ANTRO, CHIESA-GROTTA FORTIFICATA DI SAN GIOVANNI D'ANTRO
a cura di Stefano Favero
Sopra: opere di fortificazione nel basamento della cappella all'inizio della grotta. Sotto, a sinistra: la cappella di San Giovanni d'Antro, incastonata nella roccia, vista dal basso; a destra: le pareti della cappella esterna rivelano l'originaria fortificazione.
Posizione geografica: Antro è una frazione del Comune di Pulfero, in provincia di Udine, che è ubicato lungo la direttrice che collega Cividale del Friuli a Caporetto (Kobarid), in Slovenia.
Conservazione: abbastanza buona.
Come arrivarci: percorrendo la SS 54, che si diparte da Udine, si arriva a Pulfero in una trentina di chilometri non senza aver attraversato Cividale del Friuli. Nel capoluogo comunale si gira a sinistra e si sale fino all'abitato di Antro.
Come visitarlo: lasciata l'auto nel parcheggio posto a fianco della chiesa di Antro, si prosegue a piedi per circa trecento metri e si sale lungo la scalinata che conduce alla grotta. è preferibile chiedere informazioni sugli orari di visita all'Associazione Lintver (telefono 0432727185).
Il primo abitante della grotta d'Antro fu probabilmente un anacoreta vissuto fra il V e VI secolo, mentre le prime opere murarie vennero realizzate presumibilmente fra il 1100 ed il 1200. Della grotta si hanno però le prime citazioni scritte solo nel XVI secolo, esattamente nel manoscritto di Valvasone da Maniago Descrizione delle città grosse del Friuli.
Appena fuori il borgo di Antro, piccola frazione di Pulfero che non tutte le carte segnalano, su una parete rocciosa del monte Mladesiena, si apre un antro, una spelonca, la cui parte iniziale è occupata da opere murarie sacre. All'interno della grotta vi è un doppio criptoportico, destinato per evacuare le acque piovane e per realizzare la galleria originaria. Quest'ultima, prima delle ristrutturazioni, dava modo alle persone di accedere all'edificio di culto situato nella parte superiore delle volte. L'archivolto delle due gallerie, entrambe lunghe 18 metri, è anche la base d'appoggio dei lastroni in pietra che costituiscono la pavimentazione del piano superiore. Ad oggi la grotta è stata esplorata per poco meno di cinque chilometri ed è composta da laghi, saloni e camini. All'interno delle cavità sono stati rinvenuti resti di mandibole, vertebre, denti umani, ceramiche di epoca preromana e resti umani di età medievale.
Durante l'impero romano l'antro era parte integrante, insieme al vallo dei fiumi Erbezzo-Natisone e del castelliere del Barda, del sistema di difesa dei confini orientali, progettato dalla Regio X veneto-istriana. Nel corso delle invasioni barbariche la grotta venne utilizzata come ricetto per dare rifugio alle popolazioni locali.
Tornando ai primi residenti della grotta, esiste un diploma dell'anno 889 che riferisce di come il re Berengario concesse al diacono Felice la chiesa di Antro, unitamente ad un casale ed ai pascoli circostanti l'antro. Oggi è rimasta una lapide, con epigrafi latine, che ricopre la tomba del diacono.
Le più antiche opere murarie oggi visibili risalgono al periodo a cavallo fra il XII e il XIII secolo, allorquando la cavità venne adibita a fortilizio esterno di un allora sottostante castello. Venne anche creato il passaggio indipendente per le acque del torrente, il quale percorre la grotta, nonché un accesso verso l'interno della caverna. La parte alta delle gallerie veniva utilizzata come zona per la vita quotidiana delle guarnigioni militari, come deposito di viveri e come polveriera. Un primitivo sacello di origine longobarda è visibile in una rientranza della grotta.
È nel XV secolo che la località di Antro assume la veste di esclusivo luogo di culto: da quel periodo iniziano i lavori per il consolidamento delle strutture esistenti e sarà costruita la scala esterna in pietra che conduce alla bocca della galleria. Nel 1547 il vescovo di Cattaro, Luca Bisanzio, consacra la ricostruita cappella dei santi Giovanni Battista e Giovanni Evangelista. Altri lavori vengono ultimati alla fine del XVII secolo, quando il salone della grotta (conosciuto come Sala di San Lorenzo) diventa la chiesa maggiore. La cappella presbiteriale viene declassata di conseguenza a semplice cappella devozionale.
Il salone della grotta è composto da un vano di circa 23 metri quadrati, alto quattro metri, e si raggiunge attraversando un arco a sesto acuto fatto di pietra calcare. Il soffitto è a volta stellata in stile tardo gotico-sloveno. Gli ultimi restauri del complesso risalgono al periodo fra il 1850 ed il 1950.
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