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     MEDIOEVO E MEDICINA    

a cura di Raimondo G. Russo


  


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Serpenti

A cosa è dovuta la presenza di serpenti nel Caduceo?

Da tempo immemorabile il serpente ha sempre affascinato ed intimorito l’uomo.

Elaphe longissima. Sinonimi: Coluber longissimus. Nome comune: Colubro di Esculapio

Si è affermato che, talvolta, il serpente rappresenta da solo il dio Esculapio.

A questo proposito, è celebre un fatto narrato da Livio, Ovidio, Valerio Massimo ed altri.

A Roma una mortale pestilenza (293 a.C.) affliggeva la città da tre anni: consultati i libri Sibillini, i Romani mandarono un'ambasciata ad Epidauro, sede di un tempio famoso dedicato ad Esculapio. Mentre i Romani ammiravano i frontoni del tempio, un grosso serpente uscì da esso, sgusciò in mare e salì sulla trireme, accoccolandosi nella cabina del capitano. Giunti sul Tevere il serpente, che era chiaramente il dio in persona, si lanciò in acqua e scomparve in un'isoletta del fiume che da allora fu chiamata del dio Esculapio (e che oggi ospita l’ospedale di S. Giovanni di Dio). Da quel giorno la pestilenza cessò improvvisamente.

Secondo alcune interpretazioni, il serpente sacro al dio Esculapio sta a significare che gli infermi per guarire devono farsi un corpo nuovo, ovvero lasciare l'antica pelle come fanno i serpenti ad ogni muta. Anticamente inoltre vigeva una grande considerazione del serpente, per l’acuzie della sua vista, per la sua attenzione e la vigilanza, prerogative indispensabili ai Medici del tempo.

Gli antichi, come narra Plinio, diedero al serpente intelligenza e sentimenti particolari, tanto che certi serpenti di Soria (in Spagna) non offendevano quelli del paese mentre erano terribili contro i forestieri.

Il misterioso animale non manca mai nelle raffigurazioni Greche e Romane del dio della salute. Un monumento votivo a Lebola raffigura una piccolissima immagine del dio con una figura del serpente, molto grande. In un bassorilievo votivo si vede soprattutto il serpente attorcigliato ad un albero, ai piedi del quale tre giovani depongono una barella con un malato. Pausania parla di serpenti addomesticati dagli uomini e educati ad avvicinarsi ai malati e a lambirli per guarirli. Effettivamente risulta che i serpenti tradizionalmente associati ad Esculapio (ritrovati da P. Cavaddias negli scavi delle rovine del tempio di Esculapio ad Epidauro) non siano velenosi, ed addomesticabili. Essi sono il Coluber longissimus Aesculapii, detto saettone, lunghi circa 120-180 cm.

L’arcaico simbolo del serpente, specie bicefalo per Sciiti, Cretesi e gli stessi Greci, viene ritrovato anche nei graffiti della Val Camonica e nelle colonne “annodate”di origine Longobarda e ben care ai Maestri Comacini.

Il serpente è anche simbolo di potenza: si trova infatti sulla testa dei re d'Egitto, come ornamento e simbolo insieme. Inoltre, il Caduceo è un simbolo che veniva rappresentato sui monumenti egiziani costruiti prima di Osiride: astronomicamente la testa e la coda dei due serpenti rappresentavano i punti dell'eclittica in cui il Sole e la Luna si incontrano, quasi in un abbraccio; metafisicamente, invece, il caduceo rappresentava la discesa della materia primordiale nella materia grossolana; fisiologicamente rappresentava le correnti vitali che scorrono nel corpo umano.

La sua rapidità nella cattura della preda, le misteriose scomparse nella terra, le sue fuoriuscite ad ogni primavera hanno fatto sì che venissero attribuiti ai serpenti il potere della saggezza, del ringiovanimento, della convalescenza e di lunga vita, Così il serpente è diventato il simbolo di fertilità, salute e prosperità, tanto da indurre tante popolazioni ad adorarlo. Si possono ricordare Aztechi, Cambogi, Fenici, Cretesi, Buddisti, Babilonesi, Egizi, ecc.

