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CASTELNUOVO DI GARFAGNANA, ROCCA
a cura di Mauro Mattei
La rocca col portale d’ingresso. In basso, a sinistra: la rocca vista nel contesto del borgo; a destra: il lato sud-ovest della rocca.
Epoca: la prima fortificazione risale all’epoca romana, ma il primo incastellamento venne realizzato in epoca longobarda. La rocca che oggi possiamo ammirare è il frutto di una serie di ampliamenti iniziati nell’VIII secolo e terminati nel XVI secolo.
Posizione geografica: la rocca è situata all’inizio della valle della Garfagnana, in provincia di Lucca, là dove il torrente della Turrite confluisce nel Serchio.
Come arrivarci: da Lucca (48 Km), si prende la strada provinciale Lodovica in direzione Castelnuovo, lungo la riva destra del Serchio. Da Aulla (60 Km), percorrendo strade di montagna, si imbocca la statale della Garfagnana in direzione Castelnuovo. Da Reggio Emilia (118 Km), percorrendo ancora strade di montagna, si viaggia sulla statale 486 in direzione Passo delle Radici, e poi si prosegue in direzione Castelnuovo.
Stato di conservazione: la rocca è perfettamente conservata. I danni subiti durante l’ultimo conflitto mondiale sono stati riparati mantenendo integro il suo aspetto originale, come pure il tratto rimasto delle mura del castello (lato nord).
Come visitarlo: la rocca è sempre chiusa, ma in occasione di mostre alcuni locali vengono aperti al pubblico. Il resto è sempre visitabile.
A Castelnuovo Garfagnana, borgo medievale che per secoli ha
occupato un posto rilevante e decisivo nello scenario politico della
Garfagnana, si trovano i resti di uno dei più antichi e importanti castelli
della valle, il Castrum Novum, come lo chiamarono i Bizantini di Narsete dopo la cacciata dei Goti dalla
Lucchesia nel 740. Esso è ubicato in un importante punto strategico della
valle del Serchio, e ricoprì fin dall’inizio della sua esistenza un ruolo
determinante per il dominio di queste terre. A partire della prima
fortificazione realizzata presumibilmente dai romani, dopo la conquista della
valle a discapito dei Liguri-Apuani, avvenuta nel 180 a. C., il castello si è
evoluto continuamente: ogni feudatario che ne venne in possesso lo rafforzò.
La struttura, visibile oggi in
alcune parti, è il frutto di tre grandi ampliamenti avvenuti nei secoli VIII,
XIV e XVI.
All’inizio, il castello era difeso da una piccola rocca a base
quadra, forse una torre di cui sono state rinvenute tracce nella
pavimentazione dell’odierna rocca. Il piccolo ambiente urbano rurale contava
pochi abitanti, in special modo ai tempi dei conti della Verruca Gherardenga,
ma passato il Mille iniziarono ad aumentare. Al forte incremento della
popolazione corrispose anche un periodo di lotte e di continui scontri con i
Lucchesi filo-imperiali, che cercavano insistentemente d’impossessarsi della
Garfagnana. Castelnuovo, come la maggioranza degli altri Comuni della valle,
per contrastare l’avanzata dei Lucchesi e difendere la sua libertà, si
rifugiò sotto l’influenza e la protezione di papa Gregorio IX e, aiutato
dai Pisani, diede loro battaglia per alcuni anni. Con il riavvicinamento fra
Chiesa e Impero i Lucchesi ne
sortirono favoriti nel possesso, che appunto avvenne verso la fine del XIII
secolo. Non con le armi ma con i denari dunque i Lucchesi s’impadronirono
del castello di Castelnuovo, e della terra di Garfagnana.
Una volta divenuti padroni del castello, i Lucchesi lo inserirono
nell’amministrazione della Vicaria di Castiglione, e procedettero al suo
rafforzamento, anche se il primo vero e proprio grande ampliamento venne
realizzato ad opera di Castruccio Castracane nel periodo in cui questi fu Signore
di Lucca. Non solo, ma oltre ad ampliare rocca e cinta muraria, il condottiero
ghibellino, con l’intento di aprire una nuova via di comunicazione e di
traffico diretta verso Castiglione, e di lì per il valico del Passo delle
Radici, aprì sul lato nord della cinta muraria una nuova porta, denominata
Porta Miccia, la quale collegava con un ponte (Ponte di S. Lucia) il
castello al borgo omonimo. È vero che un altro significativo ampliamento
avvenne sotto la Signoria di Paolo Guinigi, il quale fece edificare
un’imponente torre a base quadra all’interno della rocca.
Alla fine del dominio lucchese, il castello di Castelnuovo, fornito
di tre porte d’accesso, l’originaria “Porta
Vecchia”, la “Porta S.
Lucia” e la “Porta Calcinaia”, era più che raddoppiato nelle
dimensioni, e assumeva ora la sua caratteristica forma romboidale.
Nel 1430 Castelnuovo finisce sotto il dominio degli Estensi, e si
apre una pagina nuova nella sua storia, che lo porterà a diventare prima la
roccaforte da contrapporre a Barga fiorentina e a Castiglione lucchese, e poi,
con la costruzione della fortezza di Montealfonso, il centro amministrativo di
questa cospicua provincia estense (la rocca ospiterà per lungo tempo i
Commissari ducali, fra i quali Ludovico Ariosto). Ruolo questo che terrà fino
all’Unità d’Italia, ad eccezione delle piccole parentesi della Repubblica
Cisalpina e del Principato lucchese di Elisa Baciocchi.
All’inizio del XVI secolo, sul castello gli Estensi realizzarono
l’ultimo grande ampliamento, rafforzando la rocca e la cinta muraria,
consolidamento che nel secondo decennio del secolo venne messo subito alla
prova. I duchi d’Este entrarono in conflitto col papa, e i Lucchesi ne
approfittarono penetrando in Garfagnana fra il 3 e il 5 ottobre 1512, fino a
sottometterne le terre ormai estensi compreso Castelnuovo, elevato appunto a
“Vicaria”. L’occupazione lucchese venne mal digerita da papa Giulio II,
che considerava la Garfagnana già terra sua da tempo remoto. Iniziò così
per il castello il peggior periodo della sua storia. Per alcuni anni, come
accadeva di frequente in quel periodo e anche altrove, dentro le mura del
castello si alternarono gli armati lucchesi, fiorentini ed estensi. Lo
scenario politico nella valle mutò e si alternò più d’una volta. La morte
di papa Giulio II e l’elezione del successore influirono molto nei rapporti
fra le tre potenze militari locali. Gli Estensi, per poter conservare le
proprie terre, ricorsero anche ai briganti di quelle valli. Dopo diversi anni
di continui conflitti, guerre, omicidi e ruberie, la situazione iniziò a
stabilizzarsi con la dislocazione a Castelnuovo di un contingente estense
composto da 2.000 uomini.
In seguito, solo con la “costruzione” della fortezza di
Montealfonso da parte dei rampolli Estensi (il duca Alfonso I) nella seconda
metà del XVI secolo, la pace e l’immobilità fu ristabilita nel borgo, per
essere turbata molto più tardi, come in gran parte d’Italia, al tempo
periodo della napoleonica Repubblica Cisalpina.
© 2007 Mauro Mattei. Il video non è stato realizzato dall'autore della scheda.