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MONTE SAN GIOVANNI CAMPANO, CASTRUM, PALAZZO D'AVALOS
a cura di www.cortedavalos.it
scheda cenni storici gli ospiti illustri del castello video
Il castello e, in basso, il Palazzo D'Avalos.
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Epoca:
il nucleo
originario del castrum è solitamente datato al periodo altomedievale;
il Palazzo D'Avalos, bassomedievale, ha conosciuto diverse ristrutturazioni.
Conservazione: buona; il Palazzo, restaurato, ospita oggi il ristorante la “Corte d’Avalos”.
Il
castello è uno dei monumenti più importanti di Monte San Giovanni Campano
(FR). Costruito prima del Mille è caratterizzato da due torri, una pentagonale,
l'altra quadrangolare,
la quale è costituita da una struttura di ingegneria militare con mura spesse
mt. 3,50, con due bertesche e con doppio cammino di ronda, oltre alle vie di
fuga contenute nello spessore murario.
Di fronte alla torre quadrata, sul lato sud, sono ubicate le "carceri
pontificie", munite di
tutti i sistemi
di sicurezza dell'epoca,
ricavate da strutture medievali, ampliate, poi, nel '700.
Attiguo alle carceri sorgeva il palazzo ducale, di cui rimangono oggi tre piani dei cinque originari. Il complesso era tanto alto da essere denominato la "Torre dei d'Aquino" in quanto sovrastava di molto il maschio del castello. Nello stabile il romanico ed il gotico si fondono in un'architettura robusta e raffinata.
Oggi, il pianterreno è costituito da due sale d’armi, una delle quali di grandi dimensioni. Il primo piano ospita quattro saloni, abbelliti da altrettante bifore con colonne istoriate: la bifora del “salone di rappresentanza”, presenta, scolpita sul capitello della colonnina quadrangolare, una testa coronata e con costumi d’epoca [Federico II di Svevia?]. All’ultimo piano sono conservate le stanze dove fu rinchiuso san Tommaso d’Aquino.
Attraverso gli attuali giardini si giunge al “Palazzo d’Avalos”, che sorge su corpi murari medioevali, ingloba il pianterreno, grande parte di un torrione rettangolare e una porzione di un camminamento che univa la torre pentagonale al palazzo ducale fornito di quattro feritoie. Il “Palazzo d’Avalos” restaurato, ed in parte riedificato dopo la II Guerra Mondiale, oggi accoglie negli ampi locali il ristorante la “Corte d’Avalos”.
L’ingresso principale di quest’ultimo è ubicato all’angolo sinistro del fabbricato che si appoggia alla torre pentagonale, che, alta circa mt. 25, con mura spesse almeno mt. 2, restaurata nella merlatura agli inizi della seconda metà del secolo scorso, rappresenta un raro esempio di architettura militare del XII secolo.
Accanto a queste opere insediative, che erano la parte nobile del castello e il centro logistico militare, politico, economico e culturale del ducato, erano disposti altri edifici di complemento difensivo e di servizio. Si accedeva al castrum attraverso cinque porte d’ingresso, di cui tre sono ancora esistenti (di pregevole fattura è la Porta della Scrima).
Il
nucleo era difeso da più cinte murarie, la più esterna delle quali era
munita, secondo il catasto gregoriano, da trentasei torrioni, - a base
quadrata, a base rettangolare, a base semicircolare -, da molti contrafforti e
da baluardi. Attualmente restano meno della metà di queste torri, destinate,
peraltro, ad usi impropri.
Il castello, che poteva contenere più di un migliaio di militari, è stato
per secoli una delle più efficienti ed imprendibili fortezze del centro
Italia. Esso non potè, tuttavia, reggere l’urto dell’esercito di 60.000
uomini di Carlo VIII re di Francia, diretto, nel 1495, alla riconquista del
regno di Napoli, dotato di un’arma nuova e devastante, mai usata prima di
allora nella penisola italica: i cannoni a polvere da sparo. Il re di Francia,
dopo un estenuante combattimento, riuscì ad entrare nella roccaforte: non
risparmiò vite umane e portò via un bottino di 25.000 monete d’oro (vedi
Yvonne la Bande-Mailfert, Charles VIII, conquete, Paris 1995, pp.
290-293).
Gli
ospiti illustri del castello
Il castello è stato la residenza estiva di Papa Adriano IV, che malato di
asma, veniva a curarsi in questo luogo salubre.
Dal
1240 circa al 1242 fu la prigionia di Tommaso d'Aquino (il castello infatti
era già passato in proprietà ai conti d'Aquino), il quale, nell'occasione,
fu sottoposto dai parenti all'insidia di una donna di facili costumi.
L'episodio, riportato da vari biografi, è stato testimoniato anche nel
processo di canonizzazione. Successivamente Antonella d'Aquino, l'ultima
nipote del santo, trasformò la stanza della prigionia in cappella gentilizia
e la dotò di un pregevole trittico.
A ricordo della biennale prigionia del santo, il papa Pio V elevò il feudo di
Monte San Giovanni a Ducato e, successivamente, il papa Gregorio XVI titolò
il centro urbano del rango di Città, assegnandole tutti i privilegi del
ruolo.
Nel castello ha soggiornato anche la poetessa Vittoria Colonna, musa
ispiratrice di Michelangelo Buonarroti.
In tempi più recenti il castello ha offerto ospitalità agli eminentissimi
cardinali: Francesco Satolli, Camillo Laurenti, Federico Tedeschini, Enrico
Lepicier, Vincenzo La Puma e, nel 2004, Josè Saraiva Martins e Joseph
Ratzinger, che in varie circonstanze ed in tempi diversi sono venuti a
manifestare la loro devozione a S. Tommaso d'Aquino.
©2004 testo e immagini by www.cortedavalos.it, qui ripubblicati con il consenso degli autori. Il video non è stato realizzato dall'autore della scheda.