Lo stemma dell’imperatore cinese era il drago, assimilabile col serpente alato.

Nell’iconografia Sumerica e Babilonese, gli dei sono spesso rappresentati con le ali o con figure che sono mezzi umani e mezzi serpenti.

Il caduceo rappresenta quindi il serpente ed è una specie di bacchetta magica che presso i popoli primitivi veniva usata dagli scaltri stregoni per espellere dal corpo dei malati gli spiriti maligni. Il caduceo primitivo potrebbe per altro avere un carattere fallico, simbolo della vita e del rinnovamento e potrebbe preludere al caduceo di Asclepio che guarisce con il tocco.

Secondo la tradizione shivaita tantrica, nel primo chakra risiede l'energia denominata KUNDALINI. Essa è tradizionalmente rappresentata da un serpente addormentato, avvolto tre volte e mezza intorno al primo chakra, alla base della spina dorsale. Il suo nome deriva dalla parola kundala, che significa avvolto, arrotolato, spiraliforme. Kundalini significa, letteralmente, “Il potere del serpente”. Se questa energia latente inizia a risvegliarsi (ciò può avvenire in modo spontaneo oppure attraverso specifiche pratiche spirituali), essa comincia a risalire lungo la colonna vertebrale, attraverso due canali energetici denominati IDÂ (associato alla parte sinistra del corpo, al principio femminile) e PINGAL Â (associato alla parte destra del corpo, principio maschile), arrivando, a completato risveglio, alla illuminazione.

Secondo i seguaci della dottrina di Zoroastro, un serpente del caduceo rappresenta Ormazd (il buono) e l’altro Ahriman (il cattivo).

Molto spesso il Caduceo viene rappresentato con due serpenti avvolti a spirale: in questo caso i due animali raffigurano le polarità del bene e del male tenute in equilibrio dalla bacchetta del dio che ne controlla le forze. Sono le correnti cosmiche riferite sia all'universo sia all'uomo nella complessità del suo organismo (macro- e micro-cosmo).

Serpente azteco, XVII secolo.

I due serpenti sono stati così interpretati come immagini di lotta e di equilibrio, di energia vitale che si articola intorno al nucleo solido della materialità (la bacchetta). Non è mancato chi ha visto nel simbolo una anticipazione (o il mantenimento di un'arcana conoscenza) del motivo della doppia elica del DNA.

Altre considerazioni

Froeben (1460–1527), tipografo tedesco, adoperò il caduceo  come marchio della sua tipografia, per rappresentare il divino messaggero dell’informazione. Tale simbolo apparve poi nei secoli XVI e XVII su navi mercantili, quale segnale di benvenuto al porto di Marsiglia, poi sulle insegne delle stazioni di servizio e persino su biglietti di banca francesi.

Sir William Butts, il medico di Enrico VIII lo adottò come suo simbolo. Tre secoli dopo un editore inglese di libri medici, J.S.M. Churchill, seguì l’esempio di Froeben.

Ne esistono molte interpretazioni grafiche, e non è possibile dire quale sia quella "originaria", anche se in tutte si ha l'associazione di un asse verticale centrale e di due sequenze curvilinee che si avvolgono intorno all'asse stessa.

Le ali potrebbero simboleggiare il primato dell'intelligenza, che si pone al di sopra della materia per poterla dominare attraverso la conoscenza.

Il Caduceo con due serpenti indica anche il potere di conciliare tra loro gli opposti, creando armonia tra elementi diversi, come l'acqua, il fuoco, la terra e l'aria. Per questo ricorre frequentemente in alchimia, quale indicazione della sintesi di zolfo e mercurio, oltre che nel simbolismo della farmacopea e della guarigione fisica. Secondo la simbologia alchemica, il serpente viene  identificato genericamente come il geroglifico della potenza della Natura; il serpente che si morde la coda, appare come il simbolo dell’evoluzione che rinasce incessantemente dalla sua stessa distruzione, in un movimento infinito.

