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LEGRI, castello

a cura di Fernando Giaffreda

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Panoramica del castello di Legri (dal sito www.comune.calenzano.fi.it).

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Per la strada meridionale dal paese si arriva al castello di Legri  In campo lungo si nota meglio che il castello di Legri è, come si suole, sopra ad un poggio  La strada principale che porta al castello, fra muri a secco, olivi e cipressi  Il recinto murario che aggetta sulla strada e stato ricostruito con comode merlature alla guelfa  Il recinto "guelfo" che dà sulla strada ricostruito con una certa tradizione  La veduta aerea del paese di Legri che sta a valle del castello, con la pieve di San Severo (© www.molinodilegri.it)

 

La facciata meridionale del castello riparata da una terrazza stile sette-ottocento. Tutti i merli sono guelfi  La scala ottocentesca che accede al salone di ingresso  La cappella di San Pietro situata all'interno del castello  La canonica di San Pietro reca sopra il portone un Cristo in ceramica di fattura recente  Facciata della interna cappella di San Pietro  L'aspetto autunnale del castello di Legri (© www.toscanafilmcommission.it)

 

Il lato meridionale con la scala d'ingresso e la torre svettante  Sulla corte meridionale una costruzione fattoriale seicentesca è appoggiata all'edificio originale  La bella torre del castello di Legri e un po' di sovrapposizione di stili  La torre del castello si presenta abbastanza maestosa  Lo spigolo ovest del lato nord  Sul lato occidentale è stato appoggiato e aggiunto un porticato in pietra

 

Veduta del paese di Legri, con la centrale pieve di San Severo, vista dal giardino del castello  Il lato sud-occidentale del maniero di Legri  Una lastra di pietra serena raffigurante una figura umana seduta  Il trittico di stemmi gentilizi posto sopra il portale della pieve di San Severo a Legri  L'insegna araldica dei Cattani, proprietari del castello nel XIV-XV secolo, posto sul lato nord del castello  Un'insegna araldica di gusto più marcatamente massonico posta sul lato nord del castello di Legri

 

L'interno della canonica di San Pietro completamente rifatta e corredata con un bassorilievo secentesco  Uno spigolo nord-orientale del castello nel quale è stata ricavata una camera d'alloggio  Il gruppo di case extracastellari con torre poste a nord del castello, lungo l'antico sentiero per il Mugello  La copertura di un ingresso scalinato posteriore all'abitazione attuale del castello  Anche sul restro, sul lato orientale, e stato ricavato in aggiunta un porticato con terrazze e servizi vari  Il lato orientale del castello da un su un bel giardino terrazzato e rustico

 

Il lato interno dell'originaria porta di ingresso al castello di Legri, che ora si trova all'interno del nuovo recinto del castello  Il lato esterno dell'originaria porta castellare, in arco a tutto sesto, ma sovrastata da impropri merli guelfi  Una fila di pini pare indicare ancora il sentiero che avrebbe potuto portare all'ingresso del castello, sul suo lato meridionale  Un'estrema bastonatura sul lato meridionale che lascia intravedere una forma circolare  Il lato meridionale esterno del castello di Legri  La ricostruzione di un gazebo gotico sul lato nord del giardino d'ingresso

 

Parte del giardino che s'affaccia sulla strada principale  Uno dei due ingressi al castello posto sulla strada di arrivo  L'attuale cinta muraria lungo la strada di arrivo al castello  Lo spigolo murario posto a lato di un ingresso al castello  Aspetto invernale dell'ingresso dal giardino sul lato nord (© www.incontriamocialegri.it)  Così si vede il castello dal parcheggio posto a lato della strada di arrivo

 

Il vecchio percorso d'entrata è diventato orto degli ulivi  La pieve di Legri con abside circolare vista dalla strada principale del paese  Fra i campi solo la torre svettante è visibile  Campo lungo sul castello  La torre campanaria della Pieve di San Severo a Legri  Sul lato occidentale, la torre campanaria della pieve di San Severo ha una graziosa arcata triforata con una monofora chiusa a tutto sesto

 

Una panoramica di Legri da cartolina (© www.incontriamocialegri.it)  Una cartolina d'epoca che rappresenta Legri in maniera un po' romantica. (© www.incontriamocialegri.it)  Una fontana ottocentesca nel giardino castellare (©	 www.protacatering.it)  Come si può vedere il castello entrando dall'ingresso nord (© www.ilmolinodilegri.it)


      


Epoca: secolo XII, ma il toponimo «Castrum Ligari», citato nei documenti imperiali di confermazione feudale, risale certamente a un insediamento bizantino posteriore al IX secolo.

