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MEDIOEVO E MEDICINA |
a cura di Raimondo G. Russo |
Premessa - 1. Alcuni cenni storici - 2. La medicina barbarica - 3. La CHIESA E LA MAgia - 4. La medicina e la chirurgia - 5. EPIDEMIE - 6. Approfondimenti e curiosità |
Intuitivamente
la gente era al corrente della temperatura da molto tempo: il fuoco è caldo e
la neve fredda. Una maggiore conoscenza venne raggiunta allorché l'uomo iniziò
a lavorare con i metalli, nelle età del bronzo e del ferro. Alcuni processi
tecnologici richiedevano un certo livello di controllo della temperatura, ma per
controllarla adeguatamente bisognava essere capaci di misurarla.
La tecnologia nascente doveva fornire alla scienza ciò che avrebbe in seguito costituito uno dei suoi caratteri più salienti, la precisione. Lucien Febvre, grande storico francese (1878 - 1956) sosteneva che l'uomo medievale viveva in un mondo in cui vi erano pochi calcoli elementari (la protoscienza medievale si limitava ad applicare al più le proporzioni) e viveva in una società che solo nel Seicento avrebbe acquisito il rigore dei modi del ragionamento matematico, la precisione del calcolo, l'eleganza delle dimostrazioni matematiche.
Ad esempio: la quantificazione dei fenomeni termici. Gli studi medievali in questo ambito erano basati esclusivamente sulle percezioni sensorie dell'osservatore ed erano dominati dalla difficoltà concettuale fondamentale, astratta quanto illusoria, delle qualità opposte caldo e freddo teorizzata dalla filosofia aristotelico-scolastica.
Nell'alchimia araba si registrano dei tentativi di distinguere tra quantità di caldo o di freddo e intensità di caldo o di freddo, in termini di extensio e di intensio di queste qualità, cioè di quantificare le qualità. In questo contesto nasce il problema di stabilire, in termini di proporzioni, una relazione tra "l'intensità di caldo" o "l'intensità di freddo" (che sarebbe in qualche modo complementare alla prima) di una miscela e quelle dei suoi componenti, ma queste "intensità" o "gradi" sono valutate mediante le sensazioni di caldo e di freddo destate al tatto nell'osservatore e non viene raggiunta una teorizzazione soddisfacente.
Galileo Galilei non accettò il dualismo caldo-freddo, dicendo «il freddo non è altro che privazione di caldo». Realizzò uno strumento (il termoscopio ad aria) per oggettivare la sensazione di caldo e per valutare i gradi di caldo. Iniziò la costruzione di termometri in grado di fornire dati riproducibili e confrontabili, oggetto di ricerche e di discussioni più che veri strumenti di misurazione. |
Solo nei primi decenni del ‘700 verranno stabilite scale
termometriche a due punti fissi e la temperatura sarà una grandezza definita in
modo adeguato e corretto.
La
formula "misuro quindi conosco" affermatasi con la rivoluzione
scientifica ha raggiunto il culmine della sua attuazione a partire solo
dall'inizio del XX secolo con l'operativismo. |
6.2.1 LA TEMPERATURA atmosferica
La temperatura atmosferica
si avvale delle |
Dalle conclusioni dello studio statunitense del 1999 [6] (teorizzato da Hubert Lamb nel 1965) si evince che a un secolo di caldo record tra il 1100 e il 1200 d.C. seguì un periodo prolungato di raffreddamento.
Quattro
secoli di temperatura mite: dal 1000 al 1400
Il Medioevo ha rappresentato dal punto di vista climatico il periodo più favorevole degli ultimi millenni per il clima mite che permise la coltivazione nell'Europa settentrionale di piante, tipo vite e grano, fino allora sconosciute e l'espansione verso nord di foreste là dove avevano dominato i ghiacciai.
