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OTRANTO, CASTELLo ARAGONESE
a cura di Lucia Angelica Buquicchio
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pag. 1 - pag. 2 scheda cenni storici approfondimento video
Il castello di Otranto. In basso, il castello visto dall'alto.
In basso, terza torre del castello, con piano inferiore troncoconico e piano superiore cilindrico, divisi da un cordolo.
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Conservazione: nel complesso la struttura è in buono stato.
Come arrivarci: da Bari la strada statale 16 conduce direttamente a Lecce, poi si procede in direzione sud verso Maglie fino all’uscita per Martano. Di qui la strada conduce direttamente ad Otranto.
La città di Otranto si affaccia sulla costa, all’estremità
sud-orientale della Puglia. È nota soprattutto per il sacco da parte dei
Turchi che nel 1480 distrussero la città e piegarono il suo sistema
difensivo.
Prima del triste episodio del XV secolo,
Otranto doveva sicuramente contare su strutture difensive - castello compreso
- di una certa rilevanza, come dimostra la testimonianza dello Statutum de reparatione
castrorum (1241-1246), che riporta le disposizioni federiciane in materia di
manutenzione in riferimento anche al castrum
Ydronti. Si dice: «In primis castrum Ydronti
reparari potest per homines eiusdem civitatis, ecclesie Ydrontine et aliarum
ecclesiarum eiusdem terre habencium feuda ibidem et per barones eiusdem terre
et per homines et ecclesias habentes feuda honore castri».
La situazione che emerge non si delinea
nitidamente; si comprende comunque che alla manutenzione del castello di
Otranto doveva provvedere una quantità non trascurabile di persone (per homines della stessa
città, anche per
barones e per ecclesias di Otranto e di altri luoghi limitrofi). Il tutto fa pensare ad una
struttura fortificata di un certo peso all’interno del sistema castellare
svevo.
Un’altra testimonianza ci informa di
un mandato di Carlo I d’Angiò. Questi, in data 4 maggio 1284, nominava Guilielmus
Quatragintasolidi provveditore
dei castelli provveditore
(responsabile) dei castelli di Terra di Bari e Terra d'Otranto. Nel mandato vengono impartite
disposizioni generali e quindi valide per tutti i castelli di quei territori:
in breve in esse si parla delle responsabilità e dei doveri del provveditore nei confronti dell’operato dei castellani e della
guarnigione (i servientes) all’interno
del castello. Si parla anche del rifornimento di viveri, della presenza di
prigionieri, della facile deperibilità delle municiones. Implicitamente, quindi, queste informazioni sull’amministrazione dei
castelli dovevano interessare anche la situazione del castello di Otranto.
Oggi esso, in parte modificato, presenta una pianta pentagonale irregolare ed è dotato di tre torri circolari angolari; il quarto angolo si protende verso il mare, alto come lo spigolo della prua di una nave. L’ingresso del castello si trova sul lato nord e sul portale campeggia lo stemma di Carlo V. Il sistema difensivo risale dunque all’epoca dei Viceré spagnoli (XVI secolo), ma dovevano esserci anche strutture preesistenti (possiamo ipotizzare svevo-angioine), come hanno dimostrato i documenti su citati. Si possono inoltre ammirare le tre torri (Torre Duchessa, Torre Ippolita, Torre Alfonsina); attraverso quest’ultima si accede all’interno della “città vecchia”. Il tratto di mura che conduceva dal castello alla Torre Duchessa fu abbattuto nel corso del XIX secolo per realizzare una strada di collegamento con Uggiano la Chiesa. Dall’altro lato la Torre Duchessa si ricollega con la Torre Ippolita mediante una lunga cortina muraria, chiudendo così l’anello di fortificazione dell’antico nucleo di Otranto.
http://it.wikipedia.org/wiki/Castello_di_Otranto
Vedi anche Il castello di Otranto nei francobolli, in Medioevo filatelico, a c. di Ruggero Gormelli.
©2001 Lucia A. Buquicchio; aggiornamento 2012. I video non sono stati realizzati dall'autore della scheda.