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SAVA, PALAZZO BARONALE
a cura di Gianluca Lovreglio
Vedute del palazzo baronale.
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Epoca:
secolo
XVI, sulle strutture di una masseria.
Conservazione: restaurato, è la sede del Municipio.
Come arrivarci: con l'autostrada A14 Bologna-Taranto o A16 Napoli-Taranto, uscita al casello di Taranto, o con la strada statale Bari-Taranto sino a Taranto: da qui seguire le indicazioni per Lecce. Sava è a circa 28 Km dal capoluogo.
In un documento del 1417 della regina Giovanna I D'Angiò troviamo la prima menzione del casale di Sava facente parte del Principato di Taranto. Nel 1520 il feudo di Sava, che comprendeva gli antichi casali di Aliano e Pasano, passò alla famiglia Prato di Lecce che tenne la Baronia sino al 1630.
Nicola Prato, negli anni in cui ebbe la Baronia di Sava, dimorandovi solo nei mesi estivi ed autunnali, abitava un antico fabbricato della masseria che sorgeva nella stessa area dove ora è ubicato il castello. Egli pensò di edificare una dimora baronale ma la precaria situazione politica gli impedì di portare a compimento tale progetto che invece fu realizzato dal figlio Pompeo.
Il castello di Sava, dall'aspetto severo, era dotato solo di un piccolo recinto con fossato, ed era privo di un maschio.
Aveva la forma di un quadrilatero, con nel sottopiano il frantoio, il mulino, i granai ed i magazzini, nel piano terreno grandi vani con volte a botte, dimora del castellano e rimessa. Le camere del primo piano sono grandi e spaziose, piene di luce e di aria, con larghe finestre dalla profonda strombatura che guardavano intorno al castello oltre la muraglia del fossato. In ciò si discosta dai castelli cinquecenteschi, che, essendo ordinati più a fortezza che a dimora, aprivano le finestre sugli spazi compresi dalle varie cinte.
Successivamente al 1743, anno in cui fu assegnato ai Padri della Compagnia di Gesù, il castello fu trasformato in convento divenendo così un austero luogo di preghiera. Nel 1884, il castello fu acquistato dal Comune che lo destinò a sede municipale, scuola ed altri uffici pubblici, subendo notevoli trasformazioni.
Attualmente un intervento di recupero ha interessato il frantoio e la parte posteriore del palazzo.
©2003 Gianluca Lovreglio. La prima immagine (inserita nel 2014) è tratta dal sito http://castelliere.blogspot.it.