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CARRARA, castello MALASPINA
a cura di Renato Vita
Il Castello Malaspina visto da piazza d'Armi; sullo sfondo, dietro la torre, il Palazzo Cybo.
Epoca: Il castello di Carrara è attestato dal XII secolo. Il primo documento pervenutoci è la sua cessione ai Malaspina. La rocca è stata ampliata nel secolo XIII dal marchese Guglielmo dei Massa-Corsica-Cagliari, consanguineo dei Malaspina, poi rafforzata ed ampliata nel XV secolo da Spinetta di Campo Fregoso, e pochi decenni dopo da Jacopo Malaspina dello Spino Fiorito di Fosdinovo, nuovo «Marchese di Massa e Principe di Carrara», il quale la sceglie come sua residenza principale. Il Palazzo Malaspina-Cybo, attiguo alla rocca medievale, viene iniziato nel 1519, da Ricciarda, l'ultima dei marchesi Malaspina, vedova di Scipione Fieschi, conte di Lavagna e di Luni, risposatasi con il nobile genovese Lorenzo Cybo, nipote dei papi Leone X Medici e Innocenzo VIII Cybo, il quale edifica «un picciolo ma vago palagio iusta la rocha de Carraria…». Il palazzo viene poi ampliato ed abbellito tra il 1540 e il 1549 dal cardinale Innocenzo III Cybo, governatore di Carrara, e completato nel 1557, da Alberico I Cybo-Malaspina, nuovo «Marchese di Massa e Principe di Carrara». Del 1620 circa è la prima raffigurazione antica rimasta del castello, in «Marchesato de Carrara - Corpus di vedute dei possedimenti di Alberico I Cybo-Malaspina» del pittore di corte, il carrarese Domenico di Justus Utens il Fiammingo.
Conservazione: Fatti salvi il restauro ricostruttivo della rocca medievale dopo il devastante terremoto degli anni '20, e le necessarie ma errate modifiche operate negli anni '50 dall'Accademia di Belle Arti al palazzo tardo-rinascimentale, il complesso è in stupendo stato di conservazione.
Ubicazione: Il Castello Malaspina, e l'adiacente Palazzo del Principe dei Cybo unito a complesso, si trova nel centro storico medievale di Carrara, in Piazza Farini. L'ingresso principale è situato sull'ottocentesca pedonale Via Roma.
Come arrivarci: In auto: uscendo al casello di Carrara dell'autostrada A12 Genova-Rosignano, si prosegue in direzione monti fino ad Avenza, dove si trovano le rovine della fortezza di Castruccio Castracani; o dall'Aurelia (SS 1), all'altezza di Avenza, si risale Viale XX Settembre oltrepassata Fossola (sovrastata sulla sinistra dal Castello di Moneta) e si arriva in centro, in Piazza Farini. In treno: a 4 km dalla stazione ferroviaria Carrara-Avenza.
Ultimo grande centro di costa della Toscana di nord-ovest, a 7 km dal mar Ligure, nascosta nella vallata del torrente Carrione che scorre ai piedi delle Alpi Apuane, è Carrara (m. 100 s.l.m.). Con presenze fin dalla preistoria, tanto in epoca romana quanto nel periodo bizantino-longobardo è il Forum Clodi della Tabula Peutingeriana (ipotesi tedesco-cecoslovacche confermate dai carotaggi della Soprintendenza Archeologica nel centro storico). Nell'Alto Medioevo, il vecchio abitato diviene il centro della Curtis de Cararia, di nuovo un importante nucleo fortificato. Già nel 998 Oberto I ha il suo «Brolius de Cararia» contrapposto al vescovile Castrum Veciali, utile per il controllo delle cave di marmo. È l'incrocio tra la romana via Carriona (per il trasporto dei marmi al mare), la via Longobarda (per Lunigiana-Garfagnana-Emilia) e la via Pedemontana (Toscana-Liguria), percorsi alternativi alla via Francigena, sulla costa, «apud Rocha de Aventia», a soli 4 km.
Dal primo Medioevo, nell'intricato sovrapporsi di potestà, la Rocha de Cararia ha sempre rappresentato il potere laico sia dei feudatari locali (i Malaspina ed i consanguinei Massa-Corsica-Cagliari, eredi degli Obertenghi, marchesi della Liguria orientale e conti di Luni) che delle varie Signorie forestiere che per secoli si sono contese il dominio di Carrara, in contrapposizione al Castrum de Vezala, posto in periferia a simbolo del potere ecclesiastico dei vescovi, poi vescovi-conti di Luni. Nella contesa si è presto inserito il ghibellino «Commune de Cararia», con la sua Pieve di Sant'Andrea, contro i guelfi del sobborgo vescovile di Vezzala.
