BOLZANO, castel SARENTINO O rAFENSTEIN
a cura di Stefano Favero
In alto, le rovine di Castel Sarentino stagliate nel cielo. In basso, a sinistra: il bastione circolare crepato lungo la cinta muraria; a destra: quel che resta dell'ingresso posto a sud.
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Epoca:
XIII secolo.
Posizione geografica:
Bolzano, capoluogo dell'Alto
Adige e dell'omonima provincia autonoma, è situata ad un'altitudine di 262
metri sul livello del mare, alla congiunzione delle valli Sarentina, Isarco
e Adige. La conca su cui si estende la città è chiusa ad ovest dalla catena
della Mendola, a nord-ovest dall'Altopiano Salten, a nord-est dalla cima del
monte Tondo e a sud-est dal monte Pozza.
Stato di conservazione:
castello diruto.
Come arrivare:
Castel Sarentino, o Rafenstein, nella parte
nord-occidentale di Bolzano, sorge sopra il pendio ovest della Val Sarentino,
a sud-est di San Genesio, sopra la gola del torrente Talvera. Le rovine del
castello possono essere raggiunte con una corta salita dalla città, che
inizia a destra rispetto alla stazione a valle della funivia di San Genesio,
seguendo il torrente.
Come visitarlo:
visite solo dall'esterno. Per questioni di sicurezza è consigliabile
mantenere una discreta distanza dalle rovine.
Nel XIII secolo sono eretti palazzo e cinta muraria, nel successivo ha luogo un ampliamento con l'aggiunta di un serraglio, di una torre d'ingresso e di un'ala meridionale. Per tutto il restante Medioevo fino all'inizio dell'era moderna, la fortezza era considerata molto importante per la sua posizione strategica nonché dominante lungo l'arteria commerciale che univa San Genesio a Bolzano.
Nel XVI secolo, per esigenze militari il castello viene fortificato anche con un bastione circolare. Il complesso poteva così difendersi dagli attacchi portati con le armi da fuoco, appena introdotte. L'ala abitabile dell'edificio fu ulteriormente rialzata ai primi del Seicento.
Infine, Castel Rafenstein fu abbandonato e lasciato andare in rovina nei primi anni del Novecento. Per il pericolo di crolli, parte dei bastioni e delle mura di cinta sono stati abbattuti.
©2009 Stefano Favero.