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TARANTO, castello ARAGONESE
a cura di Gianluca Lovreglio
Il castello aragonese di Taranto. In basso: veduta aerea; in evidenza il rivellino rivolto verso il golfo.
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Epoca:
XV-XVI
sec. (l'attuale struttura).
Conservazione: buona.
Come arrivarci: A-14 Bari-Taranto; statale 7.
Dopo
la conquista romana le mura magno-greche della città di Taranto furono
completamente distrutte, come naturale punizione e umiliazione. Fino almeno al
VI secolo, ma anche oltre, Taranto non fu dotata di un impianto strutturale
che potesse ragionevolmente intendersi come castello. Se è vero che Procopio
di Cesarea chiama Taranto «fortezza», la sua testimonianza può riferirsi
alla città presa nel suo complesso, piuttosto che ad un impianto militare
difensivo vero e proprio. Nell’età che vide Taranto sotto la dominazione
bizantina, i dominatori edificarono, insieme alla città, un frourion,
una rocca, una struttura fortificata che presumibilmente non era altro che un
raddoppio delle mura nel punto della città, il più alto, che costituiva
l’antica acropoli. Furono i Bizantini, quindi, che intorno al 967 d. C.,
chiudendo una parte angolare delle mura di fortificazione della città,
crearono un primo nucleo della principale fortezza medievale di Taranto.
Veri
costruttori di un castello a Taranto potrebbero essere stati i Normanni, che
approfittando della posizione strategica dell’opera fortificata nei
confronti della città, e della città nei confronti del Mediterraneo, ne
sfruttarono le caratteristiche “militari”.
Federico
II e gli Svevi tralasciarono la struttura, pur considerandola fondamentale nel
sistema castellare del regno (non fu mai messa in discussione la sua natura di
castrum exemptum): ordinarono
lavori di ristrutturazione tanto puntuali nella descrizione quanto nella
mancata esecuzione. Per vederli realizzati bisognerà aspettare ancora quasi
un secolo. Le fonti del periodo normanno e svevo non ci consentono di
congetturare l'edificazione di un vero e proprio castello: tuttavia, ben
analizzando la documentazione successiva, la fortezza fatta costruire dagli
Aragonesi con l'intervento (vero o presunto) dell'architetto Francesco di
Giorgio Martini dal 1486 al 1492, sembra non essere una costruzione ex novo,
ma una resa in forma più ampia e robusta - «in
ampliorem firmiorem formam» - di un castello caratterizzato da
un'architettura militare di tipo normanno.
Da
alcune fonti cronachistiche e altri documenti è possibile invece ipotizzare
che Taranto fosse dotata, in età normanna, oltre che di un castello anche di
una cinta muraria, aperta da una parte sulla via che conduce a Bari (Porta
Napoli) e dall’altra su quella che conduce a Lecce (Porta Terranea). Nel
lato ovest (verso il Municipio) è posto l'ingresso principale del castello.
E' questa la zona, con quel ponte d'accesso, dove secondo lo Statutum
de reparatione castrorum (1241-1245) dello svevo Federico II era presente
un barbacane che aveva bisogno di riparazioni. Proprio al centro del ponte che
attualmente unisce l'ingresso del castello con la strada, scavalcando il
fossato, è presente uno «slargo» di forma quadrangolare: è la
testimonianza del barbacane?
All'interno
vi è una corte, circondata da possenti cortine murarie cinte ai quattro lati
dalle torri cilindriche e fornito dal lato sud con un rivellino che avanza
verso il mare.
Dalla
seconda metà del XIV secolo il castello di Taranto rafforza le tradizionali
funzioni di carcere, come appare dai documenti del cosiddetto Libro
Rosso. Un manoscritto dell’Archivio Dipartimentale di Marsiglia del 1406
riproduce il giuramento di fedeltà - o omaggio feudale - al sovrano Luigi II,
di Maria d’Enghien quale principessa di Taranto. La cerimonia, divenuta
famosissima e ricordata ancora oggi, si tenne «in
castro Tarenti in sala magna dicti Castri», alla presenza di tutti i
notabili del Principato.
Elemento
di continuità nella fortezza è certamente la cappella, le cui notizie
accompagnano ininterrottamente la storia del castello dal Medioevo ai giorni
nostri. Sino agli anni 1269-1270, sulla scorta delle notizie dei Registri
della Cancelleria Angioina, essa era dedicata alla Vergine. Nel 1277 appare
per la prima volta citata col nome di S. Leonardo, nome che conserva tuttora.
La
struttura originaria del castello era completata dalla torre S. Angelo, la più
grande, abbattuta nel 1883 assieme ad altre due torri della cortina muraria,
per far posto al ponte girevole e al canale navigabile. Nel corso della sua
storia il castello aragonese è stato spesso utilizzato come carcere (fine
1700), mentre dal 1887 è proprietà della Marina Militare.
Il
vero (e forse l’unico) elemento che ci induce a considerare l’ubicazione
della principale fortificazione della città come una linea ininterrotta che
parte dai Bizantini per arrivare agli Aragonesi è la sua insostituibilità
strategica, la sua posizione ai margini del contesto urbano che ha reso
possibile una continuità strutturale pur all’interno di un quadro di
variazione delle domande da parte del ceto dirigente di turno.
L’inizio
“classico” dell’età moderna, la data della scoperta di un nuovo mondo,
segna anche la fine definitiva del castello feudale di Taranto, e il sorgere
della fortezza aragonese che ancora oggi, seppur parzialmente mutila, domina
il canale della città.
Vedi anche Il castello di Taranto nei francobolli, in Medioevo filatelico, a c. di Ruggero Gormelli.
©2003-2012 Gianluca Lovreglio. I video non sono stati realizzati dall'autore della scheda.