Il pregevole complesso Castello Malaspina-Palazzo del Principe dei Cybo è formato dalla squadrata medievale «Rocha de Cararia» (con la «Turris magna» e la «Turris Malaspinae» a merli ghibellini e paramenti murari a bianchi conci marmorei del XII secolo). I due grandi portali esterni del '300 recano con lo stemma dei Malaspina, e i due cortili interni del '400 esibiscono gli stemmi marmorei e già affrescati con strutture porticate "a logge" e portali "a bugne" del XVI secolo. La rocca è raccordata con un elegante transetto cinquecentesco a colonne e bifore al rinascimentale «Palazzo del Principe» dei Cybo (culmine della rinnovata «Civitas Carrariae» di Alberico I Cybo-Malaspina). Lasciato incompiuto dal nipote Carlo I, il palazzo fortificato aveva il vestibolo verso il nuovo centro cittadino nella monumentale «Sala delle Colonne» da cui, a lato della «Sala dei nobili», si accedeva con due doppi scaloni marmorei seicenteschi al piano nobile e ai rinascimentali «Appartamenti privati del Principe», ricchi di stupendi arredi e affreschi ancora integri e di marmorei portali, tra cui quello con il ritratto (osé) di Elisabetta Della Rovere, prima moglie di Alberico I. Sono collegati da corridoi affrescati e ricchi di opere d'arte che accedono da una parte alla monumentale sala di rappresentanza («Sala grande» o «dei Gessi», risistemata nel XVII secolo), e dall'altra al loggiato cinquecentesco con volta a botte, affrescato con decorazioni a grottesche che guarda la medievale, ma marmorea, scala elicoidale che si sviluppa nella «Turris Magna Rochae Carariae».
Pertanto,
insieme alla stupenda romanico-gotica Pieve urbana (X-XIV secolo),
l'Insigne Collegiata dell'Abazia Mitrata di Sant'Andrea (unico duomo al
mondo non rivestito, cioè interamente costruito in marmo!),
l'altro gioiello di famiglia cittadino, il Castello Malaspina-Palazzo
del principe dei Cybo, è un monumento di cui il centro storico
medievale di Carrara si può vantare.
Il Castello Malaspina. Il primo documento scritto rimasto sul Castello di Carrara è negli
Annales Bobienses. Il 13 agosto 1187 l'abate Rainero del Monastero di San Colombano di Bobbio
«cede in perpetuo» la «Rocha vetus de Cararia»
ai marchesi Moroello, Opizone II e Alberto, figli di Opizzone I
Malaspina il Grande, marchese e conte Palatino di Federico Barbarossa,
erede dei diritti degli Obertenghi. La primitiva rocca, forse su
precedenti fortificazioni bizantino-longobarde, è sul «Groppinus», piccola altura a sud-est del «Broilus et Burgus de Cararia» che, per un voluto contrasto feudale con gli
Obertenghi, Ottone I ha già concesso il 19 maggio 963 al
vescovo di Luni Gotifredo I.
Nel 1215, contro i vescovi-conti di Luni, Federico II Hohenstaufen nomina nuovo «Dominus Carariae» il parente marchese Guglielmo dei Massa-Corsica-Cagliari, consanguineo dei Malaspina, il quale fortifica il «Burgus Carariae» con la prima completa cerchia muraria, e amplia la «Rocha de Cararia» con bianche bozze marmoree (contigua ma indipendente dalle mura cittadine). La Rocca è un possente torrione quadrangolare, affiancato da un'altra torre, con fossato e ponte levatoio.
Sempre munito dai diversi dominatori, dal 1448, il Castello di Carrara è la residenza principesca del piccolo Stato indipendente, legato ai Campo Fregoso di Genova e Sarzana, di Spinetta di Campo Fregoso, nuovo «Dominus de Carraria, Aventia et Moneta». E ancora, nel 1473, Jacopo Malaspina dello Spino Fiorito di Fosdinovo, nuovo «Marchese di Massa e Principe di Carrara» sceglie come residenza principale, preferendola alla più grande e munita, ma meno comoda, Rocca di Massa, la «Rocha de Carraria», ampliandola con cortili, loggiati e con la «camera picta».
Il Palazzo Cybo. Nel 1519, Ricciarda, l'ultima dei Marchesi
Malaspina, vedova di Scipione Fieschi, conte di Lavagna e di Luni, risposatasi con il nobile genovese Lorenzo
Cybo, il nipote dei
papi Leone X Medici e Innocenzo VIII Cybo, edifica «un picciolo ma vago palagio iusta la rocha de Carraria...», dove il 12 maggio 1536 ospita Carlo V di Spagna, protettore del piccolo
Stato.
Dal 1540 al 1549 il cardinale Innocenzo III Cybo, governatore di Carrara, dal Castello e dal «Palazzo di Ricciarda» crea un nuovo palazzo-fortezza in stile ferrarese, con sculture, reperti romani, quadri, affreschi, circondato da un vasto giardino adorno di fontane marmoree. Allestisce anche la ricca «Biblioteca Cybo», con codici miniati e le prime opere a stampa (la Lunigiana vanta alcuni tra i primi grandi stampatori moderni). Nel torrione centrale della Rocca raccoglie il medievale Archivio Notarile di Carrara, prezioso fra l'altro per i contratti di compravendita dei marmi dei Pisano, Donatello, Michelangelo, Alberti, ecc.
