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NICOSIA, RESTI DEL CASTELLO NORMANNO
a cura di Vita Russo
scheda cenni storici per saperne di più
Vedute dei resti del castello (immagini di © Giuseppe Iacono).
clicca sulle immagini in basso per ingrandirle
Conservazione: stato di rudere.
Come arrivarci: da Enna (circa 45 km di distanza), con la Strada Statale 121, quindi con la SS 117.
Fondata
in epoca bizantina - il nome è probabilmente di derivazione orientale che
tradotto significa "Città di S. Nicolò" -, la cittadina di Nicosia
si sviluppa intorno al castello, oggi in rovina, arroccato nella parte più
alta. Pirri la ricorda nel 1081 tra «civitates
et castra» compresi nella diocesi di Troina.
Il
destino di Nicosia è comune a quello di tutta la Sicilia: passa dalle mani
normanne a quelle sveve, aragonesi, castigliane, borboniche, ma con una nota
costante, cioè "resiste" ad ogni passaggio.
Popolata
da italiani del nord fin dagli anni successivi alla conquista normanna, i
"lombardi" si stanziarono proprio sotto il castello, confinando la
presistente popolazione islamica e greca nel quartiere basso. La conseguente
forte rivalità tra le due parti del paese, quella bassa e quella alta, che si
stringevano intorno alle "loro" chiese (rispettivamente S. Nicolò e
S. Maria), creò in non pochi casi due fazioni spesso violente.
La
posizione topografica di Nicosia - si trova lungo una delle vie principali di
collegamento fra Palermo e la Sicilia orientale - lascia facilmente intuire la
rilevanza strategica e il motivo per il quale la città sia rimasta al demanio
regio.
Nel 1354 re Ludovico, chiamato in aiuto dagli abitanti, interviene contro Jacopo Chiaramonte che spadroneggiava nella città battendo anche moneta. L'assedio del castello durò un mese al termine del quale i rivoltosi si arresero per fame, l'edificio tornò sotto la custodia del regio castellano, mentre il Chiaramonte si rifugiò nel vicino castello di Sperlinga.
Il
castello occupava la grande rupe a due vette, caratterizzata da fianchi
rocciosi quasi inaccessibili, che sovrasta l'abitato urbano abbarbicato alle
sue pendici.
Lo
stato attuale di consistenza del castello è un mucchio di ruderi di cui si
distinguono un arco ogivale d'ingresso, aperto nel bastione, e poche altre
vestigia di una torre a pianta rettangolare che si innalza direttamente sulle
rocce del lato nord della rupe con due piani oltre quello terreno, visibili
esternamente per le riseghe. Attorno al complesso correva una muraglia dotata
di camminamento di ronda merlato, nella quale si apre un portone ogivale che
consente l'accesso alle rovine.
Risulta
assai difficile anche una ricostruzione parziale del complesso.
D. Brocato, I castelli della provincia di Enna, Siracusa 1988; Castelli medievali di Sicilia. Guida agli itinerari castellani della Sicilia, Palermo 2001.