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TUTTE LE FORTIFICAZIONI DELLA PROVINCIA DELL'OGLIASTRA
in sintesi
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ARBATAX (torre saracena o di San Michele)
«Si trova all’interno del borgo di Arbatax a 4 metri s.l.m. Facilmente raggiungibile percorrendo la panoramica S.S. 125 "Orientale sarda", usciti dal paese di Tortolì e proseguendo sempre dritti verso il porto di Arbatax. La torre è ben visibile a sinistra del lungomare. La Torre saracena di Arbatax, detta di San Michele, dal cui nome (Arba a Tasciar che in arabo significa "Quattordicesima Torre") deriva quello del borgo, è una imponente fortificazione del Regno di Sardegna che domina, con la sua solida struttura di forma troncoconica, il bellissimo lungomare del borgo. Costruita alla fine del Cinquecento con funzioni difensive, costituiva la torre capitana e serviva come deposito munizioni per tutte le altre torri dell’Ogliastra. Composta da graniti e porfidi, presenta due piani, di cui il primo con volta a cupola ed il secondo con soffitto piano, entrambi con pilastro centrale. Il primo ed il secondo piano comunicano con una scala interna alla muratura, mentre il terrazzo è accessibile da una scala dell’aula sottostante. Altra scala, esterna ed aggiunta successivamente, per l’ingresso».
http://www.ogliastraontheweb.it/torrediarbatax.htm
«La Torre di Barì è un'antica torre medioevale posta sulla costa orientale della Sardegna, nella provincia dell'Ogliastra. Si trova lungo la costa orientale della Sardegna, in Ogliastra, a 4,5 Km dal centro abitato di Bari Sardo. La costruzione della torre nella zona di Barì, fu consigliata nel 1572 dal capitano di Iglesias Marco Antonio Camos, poiché quel sito risultava molto frequentato dai corsari. La torre è costruita con rocce granitiche e basaltiche locali. Di forma troncoconica, ha un'altezza di circa 13 m e un diametro di circa 11 m alla base e 8 m al terrazzo. All'interno è presente una piccola camera circolare di circa 14 m2. Come è presumibile, la torre aveva funzioni di vedetta e, con una visuale di 15 km, osservava la zona che si estende da Capo Bella Vista a Capo Sferracavallo; controllava anche la foce del Rio Mannu, meta cara ai pirati per l'approvvigionamento idrico. La Torre di Barì sorge su un piccolo promontorio, che avanza dalla linea di costa, ed è orlata da una spiaggia sabbiosa, chiamata spiaggia di Barì; la spiaggia, che prende tale nome proprio per la presenza della torre, è lunga circa 8 km e larga 100 m, divisa in due parti dal promontorio roccioso sul quale si trova la torre. Una parte di spiaggia è composta da sabbia grossa come chicchi di riso e presenta un colore chiaro, mentre l'altra parte è costituita da sassolini più grossi, quasi dall'aspetto ghiaioso. La spiaggia risulta essere soleggiata fino al tramonto, sebbene si affacci sul lato est della Sardegna in un'area molto montuosa dell'isola; il mare della zona è particolarmente noto per l'acqua trasparente che permette di vedere il fondale che digrada lentamente. Il contorno naturale è pressoché intatto per la scarsa presenza umana».
http://it.wikipedia.org/wiki/Torre_di_Bar%C3%AC
BAUNEI (torre saracena di Santa Maria dei Navarresi)
«Il grazioso borgo turistico di Santa Maria Navarrese, frazione marina di Baunei, conserva la chiesa omonima, risalente al XI secolo e modificata negli anni '50. La leggenda vuole che la chiesa fosse stata costruita da Isabella, una figlia del re di Navarra, dopo un naufragio conclusosi fortunosamente sulla costa. Presso la chiesa si trovano un gruppo di olivastri millenari, un antico pozzo e la Torre di Santa Maria Navarrese posta a dominio della bellissima spiaggia. Edificata tra il 1785 e il 1790 su un precedente posto di guardia cinquecentesco, ha forma troncoconica con una base di 12 m di diametro e uno sviluppo in altezza originario di 10 m. Gli interventi di rifacimento della seconda metà dell'Ottocento hanno comportato la costruzione sul terrazzo di un nuovo piano adibito a uffici. L'originale paramento, probabilmente in calcare, appare oggi intonacato in cemento. La torre al momento non è visitabile».
