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COLOGNA VENETA, CASTELLO
a cura di Stefano Favero
In alto, il castello di Cologna nella piazza della cittadina, visto da nord. In basso, a sinistra: un leone tardo imperiale antistante il castello; a destra: il torrione a sentinella dell’ingresso, elegantemente fornito di bifora e trifora marmate su fondo interamente in mattoni; le adiacenti aperture del corpo sono coronate da cromatici archi a tutto sesto.
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Epoca:
intorno all'anno 1000.
Posizione geografica:
Cologna Veneta, in territorio
scaligero, segna il punto d'incontro delle provincie di Padova, Vicenza e
Verona.
Stato di
conservazione:
buono.
Come arrivare: il castello sorge nel centro della cittadina. È raggiungibile percorrendo la A4 Milano-Venezia ed uscendo al casello di Soave-San Bonifacio o, in alternativa, a quello di Montecchio Maggiore. In entrambi i casi si seguono poi le indicazioni per Cologna Veneta.
Come visitarlo: il castello è sede del municipio. Gli esterni sono visitabili.
Cologna Veneta (da “Colonia”, chiaro riferimento alla colonia agricola romana), sorta sulle sponde del fiume Guà (“Flumen Novum”), fu devastata dalle calate dei barbari a partire dal quarto secolo e, durante la dominazione dei Longobardi (568-774), divenne una “statio”. Secondo una leggenda, la moglie uxoricida di re Alboino, Rosmunda, avrebbe avuto qui un castello, secondo alcuni realmente esistito in località Sabbion. Passate la dominazione dei Franchi, fra ottavo e decimo secolo, e le distruzioni portate all’inizio dagli Ungari, la località divenne proprietà dei Vescovi di Vicenza. Successivamente al 1000 fu feudo dei conti Maltraversi, diramazione genealogica dei Malacappella. Il castello di Cologna Veneta divenne proprietà degli Este nel 1204. Nel 1220 vi soggiornò, di passaggio, san Francesco d'Assisi. Nel 1239, durante la “contesa” fra il papato e Federico II di Svevia, Ezzelino III da Romano se ne impossessò mantenendone le proprietà per due decenni. Nel 1256 la cittadina si ribellò al signore occupandone il castello. L'attacco però non ebbe successo ed il capo dei rivoltosi, Jacopo Bonfado, col figlio, fu ucciso.
Cologna Veneta passa al dominio scaligero nel 1260. I Veronesi, nel 1387, lo lasciarono ai Visconti che a quell'epoca miravano ad unificare sotto il proprio dominio l'intero territorio, oggi definito come Italia settentrionale e parte del Centro. Nel 1401, con la scomparsa di Gian Galeazzo Visconti il progetto si infrange e Cologna, un anno più tardi, è annessa al feudo padovano dei Carraresi. Essendo gli Euganei entrati nel frattempo in guerra con Venezia, nel 1405 i lagunari li eliminarono ed incorporano Cologna nel loro dominio. Il doge Michele Steno, nell'aprile del 1406, aggregò la cittadina al “dogado”, associata al Sestiere di Dorsoduro e dichiarò “veneziani” gli abitanti.
Durante il governo della Serenissima, Cologna Veneta godette di pace e fiorente economia, fino all' “occupazione” francese del 1797 (vento rivoluzionario della Legge). Nel 1837, in piena Restaurazione metternichiana, Cologna ricevette il titolo di “città” e le fu concesso uno stemma araldico da parte dell'imperatore austriaco, restaurato, Ferdinando I. Undici anni dopo (il Quarantotto), gli abitanti, ormai risorgimentali anch’essi, insorsero contro gli Austriaci, anche se il maresciallo Radetzky riuscì a soffocare i sommovimenti e a rioccupare la città. L’entrata a far parte del Regno d'Italia è solo rimandata.
©2012 Stefano Favero. I video non sono stati realizzati dall'autore della scheda.