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CARAVINO, CASTELLO DI MASINO
a cura di Glenda Bollone e Federica Sesia
scheda cenni storici visita per saperne di più
Immagini del castello.
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Conservazione: buona, dopo recenti restauri; il castello è in gran parte aperto al pubblico.
Come arrivarci: dal raccordo (A4/A5) tra le autostrade Milano-Torino (A4) e Torino-Aosta (A5), uscita casello di Albiano, poi seguire i segnali indicatori.
Il castello, che sorge su un'altura proprio di fronte alla Serra d'Ivrea, fu per molti secoli dimora gentilizia dei conti Valperga di Caluso, discendenti di Arduino re d'Italia, e fu il cuore del più vasto feudo canavesano.
Le origini di questo maniero risalgono all'XI secolo, come dimostra un atto notarile del 1070, anno in cui venne acquistato da Pietro Masino.
L'edificio, costituito da una struttura quadrangolare, caratterizzata da un grande mastio decorato dall'albero genealogico dei Valperga, è frutto delle numerose trasformazioni subite nel corso dei secoli. Infatti questo castello fu più volte messo sotto assedio e danneggiato gravemente, nel Quattrocento dai Savoia, nel Cinquecento dai Francesi e infine nel Seicento dagli spagnoli. Gli interventi architettonici più importanti risalgono però al secolo XVIII, quando Carlo Francesco II, viceré di Sardegna, e il fratello Tommaso Valperga, abate di Caluso, ampliarono la residenza dotandola di un ricco apparato decorativo, di ambienti ammobiliati con tappezzerie e oggetti preziosi.
Secondo la tradizione in questo periodo furono portate a Masino dalla marchesa Cristina di Saluzzo Miolans le ceneri del re Arduino, che fino a quel momento erano custodite ad Agliè. L'ultima proprietaria del castello fu la marchesa Leumann che qui visse fino alla sua morte. Qualche anno dopo, nel 1987, Masino entrò a far parte del patrimonio del Fondo per l'Ambiente Italiano (F.A.I) che immediatamente avviò importanti lavori di restauro e catalogazione degli arredi e delle opere d'arte, rendendo questo bene fruibile al pubblico.
Si tratta di un'antica famiglia discendente da Guiberto fratello di Arduino, marchese d' Ivrea e re d' Italia. I due rami comitali in cui presto si divise (del Canavese alla fine del XI secolo, e di Masino nel XII) si riunirono nel 1444 nella persona di Giacomo cancelliere di Casa Savoia.
Il castello è in buona parte aperto al pubblico e tra gli ambienti più significativi del percorso di visita vanno segnalati il grande torrione circolare, che ospita la sala da ballo, la Galleria dei poeti, affrescata per volere dell'abate Tommaso Valperga Caluso con i ritratti dei principali letterati antichi, la grande biblioteca costituita da più di dodicimila volumi, che testimoniano aspetti della vita delle famiglie comitali ma anche delle condizioni della comunità contadina di quest'area per un periodo compreso fra X e XX secolo, e la sala dei Gobelins, decorata nel Seicento con figure mitologiche.
All'interno dell'edificio è anche possibile ammirare la famosa cappella di San Carlo Borromeo in cui è il sacello contenente le ceneri di Arduino di Ivrea.
Il parco
Anche il parco come il castello subì nel corso dei secoli numerosi interventi; nel Settecento, infatti, i giardini erano concepiti secondo uno schema geometrico che univa il modello all'italiana e quello francese; successivamente fu allestita una nuova sistemazione detta all'inglese, che portò alla realizzazione della "strada dei 22 giri" che scende, in mezzo ai boschi, in direzione di Strambino.
Per
saperne di più.
Il Museo delle Carrozze e le Scuderie sono visitabili al pubblico nelle
domeniche di apertura, per i gruppi, su appuntamento, dal martedì alla
domenica.
Per ulteriori informazioni e per prenotazioni: FAI-FONDO PER L'AMBIENTE ITALIANO, Castello di Masino, Caravino (Torino); sito www.fondoambiente.it.
©2001 Glenda Bollone e Federica Sesia