LA MEMORIA DIMENTICATA |
a cura di Teresa Maria Rauzino |
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La copertina del volume.
In
ricorrenza del settimo centenario della fondazione della Cattedrale di Lucera,
Nella
elegante veste editoriale, il testo analizza, con uno studio sistematico, oltre
un centinaio di argenti liturgici, proprietà del Capitolo Cattedrale e del
Museo Diocesano di Lucera, che insieme evidenziano i raffinati gusti dei vescovi
locali e del patriziato cittadino, grazie ai quali la città si è arricchita
della presenza dei più rinomati artigiani orafi che hanno prodotto opere di
grande pregio artistico.
Essendo
Lucera una città universalmente nota per il suo alto valore storico ed
artistico, era importante creare un catalogo che inventariasse tutti i reperti
relativi al tesoro della sua Cattedrale. Notoriamente Lucera è stata una delle
sedi preferite dall’imperatore
Federico II, ma d’altrettanto rilievo fu il ruolo dei sovrani angioini, che
eressero una fortezza costruita sulle vestigia del castello federiciano, nonché
L’indagine
e la catalogazione eseguita dall’Autore del volume preludono all’urgente
restauro dei reperti oltre ad una adeguata conservazione degli stessi per
preservarli da frequenti furti perpetrati negli ultimi anni. A tal fine, si è
pensato di custodire tali tesori nel Museo Diocesano in modo tale che essi
possano essere sempre prelevati ma, nel contempo, custoditi nel modo migliore.
Una
significativa campionatura di produzioni dell’artigianato napoletano è
rappresentata da pezzi databili tra il XVI ed il XIX secolo ma non mancano, se
pure in minor numero, anche preziose opere provenienti da altre zone italiane,
di cui alcune mai analizzate sotto l’aspetto critico, fatta eccezione per
pochi pezzi unici di grande rilievo; per citare qualche manufatto: il
reliquiario a pisside, databile intorno alla metà del XIII secolo, opera di
ignoto artista musulmano e
Da
sinistra: pisside; calice dorato di ignoto argentiere napoletano; corone da
statua.
Sono presenti nella collezione anche
opere attribuite a Vincenzo Guariniello, Vincenzo Buonuomo, Paolo Savoia, Angelo
Prizzi, solo per citare alcuni artisti, che impreziosiscono il cospicuo
patrimonio di inestimabile valore.
Secondo l’Autore, all’importanza
dell’estetica di questi preziosi manufatti si aggiunge la caratteristica che
gli stessi siano pregnanti della profonda spiritualità della Chiesa lucerina.
L’uso di tali tesori durante le celebrazioni religiose consentiva che essi
fossero ammirati da tutti i fedeli, gratificando i committenti e spronando altri
ad emularli.
Secondo Boraccesi, nel Museo Diocesano di
Lucera sono confluiti i maggiori e più importanti oggetti sacri scampati alla
dispersione e già di pertinenza dei conventi “possidenti” della città
soppressi nei primi anni dell’Ottocento dai sovrani napoletani ed in seguito
nel periodo postunitario.
Ciò che è certo è che i documenti
d’archivio disponibili, esaminati nel corso dello studio, non consentono una
esaustiva conoscenza dell’attività orafa lucerina, dove non è accertata la
presenza di maestranze nel periodo normanno, al contrario di ciò che si
registra nella vicina Troia. Qui, infatti, è attestata la fabbricazione della
due porte bronzee risalenti al 1132, della Cattedrale da parte di Odorisio da
Benevento, che denotano la presenza di un tale Attum aurificem.
Alla luce di quando accertato, è
senz’altro lecito ipotizzare che nella città esistesse una complessa realtà
legata all’arte teutonica nel periodo svevo, al fine di soddisfare le
richieste dell’imperatore e della sua corte. Un cronista del tempo, Nicolaus
de Jamsilla, attesta che nel palazzo imperiale di Lucera si custodivano diverse
suppellettili in metallo pregiato, tempestate di pietre preziose, oltre a
raffinate vesti.
A conclusione della relazione
scientifica, l’Autore più che fornire risposte, formula ulteriori domande
dovute ai limiti contingenti della ricerca che definisce non ancora conclusa in
quanto una dettagliata analisi delle fonti storiche e la conseguente scoperta di
nuovi documenti potranno risolvere ciò che ad oggi non è emerso.
Un dovizioso corredo iconografico, infine, completa il testo rendendolo di agevole consultazione.
Giovanni BORACCESI, Gli argenti della Cattedrale e del Museo Diocesano di Lucera, Claudio Grenzi Editore, Foggia 2005, pp. 110, ill. B/N e colori.
©2006 Lucia Lopriore