Gli
effetti del riscaldamento della temperatura nei primi secoli trovano la loro
massima espressione nelle regioni settentrionali dell'Europa, in particolare nei
Paesi Scandinavi, Irlanda, Inghilterra, Russia, etc., tanto da sciogliere i
ghiacciai della Groenlandia e
dell'Islanda e permettere così la colonizzazione da parte dei Vichinghi di
quelle terre divenute fertili da consentire l'agricoltura e l'allevamento di
bestiame.
Le navigazioni norvegesi e la colonizzazione nord-atlantica della fine del IX secolo sono una prova che il clima del pianeta era più mite di oggi.
Questo "Periodo Mite Medievale", detto" La Miglior condizione" si reputa fosse esteso dal IX al XIII secolo, prima del cosiddetto "Piccolo Periodo Glaciale" esteso dal XV al XIX secolo, per lo meno nell'emisfero settentrionale.
Le
prime spedizioni iniziarono nell'anno 1000 e si protrassero fino all'inizio del
1100, ma non poterono probabilmente per l'ostilità delle popolazioni locali
(Indiani od Eschimesi ?) stabilire delle colonie permanenti.
Cinque
secoli di temperatura gelida: dal 1400 al 1900
Quanto
fu caldo il periodo caldo medievale?
Il
riscaldamento globale, c'era già nel Medioevo, fra il IX e il XIV secolo dopo
Cristo, prima ancora che le ciminiere delle centrali e gli scarichi delle
automobili inondassero l'atmosfera di gas serra. Gli scienziati sono convinti
che si tratta quindi di un "fenomeno ciclico". Allora l'aumento
della temperatura fu di almeno un grado, più di oggi.
Il record degli anni più caldi spetterebbe ai cinque secoli medievali compresi tra l'800 ed il 1300 ed in quel periodo la civiltà umana si sviluppò enormemente.
Tale fu un "optimum climatico": la novità starebbe nel fatto che i rialzi medi di temperatura, durante quel periodo furono di circa un grado e forse di più. Quale fenomeno li scatenò? Sulle cause i ricercatori lasciano intendere che nei cambiamenti climatici c'è una preponderanza di cause naturali non ancora ben comprese.
6.2.2 La temperatura corporea
La temperatura corporea è di gran lunga il parametro medico più utilizzato. Riguarda il fisico e l'anatomo-fisiologia, la biochimica e la natura biologica in varia maniera. Tuttavia la completa comprensione delle complessità della temperatura corporea e la sua misurazione hanno avuto uno sviluppo relativamente lento.
«Anche [7] molti secoli prima della scoperta del termometro, il medico poteva
accertarsi dell'esistenza di uno stato febbrile (il "calor
præter naturam" di Galeno) prendendo in considerazione non soltanto
il vago senso di malessere avvertito dal paziente, ma soprattutto osservando la
frequenza e gli altri caratteri del polso, il colore delle urine e la
temperatura cutanea. Ciascuno di questi tre gruppi di sintomi costituiva la base
di altrettanti complessi edifici dottrinali: le teorie del polso, dell'esame
delle urine e dell'abnorme temperatura corporea. Ippocrate valutava con la mano la temperatura cutanea del malato e riusciva a distinguere la febbre lieve (calor dulcis) dalla febbre elevata (calor mordax). è interessante notare come questo metodo per valutare la temperatura sia stato completamente abbandonato soltanto nell'Ottocento, molto tempo dopo la scoperta del termometro. Galeno sosteneva che le indicazioni fornite dal polso costituivano sintomi febbrili molto più attendibili della stessa ipertermia cutanea ("venis enim maxime credimus, altera res est, cui credimus, calor"). Erofilo (325 ca. - 270 a.C.) aveva ideato un tipo speciale di clessidra per riconoscere il polso febbrile. Esperimento di Erone. L'aria nella sfera si dilata per il calore e attraverso il tubo entra nel recipiente d'acqua a sinistra. Oppenheim, 1617. Dato
che l'impressione approssimativa di calore riportata dal medico non poteva
rappresentare una misura obiettiva della temperatura, l'antica dottrina della
febbre degenerò ben presto in speculazioni qualitative che vennero superate
soltanto dopo l'introduzione di precisi strumenti di misura. Mentre
le più recenti opere di consultazione attribuiscono giustamente a Galileo
l'invenzione del termometro e la datano attorno al 1592-93 o al 1611-12, quelle
più antiche indicano volta a volta come inventore Drebbel, Santorio, Galileo,
van Helmont, Fludd, Guericke. Fino alla metà dell'800 regnava una grandissima
confusione sia riguardo al nome dell'inventore sia alla data della scoperta». |
Fino a circa tre secoli fa la misurazione della temperatura era abbastanza approssimativa.