http://www.nautica.it/charter/torri/18.htm
LOTZORAI (castello di Medusa o di Agugliastra)
«La fortificazione si trova impiantata su una sommità di una collina di roccia granitica, alta circa una cinquantina di metri situata all'altezza del Km 144 della SS.125 all'ingresso sud dell'abitato di Lotzorai. La sua storia è legata a questa località e all'intera piana. Si cominciò a chiamarlo così nell'Ottocento; nel tardo mondo antico e nell'alto medioevo, questa fortificazione si chiamava Ogliastri Castrum, forse dal nome della perdalonga oppure dalla pianta dell'olivastro. Ha avuto una storia movimentata e travagliata; è stato spesso al centro degli avvenimenti che hanno riguardato tutta l'Ogliastra. Trovandosi al confine tra la piana e le circostanti montagne e pressoché sulla riva del mare, ha sempre costituito un caposaldo di primaria importanza. Si presume che in epoca nuragica e poi fenicia questa altura fosse un luogo di culto. Dal V AL II secolo è stata una fortezza punica. Divenne poi presidio militare romano a difesa del Sulpicius Portus. Continuò ad esserlo anche nel periodo bizantino e giudicale a difesa delle incursioni barbaresche dal mare. Intorno all'anno 1000 fu costruito sul colle, sopra le fondamenta esistenti, un vero e proprio castello dai Giudici di Cagliari, subito distrutto dai saraceni, quindi ricostruito nel 1052. I sistemi murari perimetrali , che costituivano la parte difensiva del Castello, si adattavano alla morfologia della roccia, sviluppandosi planetricamente in una costruzione pentagonale irregolare. Per un periodo imprecisato fu di proprietà della famiglia pisana dei Sismondi che frattanto erano diventanti Giudici di Ogliastra. Fu nuovamente distrutto in epoca imprecisata. Nel 1257 il Giudice Giovanni Visconti di Gallura s'impadronì del Giudicato d'Ogliastra e il castello fu ricostruito. Passò quindi nel 1258, ai visconti di Genova e nel 1308 nuovamente ai Pisani. Nel 1324 epoca della conquista aragonese della Sardegna e quindi anche dell'Ogliastra il castello fu assediato e distrutto dal marchese Francesco Carroz, inviato in Sardegna dall'infante Alfonso di Aragona. Tutta la Regione e il castello divennero giudicali agli inizi del 1366e rimasero in mano alle truppe giudicali almeno fino al Giugno del 1409 quando furono riconquistate dal capitano generale Berengario Carròs di Quirra. Nella carta della Sardegna di Sigsmondo Arquer del 1558 è possibile osservare il prospetto del castello. Dalle dimensioni di questa rappresentazione possiamo immaginare la vastità della fortificazione in epoca medioevale, che presentava due torri angolari a pianta rettangolare ed un alto mastio conico centrale. Il Castello di Lotzorai doveva essere comunque ancora in buone condizioni nel 1557 quando Guglielmo Raimondo Carròs conte di Quirra, lo donò al figlio Ludovico, riservandosene però l'usufrutto. Oggi purtroppo il Castello è un rudere quasi coperto e nascosto dalla vegetazione».
http://lotzorai.altervista.org/castello_medusa.htm
OSINI (fortificazione "Su Casteddu")
«Nei dintorni del paese, nella zona più alta, si trovano i resti di un antico castello, appunto, Su Casteddu, luogo misterioso e si pensa risalente al periodo medievale; non tutti però concordano con questa ipotesi, secondo altri si sarebbe trattato di una fortificazione, sede di una guarnigione romana, tale tesi è supportata dal ritrovamento di materiali (ceramica, monete), ascrivibili ad età romano bizantina».
