Sei in: Mondi medievali ® Castelli italiani ® Toscana ® Provincia di Firenze |
POPPIANO, castellO DEI GUICCIARDINI
a cura di Fernando Giaffreda
L’ingresso al castello di Poppiano. In basso, il suo front-office.
In basso, veduta aerea del castello con le sue torri opposte.
Epoca:
XI secolo, edificato in collina a
300 m di altezza dai conti Alberti di Certaldo, sui resti di una modesta
villa romana forse appartenuta alla gens Poppeia, donde il nome.
Ubicazione: Poppiano, frazione di Montespertoli con appena 36 abitanti, si erge sul versante ovest del filare collinare che si profila fra la Val Virginio e la Val di Pesa, l’uno affluente dell’altro. Siamo in pieno Chianti, a sud di Firenze e il castello è seminascosto da cipressi, olivi, vitigni e siepi di bossolo.
Stato di conservazione: ottimo, grazie ai rifacimenti in neogotico ottocentesco eseguiti dopo il terremoto del 1812; e dalla recente manutenzione del proprietario, la famiglia dei Guicciardini. Dicesi che la ristrutturazione sia stata eseguita allora facendo riferimento agli affreschi presenti in altre ville vicine di proprietà.
Come arrivarci: un po’ periferico, si raggiunge Poppiano da Firenze uscendo a Ginestra Fiorentina sulla superstrada Firenze–Pisa-Livorno (FI-PI-LI), tirando per Montespertoli. In località Baccaiano si devia per Tavernelle: dopo 1,3 km, nelle prossimità di un cipresso a guardia di un incrocio, si svolta a sinistra per una strada tutta in salita che termina a Poppiano.
Per visitare il castello: nelle stanze del castello Guicciardini a Poppiano si effettuano delle degustazioni e assaggi dei prodotti tipici che si producono in loco, pertanto solo prenotandosi al front-office è possibile visitare l’interno, delimitato da un bel cortile con le due torri contrapposte. A piedi invece lo si può ben ammirare dall’esterno insieme al piccolo borgo.
Intorno all’anno Mille i conti Alberti di Certaldo nel loro feudo edificano, fra gli altri, il castello di Poppiano su un sito romano, costituito da un colle piano a trecento metri d’altezza sul mare, dove forse v’era una villa diruta appartenuta alla famiglia romana dei Poppeia (o anche Popiana). Comunque, la desinenza in “ano” del toponimo tradisce esattamente l’origine romana del luogo. Si attribuisce al primo fabbricato degli Alberti la dotazione di tre cinte murarie a guardia della fortezza, ma non ci sono prove evidenti, tante sono state le distruzioni, i crolli e rifacimenti durante la sua esistenza. In fondo altro non si tratta in questo caso di uno dei diversi baluardi sparsi nel contado a difesa di Firenze.
Nel 1199 abbiamo la prima citazione scritta di Poppiano, che è oggetto di un atto di donazione degli Alberti in favore dei Guicciardini, potente famiglia fiorentina molto fedele ai Medici e che ha tuttora in proprietà il castello. Il possesso rimane ininterrotto fino ad oggi, i Guicciardini avendolo trasformato in una suntuosa villa-fattoria che oggi fornisce prodotti tipici e doc di un certo pregio. L’albero genealogico dei Guicciardini conta, forniti a Firenze, 44 priori, 16 gonfalonieri di giustizia e 12 senatori.
Ai diroccamenti subiti dal castello di Poppiano sui primi del Trecento, per mano del ghibellino Castruccio Castracani, che riuscì ad arrivare con molti fanti e cavalieri sotto le porte di Firenze, seguirono nel 1369 quelli del capitano di ventura Giovanni Acuto (John Hawkwood), il quale si acquartierò a Poppiano dopo la battaglia di Cascina contro i Fiorentini, che lo videro mercenario al servizio di Pisa.
Poppiano fu anche ameno luogo di villeggiatura, dopo il 1552, anno in cui Cosimo I de’ Medici nomina spedalingo dello Spedale degl’Innocenti, tal sacerdote-filologo Vincenzo Borghini, che ebbe in dote una casa a Poppiano. Nominato censore nel 1559, il Borghini ebbe il compito fra l’altro di emendare e sfrondare il Decamerone delle parti ritenute più licenziose. Entrò in amicizia con Giorgio Vasari che lo introdusse nei circoli artistici fiorentini, fino a corte: a Poppiano i due, con altri, si dilettavano con le loro passioni artistico-letterarie.
Nella sua discesa in Italia, Carlo V d’Asburgo, imperatore e re di Spagna, impiegò diversi condottieri per il comando delle truppe imperiali, fra cui Pier Maria II de’ Rossi (detto il giovane) di San Secondo e il famoso Maramaldo, l’uccisore spietato di Francesco Ferrucci a Gavinana, cimentandosi in minacciose manovre di avvicinamento a Roma, messa a sacco nel 1527. Anche Firenze fu assediata a partire dal 14 ottobre 1529; l’imperatore Carlo trovò una forte e inaspettata resistenza sia della città che del contado. Il castello di Poppiano però fu distrutto in gran parte da Maramaldo, come afferma il Guicciardini nelle sue Memorie.
La seconda citazione letteraria di Poppiano la si ha nel 1583, in un’opera postuma uscita a Parigi di Ugolino di Vieri, detto il Verino, poeta fiorentino del Quattro-Cinquecento alla corte dei Medici, dal titolo De Illustratione Urbis Florentiae libri tres. Più che del castello vi si illustra appunto la lunga schiatta dei proprietari Guicciardini, fra i quali spunta un Piero Guicciardini che nel 1416 fu nominato Conte Palatino dall’imperatore Sigismondo di Lussemburgo; poi il più famoso Francesco Guicciardini, storico e politico (1483-1540), che grazie ai Medici ricoprì importanti cariche nel governo cittadino (capitano, diplomatico e altro ancora). Nel suo ritiro fra la villa fuori porta di Finocchieto e Poppiano, dopo il ritorno della Repubblica a Firenze, ormai inviso ai repubblicani, Francesco Guicciardini scrisse l’Historia d'Italia, l’opera sua più nota, destinata ad influenzare generazioni di altri storici e pensatori futuri, anche moderni.
Nel Settecento il castrum di Poppiano fu ampiamente ristrutturato secondo il gusto del tempo; che aveva a disposizione il neoclassicismo che soppiantava già il barocco, con l’ultima sua fase, il rococò. Per certo sappiamo che il rifacimento dell’Ottocento, quello effettuato dopo il terremoto del 1812, secondo il gusto borghese, ha dato al castello di Poppiano sostanzialmente l’aspetto di oggi: uno stile neogotico che gli conferisce una tendenza un po’ aristocratica.
©2014 Fernando Giaffreda. Il video non è stato realizzato dall'autore della scheda.