Conservazione: l’ottimo stato strutturale di cui gode il castello di Legri è dovuto a una serie completa di ritocchi e restauri novecenteschi in perfetto «stile romantico» che, se da un lato restituendocelo ce ne ha fatto perdere l’aspetto originario, dall’altro finisce col rappresentare perfettamente, e in maniera assolutamente ortodossa, l’interpretazione romantica e piccolo borghese del Medioevo.

Ubicazione: nel territorio del Comune di Calenzano, in provincia di Firenze. è situato, defilato e seminascosto com’è, nel chiuso della valle ogivale omonima posta in direzione del Mugello, a nord del Comune capoluogo, su un poggio di circa 250m s.l.m, lambito sia ad est che ad ovest da due torrenti pressoché sinonimi, la Marina e la Marinella. La posizione solatia per tutto l’anno ha mantenuto le terre annesse al castello di Legri floride e produttive nel suo secolare contesto agricolo-rurale.

Come arrivarci: essendo situato ad un passo in linea d’aria dall’autostrada del Sole A1 Milano-Napoli, ma un po’ fuori mano, basta uscire al casello di Prato-Calenzano e dirigersi sul comune capoluogo, Calenzano appunto. Da lì occorre seguire le indicazioni per Barberino di Mugello o per il passo de Le Croci, risalendo la provinciale che lambisce il torrente Marina. All’altezza della località La Chiusa c’è una diramazione a destra che porta dritti al paesello di Legri, e che non ha sfondo. In tutto saranno una quindicina di chilometri.

Per visitare il castello: il castello di Legri è proprietà privata. I padroni, che non vi risiedono costantemente, lo utilizzano e lo rendono disponibile al pubblico per feste, matrimoni, ricevimenti, meetings, fashion art e così via. Pertanto, per visitarlo all’interno occorre telefonare al fisso 055.8827080 e al mobile 348.3113837 che fanno da segreteria, oppure incappare, com’è successo a noi in una bellissima giornata ottobrina, in una cerimonia nuziale in corso, con tanto di ricevimento fotografico e rito nella cappella interna. Tuttavia la visita esterna, vista anche la particolare non ricettività turistica del luogo, può ricompensare dalla pena del viaggio.

   

Cenni storici.

Si può collocare nel periodo della dominazione bizantina, il sorgere del luogo di Legri, dalla bella pieve romanica dedicata a San Severo (XI-XII secolo), che si trova più a valle del castello, nel piccolo paese omonimo. In un «privilegio» del 983, Ottone III di Sassonia, sacro imperatore romano-germanico e re d’Italia dallo stesso anno fino al 1002, nomina la pieve basilicale a tre navate di Legri confermandone la proprietà riservata alla Chiesa di Roma. Questa pieve, ricordata come chiesa di «S. Severo a Ligari», viene citata anche in un contratto sottoscritto il 25 luglio 1051 e conservato fra le pergamene dell’archivio della chiesa di Passignano, col quale un certo Rustico Teuzzone, abitante a Figline Valdarno, rinunciava a favore di un tal Rodolfo di fu Sigfredo a ogni pretesa sui beni di una serie di chiese, corti e castelli, fra cui Legri. Nel 1128 poi, fu redatta una donazione di beni (terre) di quel luogo da parte di Gottifredo, vescovo di Firenze ai conti Alberti, insieme ad altri.

Tuttavia occorre aspettare il 1191 per avere un documento, una bolla imperiale per l’esattezza, dove si rammenti espressamente il castrum Ligari, a valere come esistenza certa di un castello feudale a Legri. Già nel suo ottocentesco Dizionario Geografico Fisico della Toscana, il geografo Emanuele Repetti dissuade chiunque voglia cercare nel termine «Ligari» un’ascendenza o un’origine ligure del luogo, cosa che del resto potrebbe avere un certo qual fondamento a vedere l’esempio di Pistoia, ma lo definisce seccamente un «sognatore». In quell’anno l’imperatore Enrico VI Hohenstaufen, padre di Federico II e figlio del Barbarossa, nel corso della sua campagna italiana per riprendersi in nome della moglie, Costanza d’Altavilla, la Sicilia, conferma ai vassalli conti Guidi del ramo di Modigliana, proprietari ed edificatori di molti castelli tosco-romagnoli, il possesso di una serie di castelli intorno a queste colline, in particolare il Monte Morello sopra Firenze, Calenzano e appunto Legri.

