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La corte e l'ingresso alla torre trecentesca
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Caratteri: masseria fortificata, ex grancia di San Francesco, poi Masseria Nuova; funzioni produttive: olivicoltura, allevamento di ovini, bovini ed equini; attualmente appartiene alla famiglia Gattini.
Come arrivarci: dalla statale 175 Matera-Montescaglioso; la masseria è a circa due km da Matera, in contrada San Francesco.
Cenni storici (dal sito fondazionesassi.org):
«Le prime notizie sulla zona in cui fu edificata la masseria risalgono al XVII secolo, quando i frati francescani acquistarono, nella contrada di Chiancalata del reverendo don Giuseppe Dragone, un “parco” con pozzi, grotte, stalle, palombari e alberi di olive. Nel parco vi era una grancia, che i padri francescani utilizzavano per la ricreazione.
Il convento fu in continua ascesa sino agli inizi del XIX secolo, ma nell’anno 1806 con le leggi napoleoniche fu soppresso, per cui i beni passarono al Comune e al demanio dello Stato. Nel 1881 il parco, che comprendeva un oliveto, un frantoio e alcune camere, fu assegnato al sig. Andrea Giudicepietro, che successivamente lo acquistò.
La masseria fu ereditata da Maria Nicoletta Vizziello, figlia della defunta Maria Raffaella Giudicepietro, e quindi dagli attuali proprietari Gattini.
La masseria di San Francesco si trova sulla strada che collega Matera a Montescaglioso. La costruzione rurale, costituita da un corpo centrale e un’antica torre quadrata, da cui si dipartono due bracci, uno verso sud, l’altro verso ovest, assume una posizione preminente.
è recintata da un alto muro che, oltre ad avere una funzione difensiva, delimita grandi spazi destinati alla custodia degli animali, al pascolo degli agnelli e alla coltivazione degli ortaggi.
Il complesso presenta due ingressi, quello attuale, a sud, e sulla recinzione un altro più antico murato, sul cui arco a tutto sesto è inserito lo stemma francescano, mentre a monte si intravedono i resti di un campaniletto a vela.
La costruzione è costituita da più nuclei di diversa datazione, tra cui emerge quello centrale, un’antica torre quadrata, sorta come torre di avvistamento e di osservazione di tutta l’ampia valle del Bradano. Essa è costruita in conci di tufo e poggia su roccia; non è possibile riscontrare l’ingresso originario per le avvenute trasformazioni. Una cornice marcapiano divide la torre in due parti, di cui la superiore mostra quattro caditoie per la difesa; si presenta a tre ordini, con un primo livello in corrispondenza dell’atrio, un secondo all’altezza dell’attuale cappella e un terzo formato da due vani con camini, adibito a camera da letto.
Sul lato ovest si trova il primo corpo aggiunto risalente al Cinquecento, ampliato e modificato nel tardo Settecento con ingresso dal cortile; in questa struttura si colloca la cucina. Nella parte meridionale troviamo il corpo aggiunto nel XVIII secolo.
Nella corte ci sono delle grotte che vennero utilizzate inizialmente, una per cappella, una per forno, una per frantoio, una per cantina e la più grande con camino per ricovero dei salariati. A poca distanza vi è una “pecchiaria” che mostra i segni di numerosi stalli tagliati nella roccia per la distribuzione delle arnie. Una statua in pietra di san Francesco, collocata su un piedistallo si trova all’ingresso della grancia.
Il complesso rurale ha svolto sempre attività produttive come l’olivicoltura, l’allevamento di ovini, bovini ed equini e fino al 1806 furono proprio i francescani a gestirla direttamente».
Le immagini sono tratte da Masserie fortificate del Materano, a cura di Mario Tommaselli, Roma 1986.