Freud  identifica nel serpente un simbolo fallico; e arte virile per eccellenza è l’Alchimia, tanto che nella versione Orientale e tantrica si parla esplicitamente di «viryà», dal significato corrispondente.

Riferito all'universo, indica la potestà di dominare il caos e mettere ordine, creando armonia tra le tendenze ruotanti intorno all'asse del mondo.

Riferito al corpo umano, indica il potere taumaturgico di colui che è in grado di portare armonia in un organismo malato.

Nella mitologia germanica, l’universo di Odino è sostenuto da Yggdrasil, l’asse del mondo. Alla sommità dell’albero cosmico vi è un’aquila e alle radici un grande serpente cosmico, Nidhogg, che divorerà le ossa dell’umanità, dopo la grande caduta. Mercurio rappresenta l’Arte Esoterica che deve, a questo punto dell’Opera, conciliare e congiungere i due opposti: il Serpente a sinistra; l’Aquila a destra. Il loro equilibrio si ha nel Caduceo. Nel Caduceo troviamo un asse centrale, che oltre al generico valore di "bastone", e quindi di potere, rappresenta più propriamente l’Axis Mundi, ovvero l’Albero della Vita.

Ai suoi lati due Serpenti, ovvero l’equilibrio delle forze primordiali contrapposte a se stesse, forza selvaggia e forza sublimata, maschio e femmina, malattia e salute.

In senso specifico è universalmente riconosciuto come emblema della medicina, in base alle stesse motivazioni etico-biologiche che determinano un'evoluzione del mito in tal senso, ponendo l'originaria bacchetta di Hermes nelle mani di Asclepio, inventore e futuro dio della scienza medica.

Nel 1818 il Corpo di Chirurgia Generale dell’esercito americano ha posto un gallo sopra lo stemma per metà rappresentante la bandiera americana e per metà il bastone di Esculapio: sotto lo stemma vi è la scritta “Experientia et Progressus”.

Nel 1856 il Corpo Medico della Marina degli Stati Uniti adottò il caduceo come simbolo, in parte racchiuso in un anello.

Successivamente, il 31/8/1902, questo simbolo venne formalmente adottato dal Corpo Medico dell’Esercito americano in sostituzione della croce di San Giovanni. Il Corpo Medico dell’esercito inglese, tedesco, svedese, filippino, messicano e francese hanno adottato come emblema il bastone di Esculapio. La World Health Organization (WHO) ha adoperato questo simbolo fin dalla sua fondazione (7/4/1948).

Con Asclepio l'antica verga diventa scettro di dominio sulla natura, consentendo all'operatore di utilizzare i veleni per guarire i malati e resuscitare i morti. Ciò che vi era di negativo nelle cose terrene diventa positivo grazie al Caduceo e alla lotta dei due serpenti che in esso si fronteggiano: sostanze originariamente benefiche diventano salvifiche, tramutandosi in rimedio grazie alla sapienza del medico-dio.

«L’inconscio si esprime per immagini»: Carl Gustav Jung

Aderiscono a questa visione d'origine antichissima numerosi autori d'età contemporanea, tra i quali C.G. Jung (1875 – 1961: Von den Wurzeln des Bewusstseinsm, 1938; Psychologie und alchemie, 1944) ed il suo allievo Henderson, che decodificano il Caduceo come veicolo emblematico di un ancestrale messaggio di liberazione e guarigione.

Lo studio dello sciamanismo illustra la simbologia del caduceo, quale connessione dei tre mondi: quello sotterraneo, quello medio e quello superiore. Il serpente rappresenta il mondo nascosto, l’asta l’albero cosmico, le ali rappresentano lo spirito e la sua connessione al divino mondo superiore.

Esculapio, Epidemie, Libro I, Sezione XI

 

Così il caduceo può avere una ulteriore interpretazione, una impronta del controllo della mente e della guarigione.

Qualunque possa essere la scelta, il caduceo potrebbe indirizzare saggiamente al ruolo principale del medico: «Primum non nocere», quasi fosse depositario di una verità nascosta ai più e comunicabile solo agli appartenenti ad un certo ordine.

    

   

©2004 Raimondo G. Russo

   


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