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TUTTE LE FORTIFICAZIONI DELLA PROVINCIA DI NUORO
in sintesi
I castelli della provincia trattati da collaboratori del sito sono esaminati nelle rispettive schede. I testi presentati nella pagina presente sono tratti invece da altri siti internet: della correttezza dei dati riportati, castello per castello, sono responsabili i rispettivi siti.
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ARITZO (castello neomedievale Arangino)
«Il Castello Arangino, costruito nel 1917 e appartenuto all’omonima famiglia, è situato lungo la via principale di Aritzo. Si tratta di un’elegante palazzo in pietra in stile neogotico, con eleganti interni arricchiti da splendidi arredi e decorazioni ornamentali. L’ingresso del castello è costituito da un elegante arco a sesto acuto chiuso da un elaborato cancello in ferro e sovrastato da una piccola tettoia in tegole sorretta da due colonnine decorative. Sul lato destro è visibile un elegante balcone con copertura in tegole. All’interno del cortile è posta una scalinata che conduce al palazzo, provvisto di aperture ad arco acuto e con terminale arricchito da eleganti merli».
http://www.sardiniaportal.com/pagina/paesi/aritzo/aritzocastello.php
«Il castello Guzzetti, fu fatto costruire all'inizio del 1900 dall'omonimo conte a Galtellì. L'uomo, di origini milanesi, in un suo viaggio in Sardegna, si innamorò del territorio selvaggio della zona e della fauna, così fece costruire questa residenza di caccia con annesso un parco di 2,5 ettari. Situato su una roccia basaltica il castello è costruito come quelli medioevali, con merlature dove erano posti due piccoli cannoni decorativi. L'uomo, conosciuto in paese come persona di buon cuore, finì i suoi giorni in povertà. Nel 1986 il castello fu acquisito dal comune, insieme a parte del terreno, che ora è il parco comunale Malicas. All'interno della recinzione del castello si trova una domus de janas, forse utilizzata come granaio».
http://conoscerelasardegna.it/component/content/article/428.html
«è collocato all'estremità di un inespugnabile e panoramicissimo sperone calcareo di 175 metri, sulle falde settentrionali del Monte Tuttavista, a 2 chilometri a est del paese. Si hanno poche date relative alla sua storia: il 1070, in cui vengono citati i resti di una fortificazione di età romana inglobati nelle sue fondamenta, e il 1333, anno della sua caduta nelle mani dei catalano-aragonesi. Fu costruito da maestranze pisane forse nel XI secolo quando Galtellì ricopriva il ruolo di sede di Curatoria Giudicale per il Giudicato di Gallura e sede Vescovile. è evidente allora che la città si trovasse al centro dei conflitti contro gli aragonesi, una volte delle forze pisane poi di quelle del Giudicato. La particolare collocazione geografica faceva assurgere Galtellì a centro chiave per il controllo della Sardegna centro orientale, in virtù del passaggio consentito dalla piana del Cedrino verso le zone più interne e verso. Non a caso in tale posizione venne eretto il castello di Pontes. Per la sua importanza strategica fu più volte ricostruito, per poi passare ai baroni Guiso nel 1449. La struttura fu abitata fino al XV secolo. Con l'abbandono iniziò il suo disfacimento; ancora nell'Ottocento erano visibili due torri, adesso alcune strutture basali consentono comunque una completa ricostruzione planimetrica dalla quale emerge un'opera militare di tutto rispetto. Tra le poche tracce materiali odierne del castello, rinvenute a seguito di una campagna di scavo iniziata nel 2006, troviamo: alcune parti di paramento murario diruto, che sembrerebbero indicare la presenza di una cinta antemurale più in basso e di una cerchia muraria ad un livello più alto, in corrispondenza del castello vero e proprio, oltre che resti di una torre angolare ed alcune cisterne interrate. Il rudere, oggetto di visite guidate anche notturne, conserva ancora intatto il fascino del luogo che custodisce un’intrigante storia del Medioevo».
