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VIù, RUDERI DEL CASTELLO
a cura di Duilio Chiarle
In questa veduta dall'alto, ciò che resta del castello è verso il centro.
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In alto: il complesso di Villa Vino, presso l'area su cui sorgeva il castello. In basso: ricostruzione della pianta del castello.
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Conservazione: del castello rimangono solo ruderi non facilmente raggiungibili da chi non è esperto del territorio.
Quello di Viù fu uno dei castelli dei Visconti di Baratonia. Fu probabilmente edificato nel XII secolo e serviva a mantenere il controllo sulla valle che, attraverso il Col San Giovanni, comunica con la val di Susa. Il destino di questo fortilizio è simile a quello degli altri castelli dei Baratonia.
L'edificio sorgeva nei pressi della odierna Villa Fino, di origine seicentesca, posta all'imbocco della frazione Versino. Sul luogo si trovano una cappelletta neogotica costruita nel 1920 ed un parco. Carlo Fino (il proprietario della villa), nel periodo in cui fu costruita la cappella, con l'aiuto di padre Fulgenzio Dal Piano ritrovò numerose selci neolitiche, monete e resti romani ed i ruderi del castello, a testimonianza del fatto che la zona fu sempre abitata. Gli scavi, che furono compiuti con poca scientificità, permisero tuttavia di capire alcune cose dell'edificio, specialmente la pianta.
Viù, insieme alla vicina Lemie, fu infeudata ai visconti di Baratonia nel 1159. Il castello si trovava non troppo lontano dall'altro possedimento dei Baratonia: Villarfocchiardo.
Le vestigia del castello, che dovevano essere ancora notevoli, furono occupate dal maresciallo francese de Brissac nel 1551 e dallo stesso abbattute nel 1556 come tutti gli altri castelli della zona per evitare che diventasse un caposaldo spagnolo: identico destino del castello di Baratonia.
Su questo castello esiste una leggenda che si innesta su una tradizione popolare fortemente radicata. Si dice infatti che il castello fosse finito nella mani di una banda di predoni. Gli abitanti del borgo, stufi delle angherie perpetrate dai predoni, lo assaltarono di sorpresa e dopo aver massacrato gli occupanti lo diedero alle fiamme.
Una curiosità: gli abitanti di Viù festeggiano ogni 25 marzo la presa e l'incendio del castello accendendo numerosi falò in onore dell'Annunziata. La cappella dell'Annunziata, infatti, si trova a monte dei ruderi del castello, poco discosta dalla antica mulattiera che conduce alla frazione Tornetti. La Villa Fino, che conserva le tracce archeologiche, ovviamente è visitabile soltanto in occasione di particolari giornate festive. Nel parco di Villa Fino fu istituito negli anni ’20 un museo poi purtroppo depredato durante la seconda guerra mondiale.
©2016 Duilio Chiarlie