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armenzano, borgo, CASTELLO
a cura di Stefano Favero
Un caratteristico arco in pietra, a tutto sesto, nel borgo di Armenzano. In basso: lo stesso arco dà in faccia a una porta a tutto sesto.
In basso, a sinistra: la forza d’inerzia regge un ennesimo arco antico; a destra: una “corte” diventata ingresso a una privata abitazione.
Epoca:
XIII
secolo.
Conservazione: buono.
Posizione: Armenzano è una frazione di Assisi, situata a otto chilometri ad est del capoluogo comunale. È adagiata sul lato orientale del monte Subasio.
Come arrivarci: castello e borgo sono situati lungo la strada che collega Assisi a Spello.
Come visitarlo: a piedi.
“Armentum”, cioè “mandria” è la parola che dà origine al nome di questo borgo situato sul poggio del monte, sviluppatosi intorno al castello. Da secoli la principale risorsa economica degli armenzanesi è l'allevamento del bestiame.
Intorno al castello si è sviluppato un doppio concentrico di case, tuttora abitate.
Sembra che nel Medioevo, nel periodo in cui visse san Francesco, il castello fosse di proprietà di un conte, tal Napoleone di Umbertino dei Monaldi. Il conte si suppone fosse amico del santo d'Assisi tanto che presso il proprio castello, San Francesco trovò spesso ospitalità. Tra i figli di Napoleone quello che ebbe maggior fama fu Ugolino, che sposò Bionda e divenne padre di Dialta. Quest'ultima, ancora bambina, entrò in convento con la fondazione delle monache Clarisse da parte di Chiara degli Scifi. L'assunzione della veste fece sì che Dialta assumesse il nuovo nome monastico di Lucia. Un altro personaggio vissuto ad Armenzano ai tempi di San Francesco fu Giovanni il Semplice.
In questo periodo Armenzano faceva parte del territorio comunale di Spello, a sua volta rientrante nel ducato di Spoleto. Solo nel 1860 venne ceduto in proprietà ad Assisi, di cui è tutt'oggi frazione.
Le mura che un tempo costituivano la prima difesa del castello, sono oggi diroccate. Da segnalare anche, in posizione isolata rispetto alla struttura del paese, la chiesa di Santa Maria, eretta fra il dodicesimo ed il tredicesimo secolo dai frati camaldolesi.
©2013 Stefano Favero.