STENICO, castello
a cura di Marta Tinor
In alto: veduta di una porzione del castello di Stenico dal sentiero che vi conduce. In basso, a sinistra: particolare della cinta muraria di Stenico; a destra: veduta di un tratto del castello di Stenico dal cortile interno.
In basso: altro particolare della cinta muraria di Stenico.
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Epoca:
è nominato per la prima volta in
un documento del 1163.
Posizione geografica:
all'estremità nord-est delle Valli Giudicarie,
in provincia di Trento, alle pendici del gruppo alpino dell'Adamello.
Conservazione:
ottimo. La Provincia autonoma di
Trento ne è proprietaria e ne ha fatto sede distaccata del Museo di Trento
“Castello del Buonconsiglio”.
Come arrivare:
dopo Trento, sulla SS 12 del
Brennero, si svolta a destra per la SS 45bis in direzione di Vezzano e poi
sulla SS 237 verso Stenico: in una trentacinquina di km si giunge in paese.
Stesso percorso pressappoco se si esce a Trento-Centro sull'A22 del
Brennero.
Come visitarlo:
il castello di Stenico è aperto al pubblico tutto l'anno tranne il 1°
gennaio e il 25 dicembre e tutti i lunedì non festivi, con orario
10:00-18:00 d'estate e 9:30-17:30 d'inverno.
La parte più antica del castello, detta anche Casa Vecchia, fu costruita per opera del vescovo Adalpreto verso la metà del XII secolo. Il castello fu successivamente modificato e ampliato da altri signori che ne furono proprietari, quali Giorgio di Liechtenstein, Giovanni Hinderbach e Bernardo Clesio. Al secondo si devono la loggia rinascimentale e i pregevoli affreschi dell'edifico omonimo, Palazzo Hinderbach appunto, che si trova nel terzo cortile castellare.
Il castello di Stenico fu oggetto di inevitabili contese tra le importanti famiglie dei Londron, dei Campo e degli Arco (Castel Arco e Drena anzi, appartenuti a questa famiglia, meritano un visita a parte). Dalla seconda metà del XIII secolo, Stenico fu anche sede del Capitano delle Giudicarie.
Nell’ala orientale si trova l’antica cappella di San Martino, del XII secolo, ricca di importanti cicli in affresco medievale, da poco scoperti e restaurati. Le sale sono tutte arredate con mobili, dipinti, armi bianche ecc., databili tra il XVI e XIX secolo, facenti parte di collezioni appartenenti alla Provincia autonoma di Trento.
©2009 Marta Tinor. I video non sono stati realizzati dall'autore della scheda.