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VENARIA REALE, CASTELLACCIO DI RUBBIANETTA
a cura di Federica Sesia
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I resti del castellaccio.
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Epoca: esistente prima del 1264, anno in cui viene acquistata la metà del castello da parte di Giacomo di Baratonia.
Conservazione: i resti sono fruibili con visite guidate a cura dell’Ente Parco, che collabora con il GAT (Gruppo Archeologico Torinese).
Come arrivarci: Ingresso per il pubblico da Venaria. Ponte Verde (viale Carlo Emanuele II, 256).
Il Medioevo nel territorio de La Mandria è documentato dalla presenza di alcune tracce di fortificazioni come i resti dell’antico ricetto di Rubbianeta e delle murature del castello.
Quest’area era compresa nel territorio dominato dalla famiglia dei Visconti di Baratonia, la cui storia risale al Sacro Romano Impero ed è legata alla figura della contessa Adelaide, reggente della Marca di Torino, e alla famiglia Harcourt a partire dal 1300.
La struttura fortificata di Rubbianetta certamente svolgeva un ruolo di avamposto militare destinato al controllo del torinese e dei valichi montani. Con il tempo essa assunse anche una funzione di ricetto per il borgo rurale sorto nei pressi dell’antica chiesa di San Giuliano; la sua vicenda storica va letta anche alla luce dell’affermarsi della dinastia sabauda sul territorio già nella seconda metà del Duecento.
Con la spartizione del territorio tra i Savoia e gli Acaja, dalla metà del XIV secolo cessa la funzione difensiva del castello di Rubbianetta.
I resti della struttura permettono di comprenderne la composizione e di individuarne alcune parti: il dongione, che ospitava il mastio strutturato almeno in tre piani, e la cinta muraria ancora ben
visibile con i suoi ciottoli intercalati da corsi di laterizi.
http://www.parchireali.gov.it/parco.mandria/pagina.php?id=4
http://www.parchireali.gov.it/parco.mandria/punti-interesse-dettaglio.php?id_pun=1067: «In lontananza, sulla collina di Rubbianetta, si erge solitario quello che resta dell'antico castello medievale appartenente al Viscontato di Baratonia. Le prime testimonianze scritte della presenza di un fortino in questa zona sono del 1090, anche se è solo nel 1264 che il preposto della cattedrale di Torino vende a Giacomo di Baratonia metà del castello con i connessi diritti signorili per 125 lire di Vienna. Del castello oggi resta ben poco: porzioni delle mura perimetrali e una torre qudrilatera in pietre e laterizi che doveva essere molto più alta, come farebbero supporre le volte a crociera che si intravedono. La torre infatti doveva avere almeno altri due piani oltre quello ancora in piedi, così da permettere una visuale completa dell'intera vallata. L'ingresso al Castellaccio - come viene chiamato ancora oggi il castello di Rubbianetta - si riconosce ancora sulle pendici meridionali della collina, quindi per raggiungere il portone principale era necessario girare tutt'intorno alle mura, sotto tiro delle feritoie per gli arcieri. I materiali utilizzati sono tutti poveri e facilmente reperibili in zona: pietre di fiume e mattoni in creta legati a malta, mentre le parti andate distrutte dovevano essere in legno, materiale troppo delicato e deperibile per conservarsi fino ad oggi».
©2008 Federica
Sesia