http://castelliere.blogspot.com/2011/05/il-castello-di-mercoledi-4-maggio.html
NUORO (castello neomedievale Villino Antonella)
«Castelli neomedioevali. Trascorso il primo decennio del XX secolo approdava in Sardegna il neoeclettismo alla Coppedè (i fiorentini Mariano, capostipite, e i figli Gino e Adolfo), tendenza architettonica assai gradita all’alta borghesia, specie quella imprenditoriale, che aveva come epicentri Genova, Milano e Roma. Sfogliando il ricco repertorio della loro produzione non è difficile rintracciare le matrici che portarono all’edificazione dei Castelli Arangino, ad Aritzo, e Lostia (Villa Antonietta, nel capoluogo barbaricino). La tipologia a pianta asimmetrica del castelletto turrito, in pietra, con merlature aggettanti su beccatelli, le coperture in tegole rosse dei tetti a padiglione, le bifore e monofore ogivali, unitamente al ricorso a elementi di ornamentazione architettonica mutuati dal repertorio italiano tre-quattrocentesco, la sagoma delle mensole, delle cornici e degli archetti pensili, i portoni in ferro battuto (che nel Castello Arangino risentono della lezione di Alessandro Mazzucotelli) rendono l’apparato architettonico e decorativo dei due edifici assai affine a quello degli antecedenti costruiti dai Coppedè nell’area ligure (Mackenzie, Türke), pur con le dovute differenze che derivano da un’interpretazione periferica, che frena sul gusto per il pittoresco e, soprattutto, sulla carica fantastica. ...».
http://www.sardegnacultura.it/documenti/7_38_20060320123623.pdf (da F. Masala, Architettura dall’Unità d’Italia alla fine del ‘900, Nuoro 2001)
OROSEI (torre pisana di Sant'Antonio o dell'Elefante)
«Orosei si trova all'incrocio della SS 129 da Nuoro con la 125 da Cagliari verso Olbia. Nell'abitato sorgono la torre di Sant'Antonio Abate, entro un recinto che comprende anche la chiesa omonima, e il complesso di Palatzos Betzos. Capoluogo storico della Baronia meridionale, Orosei si trova quasi in pianura, alle pendici di un colle vulcanico sulla valle del fiume Cedrino. L'area risulta abitata fin dalla preistoria e fu importante in età romana, come sede di approdi portuali rimasti attivi anche nel Medioevo. Orosei è oggi una frequentata cittadina a vocazione turistica, che deve la sua notorietà alle spiagge ma conserva un centro storico intatto e particolarmente significativo. Già in epoca romana le fonti riportano che nel golfo di Orosei vi fosse una stazione romana, "Fanum Orisi", poi divenuta "Urisè" e successivamente Orosei. Un Portolano, datato tra il 1250 ed il 1265, rappresenta un termine ''post quem'' per la creazione dello scalo marittimo, prima compreso nei domini del sovrano d'Arborea, poi passato nelle mani degli aragonesi. Nell'abitato si trova il cuore medievale della cittadina, dominato da ciò che resta del castello giudicale: la torre restaurata e parte della cinta muraria medioevale. Attorno al mastio si trova il quartiere di Palatzos Betzos, costituito dalle vecchie abitazioni e da una serie di palazzi del XVI-XVII secolo. Uno di questi, già ospitante la ''Caserma dei Reali Carabinieri'', è stato adibito di recente a museo. All'età medievale risale anche la torre che prende il nome dall'adiacente chiesa di Sant'Antonio Abate, compresa nello stesso recinto. A pianta quadrata, nel corso dei secoli ha subito pesanti rimaneggiamenti. Più rilevante la chiesa di Sant'Antonio, in pietra vulcanica, a navata unica coperta in legno, con un ciclo di affreschi del XIV secolo. Capoluogo storico della Baronia meridionale, Orosei si trova quasi in pianura, alle pendici di un colle vulcanico sulla valle del fiume Cedrino. L'area risulta abitata fin dalla preistoria e fu importante in età romana, come sede di approdi portuali rimasti attivi anche nel Medioevo».