Nel
1557, Alberico I Cybo-Malaspina, nuovo marchese di Massa e principe di
Carrara, edifica a raddoppio dell'area urbana la seconda cerchia
muraria di Carrara, unita con la monumentale «Porta Nuova o dello
stradone» al Castello-Palazzo, di cui il marchese scrive: «Castello molto vago, ma piuttosto Palazzo…». Ivi, dal 1602 risiede il
capitano luogotenente di Carrara con i «Capitoli delle milizie di Massa e
Carrara» composti da una parte delle truppe cittadine.
Persa la vecchia funzione militare, il castello di Carrara rimane
simbolo del potere ducale fino al 30 giugno 1796. Poi, fino al 30 marzo
1806, il castello è occupato dalle truppe di Napoleone, il quale
trafuga fra l'altro sculture e quadri, disperde l'Archivio Notarile di
Carrara, devasta i «Giardini del Principe» riducendoli a
piazza d'armi della guarnigione.
Nel
1806, Elisa Bonaparte-Baciocchi, duchessa di Lucca e Massa, principessa
di Carrara e Piombino, destina il castello-palazzo a sede della Ducale
Accademia d'arte di Carrara, con presidenti onorari Napoleone I e
Eugenio Beauharnais.
Con la Restaurazione torna (1815-1824) l'ultima Duchessa di Massa e
Carrara, cioè Maria Beatrice Cybo-Malaspina-Este, moglie
dell'arciduca Ferdinando d'Asburgo, il quale destina ancora
all'Accademia d'arte il Palazzo del Principe, mentre il Castello, ormai
irriconoscibile per le modifiche architettoniche, è adibito
anche a lazzaretto e carcere cittadino!
Nel 1861, il Regno d'Italia conferma sede della prestigiosa «Reale Accademia di Belle Arti di Carrara» il Castello Malaspina, salvatosi da quello sviluppo urbanistico ottocentesco che sventrò le altre fortificazioni medievali e rinascimentali.
Dopo il terremoto del 1920, pur con l'allora di moda "restauro ricostruttivo", gli architetti Remedi e Biscacciardini riportano in luce il complesso originale della Rocca medievale.
Nel 1954, per accresciute esigenze di spazi didattici dell'Accademia, la Soprintendenza alle Belle Arti di Pisa autorizza un nuovo, errato intervento sul Castello: il cinquecentesco «Palazzo del Principe dei Cybo» viene sopraelevato di un piano (!), snaturando il complesso Castello-Palazzo perché viene soffocata e schiacciata prospetticamente la Rocca medievale, che prima era più alta dell'attiguo palazzo rinascimentale. Viene anche murato il doppio «Scalone d'onore» seicentesco, del Palazzo Cybo, tra la «Sala delle colonne» e la «Sala Grande»!
Per
visitare il castello:
Inserito nelle
«Giornate Europee del Patrimonio: Castelli e
Fortificazioni» del 25-26 settembre 1999, e terminati gli ultimi restauri, il Castello Malaspina-Palazzo Cybo, cosiddetto
«del
Principe»,
è aperto al pubblico e gratuitamente visitabile a richiesta.
Ospita la sede centrale dell'Accademia di Belle Arti di Carrara per
osservare:
--- a pianterreno, la ricca Biblioteca d'Istituto (es. due edizioni originali della
Encyclopédie), nell'antica «Sala delle colonne», e la più completa Marmoteca Nazionale esistente, posta nell'antica
«Sala dei nobili»;
--- al primo piano, dove ha sede la Presidenza e la Direzione dell'Accademia, nei cinquecenteschi
«Appartamenti privati del Principe», i preziosi «Archivi antiquari locali" (con gli
Statuti di Alberico I); la pregevole «Raccolta bibliografica
lunigianese» dei conti Del Medico; l'importante «Archivio Taccagna» e la ricca
«Emeroteca apuana» (con la copiosa pubblicistica locale XIX-XX sec.);
--- i resti delle antiche collezioni artistiche del Castello: una
piccola Pinacoteca (XI-XX sec., es. Appiani, Scarsella, Lippi); la
Raccolta di sculture del XVIII-XX secolo (anche dei Maestri
dell'Accademia come Tenerani e Dazzi), e l'importantissima Gipsoteca
(secoli XVIII-XX: es. Canova, Thorwaldsen, Tenerani, Dazzi, Finelli,
Bartolini, Fontana, ecc., e copie uniche dei Gessi Vaticani, del Louvre
e del British Museum);
--- sotto il loggiato medievale, davanti al settecentesco «Studio
Anatomico», posto in una sala del '500, sono esposti i resti
(perduto il «Museo privato lunense Fabbricotti») della
«Collezione antiquaria di marmi antichi»: opere romane (es.
la celebre edicola votiva dei «Fantiscritti»), medievali
(es. «L'Annunciazione» di Lapo di Giroldo, del '300), e
rinascimentali (es. busti dei Cybo-Malaspina), mentre altri pezzi sono
in prestito al «Museo del Marmo Città di Carrara».
©2003 Renato Vita. La prima foto è tratta dal sito www.hotelmassacarrara.com. I video (inseriti nel 2013) non sono stati realizzati dall'autore della scheda.