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VALENZINA, CASTELLO
a cura di Alessio Carabba
Il castello di Valenzina (in alto, foto tratta dal sito www.montideltezio.it ed elaborata dall’autore; in basso, foto dal sito www.castellovalenzino.com)
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Epoca:
menzionato nei documenti del XIII
secolo.
Conservazione: buona a seguito di ristrutturazione.
Come arrivarci: percorrendo la Strada Provinciale Pierantonio - San Giovanni del Pantano, in corrispondenza della gola che si forma tra i monti Elceto di Murlo e Massarello, si trova il bivio per Valenzina.
La presenza del nucleo religioso è documentata sin dal XIII secolo. Della stessa epoca è certamente la parte più antica dell’insediamento castellano, costituita dalla torre circolare e dalla parte ad essa annessa, come si evince dalla lettura delle mura del castello.
Il toponimo Valenzino o Valenzina deriva dal nome del torrente che scorre ai piedi del colle sui cui sorge il castello. Nei documenti antichi, Valenzino è classificato alternativamente come villa e come castrum. In alcuni documenti è indicato altresì come locus. Nel 1496 risultano presenti nell’area castellana 14 fuochi; nel 1499 i fuochi sono 15 ed, infine, sono 16 nel 1501.
Viene menzionato spesso insieme al castello di Antognolla, con cui – data la vicinanza – ha condiviso diverse vicende. Al riguardo, nel descrivere il maniero, un antico commentatore ha scritto: «come quello di Antognolla sta all’ingresso, così quello di Valenzina fa la guardia alla sbocco, come due giganti armati per far fronte all’impeto dei nemici».
Viene raffigurato, insieme ai castelli di Murlo e di Antognolla, nella carta di Ignatio Danti raffigurante il territorio perugino alla fine del XVI secolo, eseguita su un rilievo dello stesso autore e poi da costui affrescata nella Galleria delle Carte Geografiche del Vaticano.
A pochi metri dal castello sorge la chiesa, dedicata a San Clemente, che nel XIV secolo risultava dipendente dal monastero di San Salvatore di Monte Acuto. Nel 1576, la cattedrale di Perugia entrò in contrasto con gli abitanti di Solfagnano, Castiglione Ugolino, Valenzina e Migiana di Monte Tezio pretendendo il “plebo”, cioè i diritti del fonte battesimale che erano dovuti alla chiesa pievana.
Nel 1836 il feudo, già eretto a marchesato, fu acquistato da Giovanni Battista Gugliemi che acquisì il titolo di marchese di Valenzina. Nel 1921 il castello e la relativa proprietà passarono all’ing. Clemente de Fonseca Pimentel e quindi ai suoi eredi.
Agli
inizi degli anni ’90 il castello è stato acquistato da una società di
imprenditori locali che lo ha ristrutturato e diviso in appartamenti. La
circostante tenuta è rimasta invece proprietà degli eredi dell’ing. De
Fonseca Pimentel.
©2004 Alessio Carabba