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MAGIONE, CASTELLO DEI CAVALIERI DI MALTA
a cura di Sonia Merli
Il castello.
Uno dei torrioni circolari del castello.
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Epoca: l'hospitalis Plani Carpini, attestato per la prima volta nel 1209, ha subìto i più significativi rimaneggiamenti nella seconda metà del XIV e del XV secolo.
Conservazione: ottima, dopo una accurata campagna di restauri avviata nel 1958.
Come arrivarci: il castello o Badìa del Sovrano Ordine Militare dei Cavalieri di Malta si trova a Magione, lungo l'asse viario che collega Perugia alla Toscana. Si raggiunge con l'autostrada A1: da Firenze, uscita Valdichiana, quindi raccordo Bettolle per Perugia, uscita Magione; da Roma, uscita Orte per Perugia, quindi uscita Magione.
Il borgo di Magione, avamposto della città di Perugia anticamente detto Pian di Carpine, già nel toponimo rivela l'importanza della presenza nella zona dei Cavalieri di Malta. Era infatti con questo termine (dal francese maison, a sua volta derivato dal latino mansio) che nel Medioevo si indicavano in genere le costruzioni ad uso ospedaliero che i Cavalieri Gerosolimitani dell'Ordine di San Giovanni realizzavano lungo le grandi vie di comunicazione che attraversavano gli stati europei nei decenni successivi alla prima Crociata.
Residenza dei religiosi, ma anche hospitium per quei pellegrini diretti a Roma ed in Terra Santa che utilizzavano una diramazione interna della via dell'Alpe di Serra, l'originario complesso fu strategicamente edificato con tutta probabilità tra il 1160 e il 1170 nei pressi del piccolo valico che separa il lago Trasimeno dalla vicina Perugia.
Costituita inizialmente da due soli corpi di fabbrica disposti a "L" e sormontati da una torre campanaria, l'antica magione, ampliata a più riprese, assunse ben presto un impianto quadrangolare su cortile centrale, grazie all'aggiunta a nord-est e a sud-est di robuste mura di cinta provviste di torri angolari.
Se nella seconda metà del Trecento si procedette alla realizzazione della sala capitolare, alla generale sopraelevazione del complesso e all'aggiunta del vano rettangolare di nord-est, reso accessibile dalla scala ancora oggi in uso, fu per iniziativa del cardinale Barbo che, negli anni '70 del Quattrocento, si giunse al definitivo adattamento a castello del precedente edificio ospitaliero mediante l'aggiunta della torre angolare circolare, la costruzione dei beccatelli, delle merlature (che interessarono anche l'antica torre campanaria) e del porticato con logge ad archi ribassati prospiciente su tre lati del cortile. Con la conseguenza che il fortilizio, pur mantenendo elementi difensivi come camminamenti e torri, assunse sempre più i caratteri di una imponente residenza signorile, comoda e sicura, nella quale, pur non dimenticando la funzione dell'assistenza ai pellegrini e ai viandanti che transitavano per quelle strade, si attenuavano le caratteristiche strutturali proprie dell'hospitium medievale, come confermano gli ampi saloni del piano nobile e gli ariosi loggiati influenzati dalla "rinascenza".
Oltre alla parte residenziale (che comprendeva le abitazioni dei religiosi, il refettorio e le cucine) ed a quella di accoglienza, il complesso comprendeva anche una cappella, i cui affreschi di scuola del Pinturicchio sono stati riportati alla luce nel 1964, in occasione dei lavori di consolidamento dell'edificio. Nell'arcata cieca di sinistra è raffigurata una scena dell'Adorazione dei pastori, mentre in quella di destra è ancora ben leggibile una Madonna col Bambino tra i santi Giovanni Battista e Giacomo, evidentemente prescelti per la stretta connessione con il contesto per il quale furono realizzati, essendo il primo eponimo dell'Ordine e il secondo protettore dei pellegrini.
Nel 1502 si tenne al castello quella che Machiavelli definì "la dieta dei falliti". Si riunirono qui infatti alcuni signorotti romagnoli, umbri e marchigiani che, spodestati dal Valentino, volevano stringere una lega contro costui per recuperare i propri possedimenti. La vendetta del figlio di papa Borgia non si fece attendere: poco tempo dopo infatti quasi tutti i congiurati furono strangolati a Senigallia e nella Rocca di Castel della Pieve.
A tutt'oggi al centro di una fiorente azienda agricola, il castello di Magione diviene nel mese di settembre la residenza del Grande Maestro del Sovrano Militare Ordine di Malta, la cui presenza è segnalata dalla bandiera che sventola sul campanile medievale della primitiva Badìa.
Per saperne di più. Per visitare il castello è necessario chiamare lo 075.5057319; la richiesta di visita deve essere inviata via fax allo 075.5009681 e indirizzata a SMOM, Direzione generale azienda agricola, via P. Brazzà 23, Ferro di Cavallo - Perugia, c.a. dott. Sandro Pistucchia (2002).
©2002 Sonia Merli. Le prime due immagini (2016) sono tratte rispettivamente da www.minniti.info e da www.iliveumbria.com.