Per
quanto riguardava i metalli incandescenti, il colore della luminescenza era un
buon segnale: per le temperature intermedie il contatto con vari materiali
poteva essere determinato. Ad esempio a che temperatura fondeva lo zolfo, il piombo o la cera o bolliva l'acqua?
In
altre parole potevano essere definiti alcuni punti fissi, ma non c'era una scala
o nessun modo per misurare la temperatura a quei punti. è
anche possibile che
ci sia una lacuna nella storia della tecnologia in quanto risulta difficile
credere che Egizi, Assiri, Greci, Romani o Cinesi non misurassero la temperatura
in nessun modo.
Il
termometro
Uno dei primi tentativi di stabilire una scala standard della temperatura fu circa nel 170 d.C., quando Galeno propose una temperatura "neutra" fatta con eguali quantità di acqua bollente e ghiaccio. Tale temperatura poteva avere un errore di circa + 4 gradi.
Galileo
Galilei (1564-1642) inventò il
primo documentato termometro (il termoscopio ) circa nel 1592.
A
sinistra il thermoscopium vulgare (nella
prima immagine il termoscopio di Galileo; nella seconda
l'esperimento di Marin
La pratica clinica di utilizzare il termometro per
Sarà
Santorio Santorre
(1561-1636), un medico italiano, a
Nel
1666, i soffiatori del vetro costruivano regolarmente tali strumenti, ma a meno
che due fossero esattamente identici potevano indicare valori differenti. Una
ulteriore confusione era data dalla molteplicità delle scale utilizzate, alcune
calibrate a 50 o a 100 livelli o altro ancora.
Robert Hooke (1635-1703), il cui lavoro è ricordato anche in relazione al microscopio, propose di utilizzare un singolo punto fisso (l'inizio del congelamento dell'acqua = 32 gradi) per calibrare tutti i termometri.
In seguito sarà Gabriel Fahrenheit (1686-1736), un costruttore di termometri di Amsterdam e che introdusse i termometri a mercurio dal 1717, a suggerire che l'altro punto assoluto di calibrazione fosse l'ebollizione dell'acqua (212 gradi).
Anders Celsius (1701-1744) definì i parametri tra "0" per l'ebollizione e "100" per il congelamento dell'acqua. Dopo la sua morte, nel 1744, la scala fu rovesciata nella forma attuale.
A
sinistra Anders Celsius.
A destra
Nel
1778 uno studio comparativo sui
termometri indicò che esistevano
ben 27 differenti scale di temperatura.
La
temperatura corporea diventerà un problema
Le
letture del termometro potevano
A
sinistra "La temperatura
corporea", Bologna 1300.
Sembra che i più importanti studiosi del calore (come George Martine, 1702-1741, che scrisse Essays on the construction and graduation of thermometers e studiò il riscaldamento ed il raffreddamento dei corpi) usassero il termometro per tutto, eccetto che per misurare la temperatura corporea.
6.2.3 Storia della febbre
Il concetto medico della febbre ha subito profondi cambiamenti nei secoli. Galeno di Pergamo la considerava una malattia sistemica in se stessa e nel Medioevo la gente era convinta che i pidocchi fossero il parametro da osservare. Infatti essi sono molto sensibili alla temperatura corporea e un minimo aumento di essa, quale la febbre, li faceva andare alla ricerca di un altro ospite.
Il
ragionamento esistente era che la gente si ammalava, perché i pidocchi
fuggivano.
Fu solo nel XVII secolo che Hermann Boerhaave (1668-1738) diede una migliore valutazione dei fenomeni clinici relativi alla febbre.
