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MONTECHIARO DI PRATO ALLO STELVIO, castelLO

a cura di Stefano Favero

scheda    cenni storici


In alto, una bella veduta di Montechiaro, seppur un po’ in rovina. In basso, a sinistra la torre circolare posta in angolo al castello; a destra le evidenti spaccature sul fianco nord.

 

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Ripreso dal fossato interno, Montechiaro mostra i lavori di restauro in corso  L’arcata di un ingresso a meridione  Le pertinenze del castello in corso di manutenzione  Il restauro della resede romanica adiacente Montechiaro  Un unico corpo romanico col portale laterale  Pur bello, Montechiaro ha bisogno di molti restauri


Epoca: intorno al 1200.

Posizione geografica: Montechiaro (“Lichtenberg”) è una frazione di Prato allo Stelvio (“Prad am Stilfserjoch”), ed è situata al centro della Val Venosta, in provincia di Bolzano.

Conservazione: rovine attualmente interessate da un intervento di consolidamento e messa in sicurezza.

Come arrivare: da Bolzano si prende la SS38 fino a Lasa. Da qui bisogna proseguire per altri 8 chilometri sulla SS40 e prima di raggiungere Sluderno si svolta a sinistra per giungere a Prato allo Stelvio. Da qui si seguono le indicazioni per Montechiaro. Il castello domina la frazione ed è chiaramente visibile dal centro.

Come visitarlo: il castello è visitabile all’esterno, compatibilmente con le limitazioni dovute ai lavori in corso.

    

Cenni storici.

La presenza del castello di Montechiaro viene documentata per la prima volta nel 1228, ma la sua costruzione dev'essere fatta risalire per lo più alla fine del dodicesimo secolo. La cinta muraria oggi visibile è quella originaria. Altri edifici in pietra documentati sono la Torre Hildprandsturm e la Torre Sud, ridotte a rovine. All'interno della costruzione è oggi presente solamente una minima porzione di muratura romanica.

Durante il XIV secolo il castello venne dotato di un palazzo signorile e di un “piccolo palazzo gotico”. Dopo la battaglia di Calven venne ulteriormente rinforzato attraverso l'innalzamento della cinta perimetrale merlata. Nel 1513 viene acquistato dalla famiglia dei Khuen-Belasi, la quale coll'arcivescovo Jakob Khuen-Belasi porta a termine un’elevazione di un piano ulteriore costruendo nello stesso tempo un'altra torre scalare. È sempre di questo periodo la creazione di una cappella sovrastante il portone d'ingresso.

I cronisti parlano di una struttura intatta all'inizio del Ottocento quantunque la rovina inizi verso la metà dello stesso secolo. Agli inizi del Novecento le opere murali gotiche vengono staccate e portate al Ferdinandeum di Innsbruck, oltreconfine, per poter essere conservate.

Al 1925 risalgono i primi allarmi lanciati dagli amministratori locali per lo scivolamento a valle dei muri del castello. Alcuni provvedimenti d'urgenza vengono presi solo nel 1962.

Solo da qualche anno però è in corso un sostanziale intervento di messa in sicurezza e consolidamento del nucleo.

     

    

©2009 Stefano Favero

      


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