http://www.sardegnacultura.it/j/v/253?s=17798&v=2&c=2488&c1=2124&t=1
«Venne fatto erigere nel XII secolo dal Giudicato di Gallura su di un'altura che sovrasta il centro di Posada, a pochi passi dal mare. Da qui si gode un bel panorama della piana sottostante, percorsa dal rio Posada. Secondo una leggenda, un Giudice di Gallura mentre si aggirava per le strade di Posada incontrò un vecchio, vagabondo e bisognoso di aiuto. Il giudice lo caricò sul suo cavallo e fatta poca strada il vecchio si trasformò in un bel giovane aitante che gli disse di tornare indietro dove lo aveva caricato, disse anche che lo avrebbe premiato per la sua bontà facendogli trovare proprio lì un tesoro. Con quel denaro il Giudice di Gallura fece costruire un piccolo castello per difendersi dai Saraceni. Dal 1294 fu sotto il dominio pisano, nel 1324 fu ceduto da questi ultimi agli Aragonesi e in seguito passò ai Giudici di Arborea ai quali restò sino al 1409. Durante quest'ultima fase nel castello risiedette sporadicamente anche Eleonora d'Arborea. Con la caduta del Giudicato, Posada fu infeudata ai Carroz, conti di Mandas e Terranova, ed elevata al rango di baronia. Il castello, realizzato con conci poco lavorati di pietrame misto, si articola in una cinta muraria di forma quadrangolare non regolare all'interno della quale si trovano una torre a pianta quadrata con coronamento merlato, che ancora supera i 20 m. d'altezza, e una serie di cisterne. Non essendo un presidio militarmente ben difendibile (a paragone di altri castelli del tempo) e quindi "sicuro", molti studiosi convengono che potesse realmente trattarsi di una sorta di residenza turistica ante litteram. Il castello deve il suo strano nome ad un episodio, accaduto durante un' assedio dei Saraceni. L'assedio durò molto tempo, e gli assediati erano sul punto di arrendersi per fame, quando qualcuno ebbe l'idea di mandare un falso messaggio con un piccione viaggiatore (nel quale si diceva che stavano bene e potevano resistere senza bisogno di rinforzi), certi che il piccione sarebbe stato individuato e abbattuto, per rendere più verosimile il messaggio, diedero al piccione le ultime fave rimaste. I Saraceni abbatterono il piccione, trovarono le fave nel gozzo del piccione, e dedussero allora che, se la popolazione aveva così tanto cibo da poterne dare una enorme quantità a un animale, non c'era alcuna possibilità di concludere l'assedio. Essi decisero di andarsene e a Posada fu festa per giorni e giorni...».
http://castelliere.blogspot.com/2011/10/il-castello-di-giovedi-13-ottobre.html
SINISCOLA (torre aragonese di San Giovanni)
«Le torri e mura della prima metà del Cinquecento, erette come difesa dalle incursioni barbaresche, rappresentano i maggiori punti di interesse della cittadina nuorese. Vale la pena una visita alla Torre Aragonese di San Giovanni, edificata probabilmente nel Quattrocento e restaurata dagli Aragonesi nel Seicento».
http://www.karalishome.com/dettaglioLocalita.php?stato=1&localita=59
SINISCOLA (torre aragonese di Santa Lucia)
«Il più importante centro della Baronia settentrionale, sorge alle falde della catena montuosa del Monte Albo e si estende fino al mare con i borghi di La Caletta e Santa Lucia in un susseguirsi di incantevoli arenili fino all'incontaminata spiaggia di Bèrchida a sud di Capo Comino. Sul lungomare di Santa Lucia, piccola frazione costruita dai pescatori ponzesi, si trova la Torre di Santa Lucia. Edificata nel 1639 a guardia del porto e del Rio di Siniscola, la torre fu ampiamente rimaneggiata nel Settecento. Troncoconica, misura alla base 11 m di diametro e si sviluppa in altezza per circa 10 m. Sulla piazza d'armi sono rimasti intatti i merloni e le cannoniere puntate verso il mare. L'accesso alla torre è consentito e libero».
http://www.nautica.it/charter/torri/17.htm
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