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TORRICELLA, castello
a cura di Gianluca Lovreglio
Torricella: la facciata anteriore del castello.
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Conservazione: restaurato, è attualmente sede della Biblioteca Comunale.
Le origini dell’antico casale di Torricella risalgono, forse, al X secolo. Contribuirono a popolarlo gli abitanti dello scomparso casale di Termiteto, verso Maruggio, quelli sparsi lungo il litorale di Torre Ovo ed alcuni abitanti del casale di Monacizzo che, per sottrarsi alle cruenti scorribande dei Saraceni oppure dopo che i loro villaggi erano stati distrutti dalle orde barbariche, si spostarono in posti più sicuri dell’entroterra, presumibilmente sull’altura di Magalastro
Passato il pericolo, questi rifugiati si spostarono a valle, dove dettero vita ad un nuovo casale e, secondo le abitudini del tempo, lo munirono anche di una torre di difesa che fu chiamata Torricella. Più tardi al posto di questa piccola torre fu eretto un castello sede del feudo fin dal 1200. Il castello più volte restaurato conserva la sua austera immagine cinquecentesca; oggi è adibito a Biblioteca Comunale con due sale i cui soffitti sono affrescati.
Il castello si trova al centro del tessuto urbanistico comunale. Al piano della strada ci sono tre torri e a sinistra di una di esse c’è una stanza che era adibita a carcere. Una porta d'ingresso fra due torri immette in un vano per uso granaio. Al piano superiore vi sono sei stanze. In testa alla sala maggiore vi è una piccola cucina, a sinistra due sale affrescate, a destra altre tre. Nelle vacanti delle due torri verso tramontana e verso levante vi erano i servizi igienici.
Un accurato lavoro di restauro nella seconda stanza ha riportato alla luce figure di santi e di Cesari. Nella prima sono ancora ricoperti di calce putti alati e figure di nobildonne, che si muovono intorno ad uno stemma. Le tre torri sono guarnite di tronea e merloni di due ordini, con pietre lavorate di tagli e affacciate con cornicioni a mo' di fortezza.
Fino al 1984 l’immobile è stato abitato dagli eredi Turco, da questi ceduto bonariamente al Comune, che effettuò tempestive opere di restauro, per sottrarlo alla inevitabile rovina. Attualmente una sala al pianterreno è luogo di ritrovo per anziani, negli altri ambienti si svolgono frequenti attività culturali.
©2005-2012 Gianluca Lovreglio; il video non è stato realizzato dall'autore della scheda.