A parte teorie non corrette, l'ostacolo maggiore allo sviluppo di uno studio razionale della febbre, era che mancavano strumenti adeguati per misurarla. In effetti i termometri non erano utilizzati diffusamente e non lo saranno fino alla metà del XIX secolo. Nello stesso periodo Ignaz Semmelweiss (1818-1865), in seguito all'osservazione di donne morte per febbre puerperale, suggerì la realtà patologica della febbre, composta da segni e sintomi specifici.
Nonostante gli enormi progressi della scienza nei tempi recenti, nel 1961 venne definito il quadro di "febbre di origine sconosciuta".
Forse, in modo paradossale, si dovrà rivedere la complessa patologia, tornando indietro di molti secoli?
Febbre e fiore, Bologna 1300
La febbre nel Medioevo [8] Tutti
gli autori medievali considerano la febbre un calor praeternaturalis, un
calore innaturale, contro natura, del cuore e delle arterie; calore che
lede principalmente il funzionamento degli organi. Avicenna
(980 - 1037) considerava la febbre un calore estraneo accesosi nel cuore e
che, da esso, mediante lo spiritus e il sangue si diffonde nelle arterie e
nelle vene di tutto il corpo. Guglielmo
da Saliceto (1210 - 1276) diceva che la febbre è una alterazione del
calore naturale nel cuore e da esso si diffonde nelle vene e nelle
arterie. Per Alberto Magno (ca 1193 - 1280) la febbre è generata dal sangue ed è dyscrasia febrilis. Vari tipi Differenti autori indicarono le seguenti modalità febbrili e con i sottotipi: Garioponto
(ca. 970 - 1048): alterazione degli spiriti; alterazione degli umori; Costantino
Africano (ca. 1010- 1087): febbri effimere; causon; terzana; sinoco; quartana; quotidiana;
sinochia; emitritica; etica. Afflacio
( XII - XIII sec.): sinochia febre; sinochio; causonide; terciana;
continua; Mauro
Salernitano (XIV-XVI sec.): continua (simplex, composita e altre varietà);
sinoca Ildegarda
di Bingen (1098-1179): molte varietà, per diverse qualità dell'aria e
degli Scuola
araba: febbre infettiva; febbri effimere, acute, sanguinee, da flegma
vitreo, |
6.2.4 Altre temperature
In varie situazioni la temperatura ebbe grande importanza nella vita quotidiana medievale, ben prima che potesse essere misurata. Ad esempio si possono ricordare i seguenti casi:
- Mangiare crudo, freddo, significava diminuire la temperatura corporea e calarsi nella dimensione della malinconia. Già Aristotele aveva descritto il melanconico come di persona dal corpo peloso, facilmente riconoscibile per il colorito terreo del volto e del corpo, per l'intemperanza sessuale e per una maggiore ricezione a Dio.
-
Il nuovo vino era affinato in botti poste in ambienti sotterranei, con
temperatura costante (circa 15-17°C) e per circa otto mesi.
- Le Terme erano molto considerate, specie per il vapore naturale con una temperatura che oscillava tra i 40° C e 47° C.
- La birra fu bevanda privilegiata, soprattutto per merito dei monasteri. La fase di fermentazione doveva essere attentamente monitorata, dai 15° ai 25° C.
6 NOAA - National Oceanic & Athmospheric Administration - U.S. Department of Commerce Northern Hemisphere Temperatures During the Past Millennium: Inferences, Uncertainties, and Limitations, Michael E. Mann and Raymond S. Bradley Malcom K. Hughes Published - Geophysical Research Letters, vol. 26, n. 6, p. 759.
7 Vengono di seguito riportate alcune parti degli scritti di R. Vollmann (assieme a varie figure in esse presenti), in «Rivista CIBA. Il termometro», anno III, n. 20, ottobre 1949, pp. 642-672.
8 G. Penso, La medicina medioevale, CIBA-GEIGY ed., 1991, pp. 207-210.
©2007 Raimondo G. Russo