CAMPO TURES, castel TAUFERS
a cura di Simone Brusca
scheda cenni storici per approfondimenti video
Veduta dal basso del castello.
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Conservazione: ottima.
Come arrivarci: con l'autostrada del Brennero A22 sino allo svincolo Bressanone/Brixen, quindi proseguire sulla strada statale 49-E 68, poi sulla statale 244 fino a Brunico; da qui seguire le indicazioni per Campo Tures, che dista 79 km da Bolzano.
Il castello di Taufers risale ai primi del XIII secolo e si trova nel comune di Campo Tures, nella valle di Tures poco lontana dalla val Pusteria.
Su un terrapieno roccioso bagnato dal torrente Ahr/Aurina fu edificata la torre maestra che consentiva di controllare il punto più scoperto della valle, l'unico da cui era possibile un attacco nemico.
I primi signori di Taufers sono identificabili con Hugo I di Taufers (1136) e il figlio Hugo II (dopo il 1141), capostipiti di una discendenza che si esaurirà con Ulrich IV solo nel 1340. I Taufers erano di nobile discendenza (titellose Edelfreie): dopo aver abbandonato la prima dimora, il castello sul Kofl sul Tobel a Campo Tures (oggi rovina), solo nel 1225 sono divenuti ministeriali della chiesa vescovile di Bressanone.
Alla torre si aggiunse in breve tempo il mastio, chiave di volta della struttura del castello e, più in basso, la zona residenziale.
Il castello fu ingrandito fra il 1484 e il 1486 per opera di Hans von Tobel, armaiolo di castel Rodeneck, su mandato del Principe Vescovo di Bressanone Georg Golser (1464-1489).
In questo lasso di tempo furono dunque costruiti intorno alla bassa corte la torre quadrata, i due bastioni, il camminamento a sud e i due ponti levatoi, inoltre fu anche decorata la cappella.
Alcuni anni dopo fu innalzata l'ala sud-ovest i cui lavori terminarono nel 1535 e cioè in un periodo in cui signori del castello erano i Fieger, che l'avevano preso in pegno dall'imperatore d'Austria Massimiliano e ne avevano affidato l'amministrazione a dei curatori. Nello stesso periodo venne compiuta una ristrutturazione dell'area residenziale, che portò ad un innalzamento della costruzione e alla sostituzione delle trifore originarie con finestre rettangolari di pietra, dotate di battenti di legno.
La visita del castello parte dal cortile interno da dove è possibile osservare la disposizione degli edifici residenziali e la casetta della fontana, dotata di tetto a piramide, saltuariamente adoperata come fucina.
Tra i vari locali del castello tre spiccano per la loro eleganza e l'ottimo stato di conservazione: la sala dei giudizi, la biblioteca e la cosiddetta "stanza delle streghe".
La sala dei giudizi era il centro nevralgico non solo del castello, ma anche della contea, luogo di esercizio della giurisdizione dei signori di Taufers e dei successivi curatori e giudici fino al 1720, anno in cui il Tribunale fu trasferito a Campo Tures.
Il locale ha una pianta rettangolare la cui rigidità è attenuata da due Erker (Bovindi) arredati con sedie Luigi XVI.
Tutto il locale è rivestito di legno di cirmolo risalente al XVI secolo e coperto da un soffitto a listelle sostenuto da un asse trasversale che poggia su una colonna di legno.
Oltre alla colonna, cui venivano legati gli accusati durante i giudizi, si nota la presenza di due cassapanche finemente decorate ed una cassapanca intarsiata con due stelle.
Infine domina una parete un quadro del 1800 di un ignoto pittore tirolese, raffigurante l'Immacolata, mentre su un'altra parete è esposto invece il "Trionfo della Fede" dipinto da Bousent nel 1750.
Esattamente sopra la sala dei giudizi si trova la biblioteca che conserva ancora nei suoi grandi armadi antiche cronache locali.
Anche in questo locale le pareti sono completamente rivestite di legno ma rispetto alla sala dei giudizi la biblioteca esibisce una particolare magnificenza grazie al soffitto a cassettoni di fattura rinascimentale, arricchito da cinque quadri barocchi raffiguranti al centro, lo stemma dei Taufers, e intorno quattro scene tratte dal vecchio testamento.
Il fiore all'occhiello della sala è la stufa turca in maiolica, sulle sue piastrelle bianche, verdi, gialle, blu e marroni, sono raffigurati esercizi d'equitazione.
Alla camera delle streghe si accede attraverso un corridoio parzialmente rivestito di legno, sorprendente è la raffinatezza della lavorazione delle pareti lignee della stanza divise in sezioni rettangolari da colonne sormontate da capitelli corinzi.
Le colonne si appoggiano sui profili che sorreggono il cornicione a sua volta elemento di sostegno dello splendido soffitto a cassettoni ottagonali risalente al XV secolo.
Nella stanza si trovano anche un letto a baldacchino del 1641 e, nell'Erker, un tavolo ottagonale circondato da tre sedie Savonarola, il bovindo era illuminato da una curiosa lampada turca ad olio.
Questa camera deve il suo pittoresco nome alla leggenda nata a proposito della triste sorte di Margarete von Taufers: secondo la tradizione un parente della nobile fanciulla non avrebbe visto di buon occhio il suo matrimonio con un giovane di basso lignaggio e avrebbe pertanto ingaggiato un sicario per ucciderlo.
Così il giorno delle nozze il promesso fu assassinato sull'altare con un tiro di freccia e Margarete disperata corse a chiudersi nella sua camera, lì pianse ininterrottamente per sette anni e, al compimento del settimo anniversario della morte del suo amato, si suicidò gettandosi dalla finestra.
Secondo alcuni, nelle notti di luna piena, è possibile sentire lo spettro della giovane gemere e piangere, tra i testimoni ce n'è uno illustre: Alberto Sordi, che era nel castello per le riprese del film "La più bella serata della mia vita".
Una visita al castello di Taufers è dunque l'ideale compimento di una vacanza in Alto Adige, dove, come si è visto, storia e fiaba vanno volentieri a braccetto.
Le notizie storiche sono tratte dalla guida storico-artistica di Hans-Cristoph von Hohenbühel (Schloß Taufers. Führung durch Geschichte und Kunst, Bolzano 1997); le foto degli interni, pubblicate nella stessa guida, curata da Hans-Cristoph von Hohenbühel, Alexander von Hohenbühel e Wolfgang von Klebelsberg, sono state eseguite dalla Photo Rotter di Bolzano. Vedi anche il catalogo ragionato di Martin Bistchnau, Burg und Adel in Tirol zwischen 1050 und 1300, Vienna 1983, p. 150 s.
Il castello è visitabile da inizio gennaio a fine ottobre; visite speciali sono previste tutto l'anno su prenotazione.
Per ulteriori informazioni ci si può rivolgere alla segreteria del Südtiroler Burgeninstitut, P.zza Erbe 25, 39100 Bolzano, tel-fax 0471/982255, oppure all'amm. Taufers, sig. R.I. Rieder, Campo Tures, tel.0474/678543.
©2002-2012 Simone Brusca. I video non sono stati realizzati dall'autore della scheda.