta; aggiornamento per i video 2011. La sezione della torre, ad opera dell'arch. Giuseppe Quarta, è tratta dal sito della Pro Loco. I video non sono stati realizzati dall'autore della scheda.