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Cervarese Santa Croce, castello di San Martino della Vaneza
a cura di Paolo Sanguin
Immagini del castello (la foto sopra è di Costanza Bruno).
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Epoca:
XI
secolo, forse su preesistente struttura longobarda.
Conservazione: buona. Dal 1979 è di proprietà della Provincia di Padova, che lo ha destinato a museo archeologico della civiltà fluviale del Bacchiglione.
Correndo lungo la campagna che asseconda l’alveo sinuoso del Bacchiglione, superato il minuscolo abitato di Creola e prima di Cervarese Santa Croce, spicca a destra, in un boschetto di pioppi lunghi e snelli, l’alto mastio del castello di San Martino della Vaneza.
Edificato
intorno all’anno Mille su un’ansa del fiume, il castello
è forse il simbolo più efficace dello sforzo disperato e
vano dei Padovani, negli ultimi anni della loro fiera libertà.
Più volte passato di mano nella lotta tra i Comuni di Padova,
Verona e Vicenza, fu teatro nel 1405 dell’ultimo duello mortale
tra il carrarese Francesco Novello e la Serenissima Repubblica. I
Veneziani, scrive il Gatari, ebbero il castello per tradimento:
«dagli ello per denari Bartolomeo dito Favrin do Padova».
II Morosini invece pone la resa del mastio il 27 di ottobre, «per
trecento e venti ducati d’oro». Era il preludio alla resa
della grande e ancora libera città. Il 15 novembre i Veneziani
entrarono in Padova.
La parte più antica è costituita dalla torre, eretta
intorno al Mille sulla sponda sud del Bacchiglione. Dal 1324 i
Carraresi rafforzarono a più riprese la fortezza; ma fu
Francesco il Vecchio a eseguire le opere maggiori fino al 1388. Sulla
sommità della torre vi è una lapide carrarese a ricordo
della fortificazione, oggi corrosa e ormai illeggibile. Nello stesso
periodo la torre fu sopraelevata di un’altezza pari a quella
esistente (7,30 metri). L’interno, nel quale risiedeva il
capitano comandante, è organizzato come un alloggio distribuito
verticalmente, con sei piani abitabili collegati da una scala in legno.
I Carraresi aggiunsero i restanti tre corpi di fabbrica su due piani
fuori terra, più un piano scantinato, e ricostruirono il robusto
recinto in pietra trachite sul lato sud, che misura 32,5 metri per 30,5
ed è alto 10 metri al culmine della merlatura. Il pianterreno
era suddiviso in stanzoni con caminetti dove i soldati svolgevano le
attività del giorno. Durante la dominazione veneziana il
castello perse l’originaria funzione difensiva e fu adattato a
porto fluviale.
©2004 Paolo Sanguin. La prima foto riquadrata è di Costanza Bruno. Il testo e le altre foto, già apparsi nel sito Medioevo.interfree.it, sono qui ripubblicati con il consenso dell'autore. I video non sono stati realizzati dall'autore della scheda.