Nel 1220 e nel 1249 Federico II, impegnato anche lui nella campagna militare e politica di stabilizzazione e di fedeltà del centro-nord d’Italia, emette alcuni diplomi in cui conferma ai fedelissimi conti Guidi, del ramo di Modigliana, il possesso di «Kalenzanum cum tota corte sua, et quartam partem castri de Ligari».

Oggi potrà sembrare esagerata l’importanza che avrebbe rivestito Legri, tanto più considerandone il luogo, così piccolo, appartato e chiuso, per giunta situato in una valle ora senza sfondo viario. Ma va considerato che dalla Cassa Clodia, all’altezza di Calenzano si dipartiva allora una strada che in poche miglia portava dritta all’altopiano del Mugello – un territorio assai popolato, irrigato e perciò produttivo – , e Legri ne era l’unica e più importante tappa lungo il passaggio, dotata per giunta di un ricovero ecclesiale e di qualche torre di avvistamento ancor oggi conservata. L’attuale provinciale Calenzano-Barberino di Mugello, che scollina al passo Le Croci e che una volta aperta mise in decadenza la vecchia strada di Legri, fu costruita proseguendo alla Chiusa, con tutta probabilità nel XII secolo. Ciò si deduce da certe cronache fiorentine riguardanti le lotte dugentesche fra guelfi e ghibellini, le quali riportano come durante il conflitto di Montaperti (1260), il castello di Legri non fosse toccato dalla guerra a differenza di Calenzano, pur così vicino e sulla stessa direttrice, il quale invece fu distrutto ed incendiato negli scontri delocalizzati. Vero si è che il «popolo» di San Pietro, chiesetta posta all’interno del perimetro murario del castello di Legri, e quello della chiesa di San Severo in Legri furono gravati dell’obbligo, emesso da parte guelfa, di rifornire le truppe crociate di pane ed altri alimenti, segno evidente che le razzie e gli assalti non le avevano raggiunte.

Nel XIV secolo, con Firenze ormai padrona influente di tutta la Toscana, il castello di Legri, per il tramite della pieve, divenne proprietà delle famiglie mercantili e patrizie cittadine, fra cui per prima si rammenta quella guelfa dei Canigiani che per un suo ramo si sarebbe poi incrociata con quell’altra famiglia fiorentina, i Cerchi. Ad essa Raffaello, fra il 1506 e il 1507, dedica una “Sacra Famiglia Canigiani”, bel dipinto ora conservato all’Alte Pinakothec di Monaco.

Ai Canigiani, o insieme a loro, succedono i Fingiovanni, famiglia “contadina” originaria, per loro stessa ammissione in una supplica del 1563, di Legri, la quale poi si “inurba” a Firenze nel quartiere di Santa Maria Novella. Ai Fingiovanni (o Finigiovanni o Fizgiovanni) viene attribuita la vasta piantagione di cipressi sulle colline circostanti fino al Mugello, ancor oggi esistente.

E proprietari di Legri con essi ritroviamo gli imparentati Cattani, nobile e antica famiglia del Mugello. Il cognome di quest’ultimi, Cattani, altro non vuol dire che Capitani (del popolo) e perciò signori di qualche luogo. Costoro diedero i natali a vescovi (Fiesole 1570-95) e cardinali, e il loro stemma gentilizio si trova incastonato in pietra serena nella parete nord del castello di Legri. Per il gusto dell’araldica, questo castello è rappresentato anche nelle piante dei Capitani di Porta San Piero a Firenze (lo stesso quartiere in cui nacque Dante), raffigurato nel recinto semicircolare delle mura di Legri, col suo torrione, la chiesa inframuraria di San Pietro e, chiara e netta, la porta castellare rivolta a sud verso la val di Marina.

Fra il XIV e il XVII secolo si hanno tutte dominazioni di famiglie e patriziati di origine guelfa, che mantengono sotto quel colore la proprietà di Legri fino a che non comincia, dopo il periodo signorile mediceo, l’era leopoldina e lorenese. Difatti in questo lungo periodo il castello di Legri assume sempre più la funzione di una villa fattoria, in questo suo carattere figurando altresì nei regesti castellari medicei e granducali.

Nel Novecento poi il castello lo ritroviamo sotto la proprietà privata dei Rindi di Legri che ne rafforzano e ne stabilizzano l’attività agricola, in particolare quella del vino. L’aspetto per così dire “imborghesito” del castello di Legri, così come lo vediamo oggi, si consolida definitivamente, anche se la sua mole si confà più a un contesto da comunità montana.

    

    

 

©2007 Fernando Giaffreda. I video (inseriti nel 2013) non sono stati realizzati dall'autore della scheda.

    


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