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CASTROCUCCO, RUDERI DEL CASTELLO
redazionale
scheda la storia la struttura per saperne di più
I ruderi del castello.
Conservazione: ruderi.
Come arrivarci: da Nord, con l'autostrada A3 Salerno - Reggio Calabria, uscita al casello di Lagonegro Nord-Maratea. Prendere la Strada Statale 585 "Fondovalle del Noce", percorrerne tutti i 28 km in direzione sud, verso le località di Castrocucco e Marina. Da Sud utilizzare la Strada Statale 18 oppure l'autostrada A3, uscita al casello di Falerna.
Dal sito: it.wikipedia.org
«Il castello di Castrocucco è un castello della Basilicata. Si trova a Maratea, nella provincia di Potenza, nei pressi della frazione omonima, sospeso su un grande costone di roccia. Nel 2005 è stato sottoposto a tutela dal Ministero per i Beni e le Attività Culturali, e tutta l'area cricostante è stata individuata quale Sito di Interesse Comunitario.
Disponiamo di pochissime fonti circa l'origine del castello. Molto probabilmente fu costruito nel IX secolo, in quanto il nome del castello è già presente in una bolla di Alfano I, vescovo di Salerno, datata 1079. Altri storici locali lo vogliono più antico, facendone risalire la costruzione alla difesa di Blanda Julia.
È noto poi che nel tra la fine del XIV e l'inizio del XV secolo il castello venne abbandonato, per poi essere ceduto, con l'annesso feudo, tra il 1470 e il 1660, prima ai nobili De Rosa e poi ai nobili Giordano.
Durante il XVI secolo fu ristrutturato e ingrandito, e le sue mura furono modificate per ospitare delle bocche da fuoco. Dal 1664 fu tenuto dai Labanchi, famiglia calabrese proveniente da Bisignano che possedette il castello e il feudo fino al XIX secolo.
Il castello di Castrocucco fu abbandonato nel XVII secolo, e pertanto presenta un pessimo stato di conservazione. Sono comunque ancora ben distinguibili alcuni elementi, come la porta di accesso, alcuni bastioni posti agli angoli della struttura e tratti del cinto di mura.
Lo storico Michele La Cava, che effettuò un sopralluogo al castello nel 1891, così lo descrive: "Il castello un tempo dovea essere ben grande, ma ora è tutto in rovina; poteva contenere un trenta case, addossate all'interno del muro di cinta che è ben alto. In mezzo al castello esiste un vano o cortile scosceso; nell'alto di questo vano trovasi la parte più fortificata del castello posta verso settentrione. Nelle mura di questa parte veggonsi molti buchi per balestrieri. Le stanze sono tutte in rovina, ed in alcuni vedesi solo il pavimento, fatto di calcestruzzo. Non si trova conserva o cisterna alcuna per l'acqua, od almeno ora non ne apparisce traccia tra tante ruine. Molti buchi di balestrieri trovansi ancora alle mura esterne del Castello. Non vi appariscono vestigia di saracinesche alle porte. Una torre tonda, in parte diruta, trovasi, vicino all'ingresso del castello che è rivolta ad oriente: questa torre ha dei buchi per balestre od archibugi, ed ha due buchi tondi per colubrine" (Michele La Cava, Del sito di Blanda, Lao e Tebe Lucana, Napoli 1891).
Il castello fu costruito per difendersi dalle incursioni saracene che arrivavano dal mare, quindi la sua posizione è arroccata, pronta a rispondere ad esigenze di difesa degli abitanti, su una delle migliori zone di controllo che rispondevano all'esigenza di difesa degli agglomerati retrostanti, e quindi della stessa Maratea.
Sfortunatamente, il castello di Castrocucco non ha mai ricevuto lavori di recupero o restauro. Questa situazione, e la certezza che il recupero del castello possa contribuire alla crescita dell'interesse storico, turistico ed economico di Maratea ha spinto il comitato Iniziativa Cittadina ad adottare il castello. Il presidente di questo comitato, Biagio Salerno, scrisse a riguardo all'allora vicepresidente del consiglio Francesco Rutelli e a tutte le autorità della Basilicata competenti in materia. Questo comitato, che fu poi contattato dal presidente della regione Vito De Filippo per un incontro e dall'Università della Basilicata, continua tuttora una serie di iniziative.
Nei pressi del castello sorgono le rovine un antico borgo, sviluppatosi probabilmente in seguito all'edificazione della struttura medioevale. "Alcune case erano fuori il cinto del castello, e costituivano un piccolo villaggio: che si estendeva tra oriente e mezzogiorno, sul ciglio di una collina, la quale congiunge il promontorio di Castrocucco ai monti contigui. Queste case non erano molte, non oltre forse una cinquantina, ed in qualche punto apparirebbero gli avanzi di un muro di cinta. Alla punta di questo villaggio, e poco discosto dal Castello, trovansi una piccola cappella diruta, e vedasi ancora l'abside con rozze pitture a fresco. Il fabbricato di questo castello, può rimontare al 1100 e 1200, restaurato e modificato verso il 1600 per l'adattamento delle bocche da fuoco" (Michele La Cava, Del sito di Blanda, Lao e Tebe Lucana, Napoli 1891).
Sono visibili i resti
di oltre 20 edifici, di una torre di guardia, di mura di cinta e una chiesa,
che la tradizione popolare di Maratea vuole fosse dedicata a San Pietro.
All'interno di questa si rilevano cripte e i residui di antiche pitture,
ancora parzialmente visibili malgrado la secolare esposizione alle
intemperie».
Schede:
www.maratea.info/ita_0000ce.htm
www.anticalucania.it/ita/web/news_item.asp?nav=927
www.settemuse.it/viaggi_italia_basilicata/potenza_maratea.htm
http://agriturismo.agraria.org/basilicata/maratea.htm
it.wikipedia.org/wiki/Castrocucco
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