http://www.ogliastraontheweb.it/osini.htm#0
TERTENIA (torre di San Giovanni di Sarrala)
«Importante centro dell'Ogliastra meridionale, Tertenia sorge al centro di un territorio di grande valenza naturalistica sia sul versante montano, ricco di foreste, che su quello marino, in cui si susseguono incantevoli arenili. Presso la bella spiaggia di Melisenda, su un piccolo promontorio si erge la Torre di San Giovanni di Sàrrala. Venne edificata tra il 1764 e il 1767 in granito, ma l'aspetto originario risulta completamente alterato dall'adattamento a bunker subito durante la seconda guerra mondiale. A tronco di cono, ha un diametro di base di oltre 12 m per uno sviluppo in altezza di circa 11 m. Nel terrazzo si notano ancora le cannoniere rivolte verso il mare. L'accesso alla torre è libero».
http://www.nautica.it/charter/torri/21.htm
TORTOLÌ (torre spagnola di San Gemiliano o di Zaccurru)
«Per arrivare alla torre bisogna superare la cittadina di Tortolì e proseguire verso la strada (4 km circa), che porta a Marina di San Gemiliano; dalla spiaggia si prosegue per altri 500 m e si sale sulla scogliera fino alla torre. La torre, dal nome originario di Taratasciàr (in arabo "tredicesima torre") si trova a 42 metri s.l.m.e ha un colpo d'occhio di 25 km. Nell'antichità controllava la spiaggia di Orrì e di Cea ed era in contatto diretto con le torri di Bari Sardo, a Sud e con la torre, non più esistente, di Bellavista a Nord-Est. La struttura architettonica della torre appare particolarmente slanciata. La forma è troncoconica, con 12 m di altezza per soli 7 m di diametro; la camera interna, dove alloggiava la guarnigione, è posta a circa 4 metri d'altezza ed è costituita da un piccolo vano voltato a cupola di circa 13 mq. A questo ambiente, detto anche Casamatta, si accede attraverso un boccaporto; radialmente all'ingresso vi sono due troniere o feritoie. Per accedere alla Piazza d'armi, cioè al terrazzo superiore esterno, si utilizzava una scala di legno che passava tramite un'apertura praticata nella volta della casamatta; nella terrazza si possono osservare, nel muro di spalamento, le cannoniere e i vani delle garitte. La torre fu realizzata con rocce granitiche locali. Inizialmente non prevista in progetti cinquecenteschi, la torre risale probabilmente al primo quarto del XVII secolo; è, infatti, registrata nella Carta sulla descripcion de la Isla Y Reyno de Sardena, di Francesco Vico del 1639. Nuovamente citata da documenti del 1720, quali la relazione del I commissario di artiglieria, fabbriche e fortificazioni, Cagnoli, il fortilizio appare in buono stato, mancandovi solamente una porta. La torre, pur essendo stata progettata con funzioni di guardia, poteva anche essere utilizzata per la difesa leggera; dalla relazione del 1767 del piemontese Ripol, si documenta la presenza di un "alcaide" (capitano della torre) e di due soldati e di un arsenale costituito da sei fucili, due spingarde e un cannone. Nel 1798 il fortilizio fu gravemente danneggiato da un fulmine e, con una forte spesa, furono approntati dei lavori di riparazione su progetto del capitano ingegnere Marciot; altre ristrutturazioni sono attestate nel 1798. Da una relazione del 1828 si ricava che la torre versava in una situazione così disastrosa che la guarnigione era costretta ad alloggiare nella vicina chiesetta di San Gemiliano; dopo questa segnalazione, fu incaricato l'architetto Melis di eseguire un progetto di restauro, completato due anni dopo. Dopo la soppressione, nel 1842, della Reale Amministrazione delle Torri, la torre risulta sotto l'amministrazione del "Iudicado de Ollastre", come quelle di Bari Sardo e di Larga Vista; soltanto qualche anno dopo, fu dismessa».
http://www.ogliastraontheweb.it/torredisangemiliano.htm
«...Il centro abitato conserva ancora oggi pressoché intatte quelle che furono le caratteristiche architettoniche degli antichi paesi sardi. Si possono infatti ammirare alcune costruzioni tipiche rappresentate da archi (mirabile esempio ne troviamo nell’Arco di “Barigau”, autentica porta per l’accesso al cuore del paese e maestoso monumento che rappresenta l’ultima vestigia di un’antica cinta muraria ormai completamente scomparsa), portici e numerose strutture di vetusta memoria da cui esala, ancora oggi, il sapore acre e antico della mitica età dei padri. ...».
http://www.ulassai.org/ulassai/ulassai.htm
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